UMBRIA JAZZ 2019 | Successo nel primo weekend

Venerdì 12 luglio ha avuto inizio la quarantaseiesima edizione di UJ: molte le novità e gli appuntamenti divenuti ormai un classico della manifestazione che si alternano per accogliere un pubblico sempre più numeroso, che fa registrare il sold out per l’intero weekend negli alloggi del centro storico, confermando ancora una volta quanto fortemente sostenuto dal Patron di Umbria Jazz, Carlo Pagnotta: è palpabile quanto il festival possa incidere in maniera positivamente impattante sul fare accoglienza turistica a tutto tondo e stimolare la relativa crescita delle attività economiche legate all’indotto turistico del territorio perugino ed umbro in generale.

Il meteo che caratterizza queste prime giornate è variegato come il programma: momenti soleggiati e prettamente estivi si alternano a scrosci di pioggia con temperature rese improvvisamente più basse anche da un persistente vento: ma la musica ed il popolo di UJ vanno avanti e non mancano di presenziare con entusiasmo ai tanti appuntamenti proposti.
Partiamo dai grandi nomi dell’Arena Santa Giuliana: venerdì 12 luglio, dopo un doveroso omaggio alla memoria di Joao Gilberto mediante un video in cui si esibí eseguendo Estate, si comincia con la Robben Ford Band: il grande chitarrista e la sua affiatata band iniziano l’esibizione sotto una pioggia battente, che non scoraggia gli spettatori, sin da subito totalmente immersi nell’atmosfera blues in grande stile che li circonda; cambio palco e la scena diventa pop, grazie allo splendido duo “We’re On A Mission From God” composto da Max Gazze’ ed Alex Britti che, alternandosi nell’esecuzione dei loro brani più famosi – come Vento D’Estate, Sotto Casa, Mentre Dormi, Annina per Gazze’ e Gelido, Jazz, Oggi Sono Io e Solo Una Volta per Britti – ritrovano il comune sentire in chiave blues e gli conferiscono connotazioni jazz anche grazie all’apporto della tromba di Flavio Boltro e della batteria del musicista francese, Manu Katche’.

Foto di Mario Catuogno di Spectra Foto

Sabato 13 luglio, il concerto di apertura è invece quello della Band del crooner americano Allan Harris, vincitore del Referendum della critica di Downbeat come miglior Rising Star Jazz Vocalist: Harris appassiona il pubblico con la sua splendida e calda voce, omaggiando l’Italia con la sempre bellissima Non Dimenticar ed alternando brani di atmosfera romantica ad altri di più chiara matrice blues, durante i quali ama accompagnarsi con la chitarra; ed ecco, nel secondo ed atteso concerto, la voce ed il pianismo di Diana Krall, premiata con due Grammy Awards: un’eterea bellezza, che, a tratti ‘confusa’ e quasi ‘persa’ tra le note e le grandi emozioni del momento, si esibisce con una band da mille una notte, con Robert Hurst, Karriem Riggins ed un eccezionale Joe Lovano al sax che infiamma la platea dell’Arena con i suoi spettacolari virtuosismi, toccando l’apice con l’interpretazione di Cry Me To The River.

Foto di Mario Catuogno di Spectra Foto

Domenica 14 luglio è di scena l’Avvocato del jazz, Paolo Conte, che celebra i cinquant’anni di Azzurro. Concerto sold out per questo sopraffino artista, intelligente e colto: Sotto Le Stelle Del Jazz subito conquista l’Arena, così come gli altri classici come Gioco D’Azzardo, Come Di, Snob, Via Con Me, eseguita anche nel bis – ad una velocità straordinaria – ed il Diavolo Rosso, un capolavoro assoluto della durata di sedici minuti, tra note spettacolari ed accattivanti fraseggi vocali.  Una particolarità, degna dell’arguzia di Conte, mai scontato: la “festeggiata” Azzurro, a grande sorpresa, non è stata inclusa nella scaletta!

 


Non è da meno, in quanto a qualità, la programmazione più squisitamente jazz del Teatro Morlacchi: sabato 13 luglio, alle 17,00, apertura alla grande con un tributo ai sessant’anni di carriera di Gino Paoli: due concerti in uno, i brani dell’ultimo disco eseguiti con Danilo Rea al pianoforte e l’Orchestra da Camera di Perugia per la direzione del Maestro Marcello Sirignano e l’altro, quello in cui Paolo regala al pubblico i suoi brani classici, con Rita Marcotulli al piano, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Alfredo Golino alla batteria. Si susseguono vari evergreen della carriera di Paoli, come Senza Fine e Sapore di Sale, ma non mancano alcuni applauditi omaggi alla canzone d’autore nazionale.

Foto di Mario Catuogno di Spectra Foto

Domenica 14 luglio, l’appuntamento ‘round midnight è con imperdibile l’Art Blakey Centennial del sestetto The Messenger Legacy, tributo al batterista bop di Pittsburgh Art Blakey, che definì il ruolo del drummer e cambiò il senso della batteria nel jazz moderno. Il batterista del gruppo, Ralph Peterson jr, fu scelto da Blakey in persona come secondo batterista per suonare nei Jazz Messenger, la band hard bop di cui lui stesso era direttore d’orchestra. Di Peterson è questo riuscito progetto e sono sue pure le convocazioni dei musicisti presenti a UJ: Bobby Watson e Bill Pierce ai sassofoni, Anthony Wonsey al piano, Brian Lynch alla tromba e Curtis Lundy al basso. Spettacolo!

