Prendiamo spunto dal suo ultimo lavoro, Migranti, per analizzare le diverse componenti che influenzano Marco Zurzolo nel creare la sua “fusion”, le contaminazioni che caratterizzano la sua musica – prima in assoluto, la napoletanita’, il mediterraneo, le sue origini, che sono sempre presenti nel suoi lavori – gli aspetti emotivi e le collaborazioni che lo condizionano nelle sue composizioni. Un blues col sapore di mare, di sole, di tammorre e di colori.
Nel bel mezzo del tumulto culturale che attraversava Napoli dopo la seconda meta’ degli anni settanta, muoveva i primi passi Marco Zurzolo, allora giovanissimo musicista, diplomato in flauto – ma che aveva poi scelto il sax alto – ed in composizione jazz. Zurzolo entrera’ subito a pieno diritto a fare parte di questo movimento culturale e passera’ subito dopo a muovere passi propri, a ricercare vie originali di contaminazioni e misticanze musicali, attingendo a piene mani dai ritmi ancestrali della musicalita’ dei neri d’Africa, identificandone e valorizzandone le attinenze con le radici della musica mediterranea. Il tutto condito da una fantasia ed una sensibilita’ che e’ riconosciuta da un pubblico sempre piu’ vasto, che si trova subito in sintonia con il suo modo di amalgamare il vecchio ed il nuovo, di re-interpretare una canzone tradizionale del cinquecento, cosi’ come un classico di Raffaele Viviani, con una base ritmica di sapore tribale che si stempera come d’incanto in una struggente frase romantica.
La profonda stima di cui gode in molti ambienti musicali, ed in particolate in quello napoletano, ed il profondo radicamento nel territorio fanno di Marco Zurzolo una figura molto presente con diverse formazioni e nelle migliori manifestazioni musicali.
Di tutto questo abbiamo avuto l’opportunita’ di discutere direttamente con l’alto-saxofonista jazz partenopeo in occasione della sua partecipazione a Pomigliano Jazz Festival 2009 e di sentire in diretta i suoi commenti e le sue osservazioni.
“Resto sempre legato alle mie radici per il semplice fatto che trovo nella mia terra ispirazione e stimoli continui – spiega Zurzolo – nonostante la mia citta’, in questo momento non stia vivendo un momento felice, resta a mio avviso un posto di inesauribile energia e fonte d’ispirazione. MIGRANTI e’ sicuramente un lavoro a sfondo sociale ma raccoglie tutta la poetica della musica del sud e non solo.“
Ma nella sua musica sono fortemente presenti altre componenti, come il blues nero, il jazz, e le altre influenze d’oltreoceano. “Io sono un musicista di estrazione classica – continua Marco – ho lavorato con tanti grandi della musica sia jazz che etnica rock ecc. Il mio lavoro e’ quello di non escludere nessun genere musicale, amo tutta la musica suonata e quindi come un pittore scelgo i colori e le sfumature piu’ idonee al mio momento di vita.“
Nei tessuti musicali di Migranti si avvertono immediatamente anche forti connotazioni della musica proveniente dall’altro lato del mediterraneo, dall’Africa e dal sud del mondo. “L’Africa e’ un posto magico, tutte le volte che ci sono stato per tourne’e ho trovato sempre ospitalita’ di grande livello, sebbene le condizioni di vita siano per alcuni luoghi disastrose, le persone conservano una dignita’ antica che rende il loro comportamento eccezionale. Non e’ importante saper parlare la stessa lingua, li dove non puo’ la politica, riesce la musica.”
Un contributo prezioso nella riuscita dei progetti musicali di Marco Zurzolo deriva dalle collaborazioni con musicisti di talento con cui sa sempre accompagnarsi con grande oculatezza, incrociando esperienze provenienti da tutto il mondo, compreso un coro di bambini. “Devo dire che nei miei cd chiedo sempre la collaborazione a musicisti del mio Paese specialmente Campani, in 7 e mezzo poi ho fatto un grande incontro con Marc Johnson (il contrabbassista di Bill Evans).” A questo punto Marco non sa nascondere una punta d’orgoglio. “Infatti, lavorando per la mia stessa etichetta, Egea, per caso ha ascoltato dei miei cd ed e’ stato proprio lui ad esprimere la voglia di una collaborazione con me. Trovo che Marc sia uno dei musicisti piu’ interessanti del panorama musicale d’avanguardia. Per quanto riguarda i bambini, sono la mia vita, li adoro, ho fatto cantare cori africani e italiani, sono fantastici.”
Un aspetto che incrocia trasversalmente tutti i progetti di Marco Zurzolo e’ l’impegno sociale verso i popoli piu’ sfortunati. “Migranti” sono quelli che oggi ci raggiungono da terre lontane, segnate dalla miseria e dalle guerre, come “Migranti” sono stati i nostri antenati, neppure tantissimi anni fa, quando le grandi miserie erano in casa nostra. Io penso – dice Zurzolo – che la vita stessa sia migrante, noi siamo nati con l’idea di viaggiare, di spostarci di continuo, ma tutto ha un senso se abbiamo un luogo dove tornare, i punti di riferimento sono indispensabili sono l’essenza della vita stessa.”
Pomigliano Jazz e’ una grande iniziativa culturale ma, proprio Pomigliano, e’ una terra in cui convivono gravi problemi, come le minacce di aumento della disoccupazione. Gli incentivi alla cultura, com’e’ questa grande iniziativa dedicata al jazz, che si porta avanti da anni, e’ la via maestra per contrastare i tanti problemi che, in tempi di crisi, attanagliano sempre di piu’ il nostro sud. Marco Zurzolo insegna musica ed e’ sempre a stretto contatto con i giovani, ed ha delle opinioni precise in proposito. “Credo che Pomigliano svolga un grande lavoro, – afferma ancora Zurzolo – e dovrebbe essere presa ad esempio per la promozione del territorio da molte altre citta’. Ai giovani mi rivolgo tutti i giorni, il mio gruppo e’ formato da ragazzi, spero che per loro ci possa essere un grande futuro, molto di piu’ di quello che c’e’ stato fino ad oggi.”
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