VIJAY IYER TRIO
Uneasy
ECM Records
2021
Coerente alla propria attitudine di artista abituato a riflettere sulla contemporaneità nel suo rapido divenire, Iyer affida alla scelta del titolo e a quella dell’immagine di copertina (una statua della Libertà piccina, quasi persa sulla linea di un orizzonte marino offuscato da nubi) la funzione di evocare, come una metafora lucida e inequivocabile, la tragicità di questi ultimi anni. La libertà civile, frequentemente sbandierata ma poi spesso negata, del rispetto e dell’affermazione dei diritti della persona, e quella delle abitudini quotidiane, che a livello sociale ci è stata improvvisamente privata dalla corrente situazione pandemica.
Diametralmente opposto alla negatività veicolata da tali aspetti allegorici e simbolici, il versante espressivo di “Uneasy” è invece costruito sulle fondamenta più brillanti, fluide e spettacolari della scrittura e della tecnica musicali di Iyer. Il trio funziona e suona che è una meraviglia. La cantabilità timbrica e la forza propulsiva di Linda May Han Ho (cresciuta tra le fila dei progetti di Dave Douglas e segnalata al pianista dall’esigente e pignolo Ambrose Akinmusire) appronta terreno fertile alle incisive architetture ritmiche e percussive di Tyshawn Sorey, batterista che a dispetto della mole passa dal granito al velluto come fosse la cosa più naturale del mondo.
Eppure, sul variopinto fondale sonoro della sezione ritmica, il piano del leader sembra avere una voce quasi più forte, una discorsività trainata da un fiume di accordi, fraseggi e contrappunti in piena incessante. Aperta dalla rapsodica e fluorescente essenza di Children Of Flint (brano composto nel 2014, sulla scorta di un disastro ambientale dovuto alla contaminazione da piombo delle acque del fiume Flint, in Michigan, che ha avuto tragiche ripercussioni soprattutto sulla locale popolazione afroamericana) e seguita dalla vibrante ossessività in crescendo di Combat Breathing (scritta e presentata dal vivo per la prima volta sempre nel 2014 a sostegno del nascente movimento Black Lives Matter) la febbrile e concitata aura del disco prosegue con la dinamica e articolata esplorazione della classicissima Night And Day (Cole Porter), insieme a Drummer’s Song (della compianta Geri Allen) chiaro tributo al mirabolante stile di McCoy Tyner come anche alla sofisticata lezione di Bud Powell e Andrew Hill.
Quest’unica coppia di numeri altrui ben si lega al songbook personale di Iyer, che ovunque nell’album strappa applausi e attira l’ascolto senza sforzo alcuno. Lì dove composizione e improvvisazione convergono e si rimescolano tra loro, in un vortice di eleganza, vigore e passione scatenato dalla compagine, fanno bella mostra e rifulgono le trame di Uneasy (brano ideato nel 2011 per un progetto di musica e danza con la coreografa Karole Armitage), Touba (riesumato dal bel sodalizio con il rapper Mike Ladd), Retrofit (spartito del 2019, pescato dal laboratorio con il sestetto artefice dell’album “Far From Over”) e Configurations (versione aggiornata della traccia già edita nel 2001 su “Panoptic Modes”). Unico episodio per solo piano, Augury (2019) assume invece i tratti intimi e melanconici che serpeggiano anche nella conclusiva Entrustment, ballad superba e struggente che sigilla un disco pienamente riuscito, attuale e pregno di significati non solo musicali.
Voto: 9/10
Genere: Contemporary Jazz / Avant Jazz / Creative Music
Musicisti:
Vijay Iyer – piano
Linda May Han Oh – double bass
Tyshawn Sorey – drums
Tracklist:
01. Children Of Flint
02. Combat Breathing
03. Night And Day
04. Touba
05. Drummer’s Song
06. Augury
07. Configurations
08. Uneasy
09. Retrofit
10. Entrustment
Link:
Vijay Iyer
ECM Records