 


Tante le locations per i concerti gratuiti: innanzitutto, le vie del centro storico, dove il brio e le note dei Funk Off, marching band ufficiale del festival, non mancano di intrattenerci durante le due marcianti giornaliere delle 11.30 e delle 18.30.

C’è poi il grande palco di Piazza IV Novembre, dove si alternano i giovani talenti delle band provenienti da varie Università americane, le clinics della Berklee School of Music ed i tanti musicisti d’oltre confine, che conferiscono a questa location una scelta variegata di proposte a livello internazionale.

Qui applaudiamo l’ironia e l’arte del sassofonista Ray Gelato e dei suoi Friends che ci conquistano subito, mentre propongono uno spumeggiante e spensierato programma, dove non mancano omaggi all’Italia come Buonasera signorina di Fred Buscaglione, That’s Amore di Dean Martin e Tu Vuo’ Fa’ L’Americano di Carosone.

Ed ancora, ci incantiamo alla potente voce di Thornetta Davis, originaria di Detroit, mentre coinvolge il pubblico con i suoi virtuosismi blues e la sua grande presenza scenica e capacità intrattenitiva.
Per una pausa al fresco degli alberi, una bibita o uno snack, come non fermarsi ai Giardini Carducci, che risuonano di note dalle 13.00 a fin oltre la mezzanotte in ogni giorno della manifestazione?

Applaudiamo quindi il chitarrista americano Bobby Broom e la sua Organi-sation, una accattivante formazione in trio chitarra-organo-batteria.

E come non mantenere il ritmo al suono dixieland e swing della tromba e della band di Michael Supnick, mentre provetti – sul palco – ed improvvisati e pur spigliati ballerini – nel pubblico – ci conquistano con i loro volteggi tutti intorno?

Impossibile poi perdersi gli Accordi Disaccordi ed il loro elegante gipsy jazz: Alessandro Di Virgilio e Dario Berlucchi alle chitarre e Dario Scopesi al contrabbasso conquistano tutti alle prime note, eseguendo sia brani originali, che standard.

Ed ancora, riscopriamo e riascoltiamo piacevolmente, in un contesto più raccolto rispetto all’Arena, la voce e le note di Allan Harris, divenuto ormai una presenza classica ed apprezzatissima di Umbria Jazz come resident artist.

Infine, davvero imperdibili, sono la voce e la verve soul di Wee Willie Walker e le note della Anthony Paul’s Soul Orchestra che ci presentano un vastissimo repertorio di grande Black Music, che strizza l’occhio al gospel ed al R&B.

Non ultime, le grandi ed apprezzate novità di questa edizione del festival: un manifesto ecologico, rafforzato dallo slogan “Wake Up! Music Will Save The Planet!” firmato e sottoscritto da molti degli artisti presenti, che si impegna a rendere UJ sempre più ecosostenibile, per un risultato total green da raggiungere entro l’edizione del cinquantennale nel 2023: i primi passi avanti sono i bicchieri riciclabili, disponibili nei punti di ristoro ufficiali dei Giardini Carducci e dell’Arena Santa Giuliana, nonché le borracce per l’acqua in dotazione sul palco per ogni artista presente nel programma.
Apprezzatissimi e frequentatissimi gli appuntamenti di UJ for Kids, lo spazio dedicato ai bambini al Chiostro di San Fiorenzo che, grazie anche ai laboratori ritmici tenuti dal facilitatore Stefano Baroni, avvicinano i bimbi – e con loro i nonni ed i genitori che li accompagnano – alla musica e potranno contribuire a formare la generazione di spettatori del jazz di domani.

Fabrizio Croce è stato il curatore del programma del chiostro che prevederà anche la partecipazione di vari musicisti del festival che interagiranno con i bambini durante alcuni dei laboratori.
Via della Viola è una nuova location del festival, che si è subito rivelata gradita al pubblico: frequentatissime, infatti, sono le Jam sessions notturne al Jazz Club Méliés, dove l’eccezionale resident band formata da Piero Odorici e Daniele Scannapieco al sax tenore, Andrea Pozza al piano, Aldo Zunino al contrabbasso ed Anthony Pinciotti alla batteria accoglie i tanti colleghi musicisti che improvvisano con loro fino alle prime note dell’alba, deliziando i presenti con inedite formazioni ed incredibili virtuosismi musicali.

Grandissimo apprezzamento e partecipazione si sono riscontrati anche per i momenti dedicati al ballo swing, organizzati dalla scuola perugina di ballo Happy Feet: laboratori mattutini per bambini, lezioni per gli adulti al pomeriggio e ballo libero con musica live in altri momenti: momenti di aggregazione e spensieratezza che hanno maggiormente arricchito la manifestazione con una briosa ed accattivante marcia in più!

E voi, che aspettate per tuffarvi nella spettacolare musica e nella magica atmosfera di UJ?

Foto di Mario Catuogno di Spectra Foto

E ancora tante altre foto dell’ultima edizione di Umbria Jazz 2019