È la terza ed ultima serata della 25a edizione del Meeting del Mare a Marina di Camerota (Sa).
Dopo un ricco antipasto di artisti emergenti, all’ombra di luci soffuse inizia a fare capolino la “Magica musica” di Venerus, titolo del suo ultimo lavoro fresco di stampa, datato febbraio 2021.
Il cantante è accompagnato da Danilo Menna alla batteria, Danny Bronzini alla chitarra, Vittorio Gervasi al sassofono, Andrea Colicchia al basso, Arya Delgado ai cori, e dal fonico Filippo Cimatti.
Andrea Venerus, nome anagrafico del musicista che ha poi scelto di investire sul suo “cognome d’arte”, come lo definisce nel brano Il fu Venerus, vive in quello spazio musicale in cui si intersecano più insiemi: elettronica, jazz, rap, indie, dando vita a un suono difficilmente etichettabile, frutto di anni di esperienze all’estero e in Italia che lo hanno portato a elaborare uno stile così personale e al tempo stesso riconoscibile.
È sulla falsa riga della tracklist del disco che si sviluppa la prima parte del concerto, che segue con fedeltà il filo conduttore e il concept dell’album, cominciando a delineare un primo squarcio sull’onirismo delicato dell’artista lombardo.
Ogni pensiero vola, Brazil, Fuori,fuori, fuori…, Appartamento – si distendono l’una dopo l’altra come un unico grande confortante abbraccio; e il pubblico, rigorosamente seduto in ossequio alle norme post covid, si lascia coccolare senza particolari sussulti, assorto e trasognato.
Poi all’improvviso, un tuffo nel recente passato dell’artista, mette l’adrenalina in circolo: Forse ancora dorme è il primo brano a sfiorare le corde profonde della commozione; ma è Love anthem, no.1 la vera bomba sganciata dalla pancia del concerto, la molla di elettricità che fa scattare i presenti, quasi costringendoli a lasciare i posti a sedere e a cantare unendosi in un’unica voce
“Baby, baby, baby
Forse mai nessuno capirà,
Che se stiamo insieme
Questo mondo infame non ci avrà”.
Il concerto sfila via leggero, Venerus tra un pezzo e l’altro tesse le lodi della luna – invitando il pubblico ad ammirarla – che fa da faro nella notte di Marina di Camerota. E lui, vestito sempre di un alone di mistero, la luna sembra conoscerla meglio di noi, come se fosse casa sua. Torna a togliere il respiro con Sei acqua, in cui canta “prego ancora il cielo, anche se ho perso Dio”, e non a caso Venerus sembra vestire i panni dello sciamano romantico, il centro di gravità della liturgia laica in atto. Riempiono ancora l’aria Una certa solitudine, Solo dove vai tu, Lucy. La band spreme il succo del concerto facendo esplodere la vitalità e la tenerezza delle note di Magica musica.
Dopo questa iniezione d’energia, l’atmosfera torna a farsi soave, quasi come se il concerto si trasformasse nel sottofondo di un “altrove” – altro brano che Venerus ripesca dalla sua discografia. Tra gli estratti meno recenti abbiamo anche Il fu Venerus e Dreamliner, che accompagnano il concerto verso il capolinea.
Nel frattempo Venerus ha anche il tempo di regalare l’ascolto di un inedito, senza presentarlo, semplicemente puntandolo dritto al cuore dell’uditorio.
Il pubblico torna a cantare con Canzone per un amico, preceduta da un messaggio: non abbiate mai paura di ricordare a chi vi è vicino quanto lo amate, parole che profumano di profondità e purezza.
Poi il prestigiatore Venerus e i suoi scompaiano dietro il fumo e le luci del palco. Riappariranno per un’ultima perla, Luci, dopodiché risalgono sulla loro navicella per tornare a casa, in orbita nello spazio che sembra appartenergli.
Venerus
25 luglio 2021
Molo Grande – Marina di Camerota (SA)