Hourglass – ovvero La Clessidra – parla di quel momento in cui decidi che tutto (una storia d’amore, un percorso, la vita) può ricominciare daccapo con un semplice “flip”, una rapida giravolta, un’inversione a U. Giri la clessidra, e la sabbia ricomincia a scendere. Sempre la stessa sabbia, sempre la stessa storia, si potrebbe pensare. Invece ogni volta è nuova, e fresca, come il tempo che segna, che è sempre nuovo e sempre si rinnova.
E quindi tutto è uguale, ma tutto è nuovo, e diverso. Come la successione dei granelli di sabbia che cadono, una sequenza mai uguale a quella precedente.
Hourglass è questo: è una storia d’amore e di vita che da splendore si è fatta tenebra, e allora riuscire a tornare a quel sole sembra uno sforzo improponibile, sovrumano. Forse è più facile abbandonarsi al dolore e al rimpianto. E invece la soluzione, a volte, è più semplice di quello che sembra.
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Hourglass è, musicalmente, un viaggio continuo tra Italia e USA. Come il percorso artistico di Valerio Piccolo, un filo sempre teso attraverso l’oceano (alimentato anche dal suo essere traduttore di grandissimi film americani). Una musica non sempre etichettabile, una fusione personale e originale di mondi distanti. Non è un caso che in questo viaggio ci siano musicisti dai passati differenti, ma tutti con un grande respiro (musicale) internazionale. Nonché già presenti in quasi tutti i lavori di Valerio Piccolo. Dagli arrangiamenti e le chitarre di Massimo Roccaforte (produttore artistico e chitarrista storico di Carmen Consoli, e da sempre produttore artistico di Valerio Piccolo) al basso di Mike Visceglia (newyorkese DOC, musical director e bassista di Suzanne Vega per quasi 30 anni), al violoncello di Gionata Costa (Quintorigo), alla batteria di Simone Prattico (grande esperto di contaminazioni, oscilla tra il jazz del suo trio – acclamato in USA e Canada – alle sonorità trasversali di un cantautore come Piers Faccini). Non è un caso che questo pezzo sia cantato in inglese, una lingua ritenuta il collante ideale di questo collage musicale.
Hourglass è infine, musicalmente, un testimone tra presente e futuro di Valerio Piccolo. Una sorta di apripista per il prossimo progetto musicale, in uscita americana a ottobre 2018. Un “conceptual album” (meno altisonante di “concept album”) scritto a 4 mani con Rick Moody (https://www.minimumfax.com/autore/rick-moody-1712), romanziere best-seller americano, grande esperto di musica e musicista egli stesso. Il disco, dal titolo provvisorio “Adam and the Animals”, anche questo tutto in lingua inglese, prende spunto dall’Eden per raccontare storie eterogenee. Quando Adamo era nell’Eden, prima della creazione di Eva, si annoiava molto. Così Dio gli diede un compito: dare un nome a tutti gli animali che aveva creato. E solo allora, decise di creargli Eva. Le 10 tracce del disco saranno esattamente così. “Adamo si annoia”, poi otto animali, e poi “Eva”. Ogni traccia, ovviamente, scevra del contenuto religioso, sarà un pretesto per raccontare storie ordinarie o storie di personaggi famosi nell’immaginario letterario. Un progetto atteso, dopo che Valerio Piccolo, due anni fa, ha portato negli USA le poesie di 9 artisti contemporanei americani, trasformate in canzone. Meritandosi l’appellativo “Il cantante degli scrittori”.
Valerio Piccolo – voce, chitarra acustica
Massico Roccaforte – chitarre
Mike Visceglia – basso
Gionata Costa – violoncello
Vincenzo Lucarelli – hammond
Simone Prattico – batteria
Radio date: 19 giugno 2018
Autoproduzione
BIO
Valerio Piccolo. Cantautore e chitarrista.
Nato a Caserta, vive la sua vita artistica tra Roma e New York.
Dall’anno 2000 è il traduttore ufficiale della folksinger americana Suzanne Vega, con cui collabora per diversi progetti artistici:
- dal 2000 al 2004 è a più riprese sul palco insieme alla Vega per il “Solitude Standing Tour”, uno show prodotto dalla casa editrice minimum fax: oltre 30 repliche in tutta Italia, e la realizzazione di un DVD dello show registrato all’Auditorium di Roma. “Solitude Standing” è un format originale in cui l’artista americana e Valerio Piccolo alternano canzoni a parentesi di reading e storie di vita vissuta.
- dal 2007 al 2012 apre le date italiane dei suoi tour europei.
