WARPED DREAMER  |  Live at Bimhuis

WARPED DREAMER
Live at Bimhuis
Consouling Sounds SOULCL VII
2021

Line-up di profilo spiccato, il combo norreno-belga in oggetto aveva fissato il proprio suo esordio in “Lomahongva” (in scena ad Anversa nel 2015) e ritrovandosi l’anno successivo nella limitrofa terra olandese presso il celebrante club Bimhuis: all’insegna della scommessa creativa, benché con ampio margine di sicurezza individuale e collettiva, si suggella la consolidata e poliedrica esperienza sperimentante di ogni attore, d’indipendente fisionomia, partendo dal poliedrico trombettista Arve Henriksen, che  almeno sul piano della notorietà non sopravanza in fondo più di tanto i titolati quanto diversificati confratelli della scena improvvisativa nord-europea, tali appunto l’originale chitarrista ed effettista norvegese Stian Westerhus, l’esplorativo tastierista belga Jozef Dumoulin ed il conterraneo batterista Teun Verbruggen.

Il canovaccio sonoro solo sulle prime destrutturato dell’iniziale Ixwele assume corpo progressivamente più concreto e serrato, in primis mercé le fraseologie lineari dell’ottone di Henriksen, la pulsione percussiva solida di Verbruggen, a cornice del sound granulare della chitarra di Westerhus e delle misteriche alonature delle tastiere di Dumoulin, convergenti e cospirative appunto nel conferire strutturazione sempre più solida.

La libertà figurativa tale si palesa nel modificare (in parte) registro e nell’inspessire (di molto) il tratto nelle vigorose tensioni dell’animata Golden Geek Award che ci riconduce in termini graffianti e materici ad una certa fusion deviante (debitoria con eco nemmeno troppo remote dei mondi immaginifici di un Jon Hassell e, appena secondariamente, di un Nils Petter Molvaer, ad esempio).

Potenti, ma entro una dimensione più rarefatta, le energie dispensate nella tesa dimensione post-industriale di Lights Out-Darkness, preparando alle astrattezze e alle trame ulteriormente sottili di Umgaba, di profilo sfuggente e serpiginoso, e il cui spiccato spirito aleatorio autorizzerebbe un qualche accostamento, almeno in spirito, ad un sommo quartetto di improvvisazione quale l’iconico Dans les Arbres, di fisionomia acclarata nel farsi portatore di un libero progetto di free-performing d’estrema imprevedibilità, pur fatte salve le nette distinzioni sul piano formale.

Le molecolari meccaniche della conclusiva Camphor Bush sanciscono il temporaneo completamento del rinnovato programma di una band in apparenza affrancata da scie imitative o ascendenze di peso, pur non potendo avocarsi la primogenitura in quanto “artisti che sfidano i generi” e tutto quanto dovrebbe discenderne.  Giudichiamo comunque motivato e convincente l’impegno non scontato nel conferire vita sonora e spirito affrescale a cinque passaggi distinti per connotazione formale ed atmosferica, ponendo a frutto con alterni mezzi e diversificate soluzioni idiomatiche un’ispirazione trans-gender, a partire dall’enunciato-manifesto secondo cui “confini, etichette, generi sono tutti un punto di sicurezza per le menti insicure” – non che non si potesse aver già fatto proprio il concetto e concordare, a prescindere.

 

Musicisti:

Arve Henriksen , tromba, voce, elettroniche
Stian Westerhus , chitarre, elettroniche
Jozef Dumoulin , Fender Rhodes, FX
Teun Verbruggen , batteria, elettroniche

Tracklist:

01. Ixwele
02. Golden Geek Award
03. Lights Out – Darkness
04. Umgaba
05. Camphor Bush

Link:

Arve Henriksen

Jozef Dumoulin

Teun Verbruggen

Stian Westerhus