Il singolo di presentazione si intitola “L’appapparenza” e annovera la prestigiosa partecipazione di Caparezza. Il loro album uscito da poco si chiama Fiori innocenti. Loro sono gli U’Papun, gruppo pugliese dalle mille sfaccettature racchiuse in sedici tracce incalzanti, riflessive, concitate, drammatiche, allegre, spiazzanti, travolgenti; in una sola parola, uniche. Scopriamone di piu’ con il front man della band, Alfredo Colella.
Sound Contest: Per U’Papun si intende l’uomo nero nel vernacolo barese. Come mai avete deciso di chiamarvi proprio cosi’?
Alfredo Colella: Volevamo dare un tocco tradizionale al nostro nome, poiche’ la nostra musica nasce come contaminazione tra il rock e la canzone popolare; U’Papun e’ un nome genuino legato alla tradizione della nostra terra e poi teatralmente ha una sua valenza, dal momento che l’uomo nero compare anche durante i nostri live in alcuni brani.
Come nascono i vostri pezzi?
Beh, finora buona parte delle volte ho proposto delle canzoni che poi la band ha stravolto: spesso infatti e’ accaduto che ho portato una voce ed una linea melodica e poi tutti insieme abbiamo lavorato sull’arrangiamento in modo molto creativo, facendo cosi’ assumere al pezzo una direzione totalmente diversa rispetto a quella originaria; altre volte e’ capitato che da un semplice giro di accordi abbiamo costruito tutto il brano.
Non avete mai nascosto le influenze che hanno esercitato sul vostro sound artisti quali Pfm, Area, Gaber, De Andre’ e System of a Down. A quale tra questi gruppi o a quale tra questi cantautori vi sentite piu’ legati?
Gli U’Papun si sono incontrati quasi come si incontrarono la Pfm e Fabrizio De Andre’. Io sono un cantautore e avevo gia’ scritto alcuni pezzi miei, invece il chitarrista e il batterista avevano una band progressive e poi successivamente sono entrati nel gruppo anche gli altri. In sintesi siamo tutti molto legati all’Italia progressive e cantautorale degli anni ’70, ma il nostro approccio e’ piu’ moderno e quindi piu’ alla System of a Down. In Fiori innocenti poi c’e’ spazio anche per il teatro-canzone e per altri riferimenti a Gaber o a De Andre’, ma piu’ in generale non siamo legati ad un’artista in particolare, perche’ il nostro obiettivo e’ quello di comunicare il nostro messaggio nel modo che riteniamo piu’ appropriato, talvolta dimenticandoci anche delle nostre stesse influenze musicali.
Demetrio Stratos, indimenticato cantante degli Area, per presentare la sua band in uno speciale Rai del 1976 disse: