Zahir, il nuovo album di Massimo Carrieri: pianoforte e world music si fondono in un disco dalle atmosfere suggestive.

Effemusic arricchisce il proprio catalogo con un progetto originale quanto innovativo, una metafora spazio/temporale nella quale prende vita lo sviluppo creativo e narrativo dell’artista.


Undici composizioni, che lasciano spazio all’improvvisazione, nel susseguirsi di varie soluzioni stilistiche,timbriche e interpretative.


Ospiti del disco la cantante salentina Imma Giannuzzi e Salah Addin Roberto Re David, musicista collegato alla tradizione islamica di provenienza sufi.


“Zahir – termine derivato dalla cultura araba, e’ un pensiero frequente, una ossessione incontrollata che s’insinua piano nella mente fino ad impossessarsene. Colui che ne diventa vittima non puo’ che cedere, seguire l’onda di questo pensiero costante e vivere l’inquietudine che ne deriva, sino alla risoluzione”.


A quattro anni da Seven, il suo disco d’esordio, il pianista e compositore Massimo Carrieri torna con il nuovo progetto Zahir.


Il disco, prodotto da Effemusic e distribuito da Family Affair, testimonia il punto di arrivo di una di ricerca, non solo artistica, in cui l’autore rivela in forma quasi autobiografica l’inizio di un nuovo corso.


Zahir e’ il racconto di piu’ storie interconnesse che muovono geograficamente da un Levante, preludio introduttivo del disco, per esaurirsi all’altro estremo di Under Manhattan sky, due tracce accomunaate non a caso dalla stessa cellula melodica.


Intorno al pianoforte muovono parallelamente una serie di elementi caratterizzanti: voci e strumenti etnici, sound processing, uso del pianoforte “preparato” e in multi traccia, componenti che contribuiscono a creare un sound particolarmente moderno ed originale.


In Zahir Massimo Carrieri manifesta la personale attrazione verso i “suoni del mondo”, riecheggiano i colori della propria terra di provenienza (Terraross), le atmosfere mistiche del vicino mediterraneo (Il silenzio intorno), le ambientazioni esoteriche di rituali appartenenti a culture lontane (Lost in her dance). Ci sono i ricordi dell’infanzia (Father) e la giostra di Montmartre (Carrousel d’hiver), il carico emotivo degli allontanamenti (Leaving) e il risveglio della Kundalini, la liberta’ di Labyrinth ed ancora la “gabbia” dello Zahir, qui espressa con l’alternanza inquieta di due note continue ed ossessive.


Zahir e’ un’opera introspettiva, ricca di riferimenti simbolici e dall’alto contenuto spirituale. Inserito in una forma ciclica – come la fine di un viaggio, il disco chiude lasciando un messaggio di luce e speranza, citazione e ritorno alla classicita’ di Beethoveniana memoria.


 


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