Francesco Nastro Quartet
Waiting For A New World
Itinera
2011
Che succede quando la musica colta s’incontra con il jazz? Molte risposte sono state gia’ date da diversi grandi jazzisti del passato, in testa George Gershwin e Bill Evans, che tra i primi hanno segnato la strada, assieme a Keith Jarrett, a Michel Petrucciani, e a tanti altri. Cosi’ come pure grandi compositori classici, come Claude Debussy, sono stati talvolta influenzati dal jazz.
Uno dei più recenti saggi, che dimostra cosa può produrre l’incontro tra il jazz e l’ispirazione classica, e’ Waiting For A New World, disco in cui il pianista compositore Francesco Nastro, forte della sua profonda cultura classica, si lascia ispirare da personaggi del calibro di Johann Sebastian Bach, da Wolfgang Amadeus Mozart e da Aleksandr Skrjabin. Che, apparentemente, ben poco hanno a che vedere col jazz… ma, sotto sotto, poi, chissa’… Nel progetto, pubblicato da Itinera in collaborazione col Centro Studi Musica Jazz e Contemporanea, Nastro affronta la composizione dei brani originali e inediti che compongono la raccolta partendo proprio dai suggerimenti e dalle ispirazioni che scaturiscono dal fraseggio dei grandi padri della musica barocca, classica e romantica. Nell’operazione e’ affiancato da Giulio Martino al sax tenore, Tommaso Scannapieco al contrabbasso e da Mario de Paola alla batteria, tre validissimi musicisti, anch’essi di estrazione colta, che contribuiscono alla perfetta sovrapposizione dei temi alla matrice jazz assecondando lo stile interpretativo di Nastro che, effettivamente, ricorda e si avvicina spesso proprio l’approccio pianistico luminoso e solare di Petrucciani.
Il risultato dell’operazione e’ di grande effetto; il fraseggio, fluido e dinamico, riesce a sorprendere senza apparire mai scontato e senza mai cadere nella tentazione di ricorrere ad improbabili equilibrismi stilistici e tecnici. Momenti d’intenso lirismo caratterizzano proprio Waiting For A New World, il brano che da’ il nome al disco, che non manca comunque di passaggi fortemente swing e blues. Ancora un tema struggente in To Meet Again, splendidamente rappresentato dal sax di Martino e punteggiato dal piano dell’autore, sottolinea come l’intensa ispirazione lirica, fornita dal materiale di partenza, si sia incontrata con la felice capacita’ di Nastro di tradurre gli spunti poetici d’altri tempi in musica contemporanea.
In effetti – e qui affronto consapevolmente il rischio di apparire blasfemo – le operazioni di questo tipo “allargano”, “espandono” e “donano respiro ulteriore” alle ispirazioni degli autori originali, a volte costrette dai lacci e laccioli stilistici e tecnici in cui, all’epoca, dovevano rimanere confinate.
Nel film Amadeus, magistralmente diretto dal regista Miloš Forman, si vede chiaramente come Mozart fosse spesso contrastato dal “conservatore” – e sicuramente anche un po’ invidioso – Salieri per le sue trovate compositive, considerate troppo “trasgressive” e “progressiste”. Gia’ solo per questo motivo, Mozart – ricercatore, sperimentatore, innovatore e compositore spregiudicato, che spesso osava mettere in discussione le “regole” del suo tempo – potrebbe essere considerato il precursore di tutti i jazzisti. Ecco come e perche’ le ispirazioni classiche, ripensate, rielaborate e ridisegnate da Nastro, Martino e Co., possono essere considerate, se non superiori agli originali, certamente “capolavori liberati”.
Musicisti:
Francesco Nastro – pianoforte
Giulio Martino – sax soprano e tenore
Tommaso Scannapieco – contrabbasso
Mario de Paola – percussioni
Brani:
01. Running
02. Bracing air
03. Waiting for a new world
04. What is your little game?
05. To meet again
06. Go upstream
07. Go downstream
08. Lifting power
09. I wish I had listened to you
10. Let bygones be bygones
Links:
Waiting For A New World – Itinera