THE TIES AND THE LIES | Bologna New Mexico solo andata

Il nuovo Ep dei The Ties And The Lies prende ispirazione dall’America e in quella terra fonda le sue origini, il suo divenire e quel gusto Tex Mex divenuto pian piano negli anni il pop mondiale. Ballate che da Jackson Browne e Guns N’ Roses arrivano dritte nel cuore senza preoccuparsi troppo delle forme e dei suoni che, va detto, non sono cose curate al millimetro… cosa che invece oggi vorremmo poter pretendere da tutti gli ascolti. I bolognesi non puzzano di periferia cittadina, ma profumano di aria aperta di campi. Stona appena l’immagine e la metafora di un divano nel video di lancio del singolo “Home is where the heart is”, la sedentarietà non è per loro che invece invitano e, anzi, obbligano al viaggio, spirituale e culturale. Tornando a citare proprio questo singolo: la casa è quella dove vivono le nostre emozioni e non le nostre cose. Con questo nuovo disco dal titolo “Truth or Consequences” ci divertiamo ad ascoltare il classico americano made in italy che ai più non farà impazzire, ma che ogni tanto ci vuole… “ogni spesso” direi anche. Bel rock…

 

 

Leggendo la storia del titolo del vostro disco. Una cittadinanza che salva il posto in cui vive. Siamo nel NEW MEXICO. Ma secondo voi in Italian sarebbe mai possibile una cosa simile?

Paragonare l’Italia all’America è difficile: sono contesti che muovono da presupposti troppo diversi. Probabilmente non ci sono da noi Paesi che hanno preso il nome da Show radio o TV, ma questo non significa che anche la nostra periferia non abbia personalità da vendere o caratteristiche adatte per ambientarci un disco. Anzi, noi veniamo proprio da lì, e c’è tanto di tutto questo in questo disco.

 

La vostra reale condizione di “casa”? Al di la della metafora che cantate nel vostro singolo.

Non c’è metafora in “Home is where the heart is”. La casa è proprio quella di cui si parla nel brano: è il luogo degli affetti veri, degli amici, della famiglia. Ed è il luogo privo di sovrastrutture, privo di verità eterodirette. È il posto dove si sta bene.

 

Traducendo il titolo del disco: obblighi o verità. Tutte caratteristiche e/o doveri scomodissimi oggi. Secondo voi, questa è una generazione capace di tener testa ad impegni simili?

Per citare Chuck Palahniuk, “siamo i figli di mezzo della storia: non abbiamo la Grande Guerra nè la Grande Depressione”. Siamo certamente una generazione presa in contropiede, che, per tornare al disco, si è vista sbattere in faccia senza mezzi termini un sacco di verità (tutte scomode) e un sacco di obblighi. Ma siamo anche una generazione che sa rimboccarsi le maniche, che ha fame di miglioramento e che ha voglia di lottare. Non siamo male, insomma.

 

Musica italiana. I suoi obblighi? La verità di tanta crisi secondo voi?

Come ho già detto in altre sedi, penso che la musica italiana non sia in crisi, anzi, penso che stia vivendo un momento di forte rilancio e rinascita. Penso a band come Gazebo Penguins, Fast animals, Lo Stato Sociale, le Altre di B, tutte realtà che conosciamo bene e che hanno tanto da dire.

Se parliamo dei Ties And The Lies, a chi dobbiamo pensare come riferimento artistico?

Questa è una domanda a cui non abbiamo mai saputo rispondere fino in fondo. Abbiamo gusti variegati e, per quello che mi riguarda molto mutevoli. Una volta avrei detto senza esitare che i riferimenti erano Interpol, Editors, I love you but I’ve chosen Darkness. Forse ora invece dovrei parlare più di Kings of Leon, Alabama Shakes e Cold War Kids. Poi in mezzo a tutto questo mi ricordo che siamo quelli che prendono l’aereo per andare a vedere gli Who, Weller e Johnny Marr, e la situazione si complica un po’…

 

Evoluzione o trasformazione? Il domani dei The Ties And The Lies?

Non sono processi distaccati o che si escludono reciprocamente, anzi, sono parti diverse di uno stesso movimento. Nel nostro domani, senza andare a guardare tanto in profondità, ci sono un bel po’ di date live per portare in giro questo disco e poi qualche bel mese di saletta, per scrivere il seguito…