Si e’ svolto con successo il Jazz Workshop, alla sua seconda edizione, tenuto dal pianista Giacomo Aula a Torre Orsaia, antico centro di origine medievale nella provincia di Salerno.
Ad ospitarlo il Centro Culturale di Iniziative Sociali del comune cilentano, dove – e’ evidente fin dalla prima occhiata – si svolgono una miriade di iniziative di pubblico interesse, dalla ludoteca per i piu’ piccoli alle iniziative informatiche, multimediali e teatrali, dalla scuola di musica al presepe vivente di Natale, all’insegna della conservazione e rivalutazione delle antiche tradizioni popolari.
Il progetto di questa seconda edizione del workshop ha riguardato gli elementi di perfezionamento e divulgazione della musica afroamericana in generale, cui il jazz appartiene di diritto in quanto evoluzione del blues dei negri americani.
Interessante ed abbastanza originale l’approccio all’insegnamento di Aula, anticonformista e polistrumentale, aperto ai musicisti esperti come ai neofiti, alla ricerca di punti di congiunzione e di contaminazioni, basato sull’apprendimento istintivo prima che sulla formalizzazione colta della tecnica musicale. Questo proprio nello spirito delle origini del blues, musica popolare, istintiva, spontanea e “collettiva” per antonomasia, che si tramandava, evolveva e sviluppava di generazione in generazione dalle tradizioni orali prima che con la notazione musicale, come forma di accompagnamento al lavoro degli schiavi neri, contadini nei campi, operai e manovali nei cantieri.
Giacomo Aula, nato a Lagonegro, un importante centro in provincia di Potenza, coniuga all’eredita’ della sua formazione culturale di base, naturalmente mediterranea, la serieta’ ed il rigore teutonici, acquisiti dalla sua lunga militanza in quel di Berlino, dove opera e lavora da anni nel campo della produzione musicale portando avanti diversi progetti artistici, con la puntigliosa ricerca delle origini della musica jazz e dei suoi padri, nell’America dei primissimi anni del ‘900.
Parte integrante del workshop un’interessantissima guida all’ascolto, costituita da un piccolo concerto di piano, quasi solo, in quanto accompagnato in un brano da un bassista, allievo del workshop, ed in altri due brani dal chitarrista jazz Cristian Paduano, collaboratore abituale dei progetti di Aula, che ha ricordato il grande “Manouche” Django Reinhardt.
L’ascolto di ogni brano e’ stato intercalato da una spiegazione di Aula, che ha inquadrato il brano nel periodo storico, ne ha illustrato origini ed aneddoti e ne ha sottolineato aspetti nascosti e di non immediata percezione. Il pubblico ha risposto con interesse, curiosita’ ed entusiasmo agli inevitabili omaggi a Bill Evans, a Duke Ellington, a Louis Armstrong, ad Antonio Carlos Jobim, in un viaggio virtuale che, attraverso il racconto e gli esempi, ha spaziato dal ragtime alle marching band e dallo swing al bebop ed alla bossa nova.
L’iniziativa si e’ svolta in collaborazione con