TIM BERNE’S SNAKEOIL | You’ve Been Watching Me

TIM BERNE'S SNAKEOIL

ECM Records
2015

Con “You’ve Been Watching Me” Tim Berne mette le ali al progetto Snakeoil, rivedendo il rapporto tra impro e scrittura alla luce d’una strepitosa chiave di lettura. La scelta di dare maggiore vigore armonico con la chitarra di Ryan Ferreira si rivela acuta e indovinata sin nell’iniziale Lost In Redding. Una traccia il cui motivo guida, aggrovigliato e frenetico, sdoppiato e triplicato dalle linee melodiche in voluto contrasto tra loro di piano e contralto, ottiene un fresco effetto polifonico se non dodecafonico. Nel recinto di tali note e accordi in progressiva evoluzione entrano ed escono effetti elettronici, clarinetto basso, ruvide sfumature elettriche, nonché le percussioni e il vibrafono del fenomenale Ches Smith.

 

I numerosi cambi ritmici e climatici, che in questo disco sono brillantemente dosati, si fanno apprezzare nella loro precisa funzionalità anche nella successiva Small World In A Small Town, che con i suoi diciotto minuti costituisce il brano più esteso dei sette in scaletta. Sebbene abilmente variato, qui è percepibile il medesimo tema melodico del brano precedente. Nel lungo intro, la sua “mascherata” atonalità è finemente cesellata solo dal piano di Matt Michell e dal contralto del leader. Poco a poco, quasi di sotterfugio, entrano in azione anche Ches Smith e il clarinettista  Oscar Noriega, quest’ultimo protagonista di un bel solo centrale, contrappuntato dal piano di Mitchell e dai soffici giochi timbrici del batterista. Nella coda finale gli strumenti del gruppo si raccolgono insieme per dar vita ad un vertiginoso crescendo, messaggero di urbana inquietudine e lisergica psicosi.

Tali effetti disorientanti informano l’incipit di Embraceable Me, dove però Berne, Noriega e Mitchell prendono presto il sopravvento per costruire un’astratta e torbida aria cameristica. Nell’ostinato semplice ma tonalmente cupo del piano il contralto di Berne dilata in modo spettrale la propria voce, scaraventato nel vuoto dal fraseggio dissonante e allucinato di Ferreira e dal passo marziale di Smith. Dalle forti e convulse atmosfere “dark” della breve Angles si transita alla riconciliante tregua di You’ve Been Watching Me, intermezzo per sola chitarra acustica finemente intessuto da Ferreira. Notturno ma tutt’altro che rassicurante, il severo mood colto-cameristico di Semi-Self Detached occupa gran parte della composizione. Il sinistro gioco chiaroscurale degli accenti e dei silenzi è rotto con un forte registro “free” dall’ancia di Berne, che trascina con sé in fondo al precipizio anche il vibrafono e le percussioni di Smith.

 

Con False Impressions si ricomincia dal tema iniziale, disfatto e trafitto da un impietoso attacco di sax, piano e chitarra elettrica. Il sofisticato lavoro di Mitchell tira sempre dalle parti della moderna dodecafonia, asciuga il suono sino ad estiguerlo del tutto. A rianimarlo provvedono Berne e Noriega, con un bel contorno di squillanti timbri prodotti dal vibrafono. Ognuno sembra andarsene e suonare per conto proprio ma nell’epilogo le note degli strumenti convergono, depositando in testa l’impressione di un formidabile spettacolo esecutivo e creativo.

 

Voto: 8/10

Genere: Impro / Avant Jazz / Creative Music

 

 

Musicisti:

Tim Berne – alto sax

Oscar Noriega – clarinet, bass clarinet

Ryan Ferreira – electric guitar, acoustic guitar

Matt Mitchell – piano, electronics

Ches Smith – drums, percussion, vibes, timpani

 

 

Brani:

01. Lost In Redding

02. Small World In A Small Town

03. Embraceable Me

04. Angles

05. You’ve Been Watching Me

06. Semi-Self Detached

07. False Impressions

 

 

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