Partendo da variabili concezioni del “luogo”, riconducibili dall’enorme vastità di un continente all’intimità di un domestico spazio di relax, le due dotate soliste norvegesi elettivamente pongono ad oggetto della comune rappresentazione il vivente luogo dimensionale delle foreste; l’album trova un corrispettivo, anzi un precedente librario nell’omonimo volume di Eduardo Kohn, sottotitolato “Verso un’antropologia oltre l’umano”, da cui si è mutuato il titolo per realizzare un’opera indipendente (pur ammettendo come pre-umano – e così ineluttabilmente post-umano – siano le connotazioni attribuibili al possente universo arboreo).
A suggellare il nuovo sodalizio con Sofa music, “How Forests Think” si concede lo “spazio” estensivo di un doppio album, progettuale quanto disarmante progetto affidato all’instrumentarium essenziale di un violino e un contrabbasso “non preparati” e privi di artificio sonoro alcuno, giovandosi dell’intervento co-produttivo del ‘sound artist’ Benjamin Maumus, che ha attivamente contribuito alla scoperta di “modi per incorporare ed enfatizzare le peculiarità di ogni spazio in relazione alla musica” (peraltro alternando ben quattro locations, sia urbane che naturali).
Pur agli estremi della gamma timbrica degli archi, i due strumenti articolano un simbiotico respiro espressivo, intrecciando le opposte connotazioni acustiche in una propagazione lenta da pulsazione organica; in apparenza trascesi i riferimenti alla formativa accademia, la duale cifra acustica è posta al servizio di una rappresentazione naturalistica, in cui può più l’ispirazione profonda che l’ardimento formale (che comunque non potremmo sminuire).
E pur a pari arsenale rispetto alle coppie à la Guy-Homburger (pescante con grande sapienza e non minore libertà entro il bacino classico) o i contemporanei Touchables (ben più investiti sul piano della sperimentazione formale) il duo Vilde&Inga appare eminentemente devoluto ad un’esplorazione concettuale, verso l’essenza di una mistica pre-sacrale e, anche sorvolando sulla ricorrente propensione naturalistica tra gli ingredienti della scandinava Nu-music, sarebbe appena il caso di rilevare una disposizione dei lignei strumenti ad arco in continuum fisico con l’estensione del “soma” silvestre.
Ammettiamo l’insufficienza della resa a parole dello speciale quanto ineffabile fascino di questa nuova avventura sonora, per cui s’invita all’ascolto della catturante sequenza animata da sonorità multi-stratificate e vibranti. La condivisa esplorazione dell’arcano naturale, e l’immersione entro il sommerso della coscienza planetaria esitano in un ‘trip’ di profonda libertà auto-conoscitiva da cui propaga un ostinato vagito da essenza vivente e primigenia consonanza.
Musicisti:
Vilde Sandve Alnæs, violino
Inga Margrete Aas, contrabbasso
Tracklist:
01. I 2:39
02. II 6:43
03. III 5:59
04. IV 15:44
05. V 2:29
06. VI 4:45
07. VII 2:53
08. VIII 3:43
09. IX 7:15
10. X 8:22
11. XI 4:19
12. XII 3:53
13. XIII 3:04
14. XIV 1:37
15. XV 7:50
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