- nel 2010, a New York, incide con lei un duetto, “Suono nell’aria”, singolo dell’EP omonimo pubblicato nel giugno 2011.
Dal 2006 in poi è di frequente in tour negli Stati Uniti. Principalmente a New York, dove si esibisce con la sua band americana in locali storici del Village e del Lower East Side come “The Bitter End” o “The Living Room”. Ma anche in Texas, nella fervida realtà musicale di Austin, dove ha esordito con due concerti nel 2010.
Nel maggio 2007, con un concerto/anteprima per l’imminente uscita del disco d’esordio, è in cartellone nella terza edizione della rassegna nazionale “Capua tra letteratura e musica”. (tra gli ospiti musicali delle varie edizioni del festival: Mario Venuti, Federico Zampaglione, Banda Osiris, Peppe Servillo).
Nel novembre 2007 pubblica il suo primo album, “Manhattan Sessions” (La filibusta/Goodfellas), prodotto da Mike Visceglia (per oltre 20 anni bassista e musical director di Suzanne Vega) e registrato per nove decimi al Looking Glass Studios di New York.
Nel novembre 2008 cura la colonna sonora del documentario “War Zones” del regista Gianclaudio Guiducci (già finalista al premio David di Donatello).
Nel 2010, in occasione di un mini-tour americano tra New York e il Texas, esce – completamente autoprodotto – il cd/45 giri “Union Square”, contenente due brani in lingua inglese. Nel giugno 2011 pubblica, su etichetta Tomobiki/Venus, l’EP “Suono nell’Aria”. Prodotto artisticamente da Massimo Roccaforte (produttore/chitarrista di Carmen Consoli), l’EP contiene il singolo “Suono nell’Aria/Freeze Tag”, un duetto con la folk singer Suzanne Vega, che viene trasmesso da molte radio nazionali e inserito per un mese nella playlist di Radio2.
Nel 2012 è anche l’apertura ufficiale del tour estivo di Paola Turci.
Nel 2013 è di nuovo a New York, questa volta per musicare un testo della scrittrice e regista teatrale italiana Francesca Zanni, interpretato in lingua inglese dallo storyteller di Brooklyn Isaac Butler. La performance va in scena al Cornelia Street Cafe, tra i palchi più antichi del Greenwich Village.
Nel frattempo comincia a lavorare al suo progetto più importante, Poetry.
Valerio traduce, adatta e mette in musica 9 poesie scritte per lui da grandi poeti/romanzieri/cantautori americani (tra i nomi che hanno aderito al progetto, bestseller come Rick Moody e Jonathan Lethem, il romanziere e critico musicale della rivista New Yorker Ben Greenman, cantautrici del calibro di Suzanne Vega).
Poetry diventa un album, prodotto da Massimo Roccaforte e pubblicato nel marzo 2014 su etichetta Novunque. Nel disco, accanto all’ossatura della band formata da Valerio, da Massimo Roccaforte e dai fratelli Gionata e Andrea Costa (violoncello e violino dei Quintorigo), spuntano anche ospiti come Neri Marcorè (che duetta con Valerio nel brano “Maledizione”) e Ferruccio Spinetti (guest star al contrabbasso ne “Il guardiano del faro”).
Il singolo dell’album, “Ordine”, tratto da una poesia di Suzanne Vega, viene lanciato con un videoclip scritto e diretto da Francesca Zanni e interpretato da attori come Lucia Ocone, Jacopo Olmo Antinori, Antonella Attili, Ignazio Oliva e Arcangelo Iannace.
Le canzoni dell’album sono anche parte integrante dello spettacolo di teatro-poesia-canzone “Poetry/Poesia”, scritto e diretto da Francesca Zanni.
In scena, oltre a Valerio Piccolo, a Massimo Roccaforte e ai fratelli Costa, l’attore Ignazio Oliva.
Nell’estate del 2014, Valerio scrive 6 canzoni inedite (in lingua inglese) che formano la colonna sonora di una piéce prodotta dal Rattlestick Playwrights Theatre di New York. L’opera, dal titolo “When We Were Good”, è scritta da David Van Asselt.
Nell’Aprile del 2015, un tour di anteprime in Spagna segna l’inizio del progetto “Poetry Notes”, interamente in lingua inglese.
Il 27 maggio 2016 esce negli Stati Uniti “Poetry Notes”, la versione “originale” del progetto “Poetry”, con tutte le canzoni/poesie restituite alla loro lingua madre. L’uscita del disco è accompagnata da un tour promozionale americano che tocca 10 stati, tra radio indipendenti, librerie e istituti di cultura italiani e americani.
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