THE ROLLING STONES
Blue And Lonesome
Polydor Records / Rolling Stones Records
2016
È un dato di fatto che con la vecchiaia si torna tutti un po’ bambini. Così ai Rolling Stones sono bastate dodici battute e un sound vintage per rifarsi una verginità. “Blue And Lonesome” è solo l’ultimo atto di un anno che, discograficamente parlando, ha visto Mick Jagger e soci letteralmente sugli scudi. A ottobre ci hanno scodellato il megabox “The Rolling Stones In Mono”, seguito qualche mese fa da “Havana Moon”, documento del loro storico concerto sull’isola che, all’epoca, vedeva ancora vivo e vegeto il fantasma di Fidel Castro. Leccornie per fans e stampa in brodo di giuggiole che adesso hanno un nuovo giocattolo per le loro orecchie, ossia il fatidico album di sole blues cover registrato nei celebrati British Grove Studios di Mark Knopfler, con la rapida intrusione di un Eric Clapton lì nei paraggi e la co-produzione iperstellata di Don Was.
Ingredienti per una ricetta vincente già sulla carta, cucinata in soli tre giorni (nel dicembre del 2015) e tenuta in caldo per l’hype intramontabile di una band che dopo 52 anni è ancora qui a suonare e scorrazzare sui palchi di ogni angolo del globo. Schizzato in un baleno al primo posto delle charts inglesi, “Blue And Lonesome” ci consegna i Rolling Stones nella loro primitiva versione 0.0, quando il rhythm ‘n’ blues era l’equivalente del punk e dell’avant-garde per cinque giovanotti bianchi che nel 1962 rodavano voce e strumenti sui beneamati singoli e dischi Chess di Muddy Waters, Chuck Berry e Willie Dixon. Tanti, molti hanno già detto di un disco che rappresenta la quadratura del cerchio, la congiuntura e l’allineamento perfetti tra fine e inizio di un epos musicale. Vero e sacrosanto ma “Blue And Lonesome”, dal punto di vista artistico, puzza un po’ di declino e di magnifica ipocrisia, se il blues dei padri, con tutti i suoi reali annessi e connessi, te lo ricantano e suonano oggi dei musicisti miliardari. Dall’uscita di “A Bigger Bang” il blocco creativo dei Glimmer Twins ha ormai superato il decennio, per cui non restava che sublimarlo e superarlo con un astuto ritorno alle origini.
Rovistando nella sua vecchia collezione di 45 giri e vinili Mick Jagger ha tuttavia voluto farci capire i suoi gusti da raffinato intenditore in fatto di blues. Per cui ancora dentro Howlin’ Wolf (Commit A Crime) e l’irrinunciabile Wille Dixon (Just Like I Treat You e I Can’t Quit You Baby) ma largo a nomi meno scontati e per palati raffinati come Buddy Johnson, Magic Sam, Jimmy Reed, Otis Hicks (meglio conosciuto come Ligthnin’ Slim), Eddie Taylor, Memphis Slim e lo specialista d’armonica Little Walter. Lo stile e l’influenza di quest’ultimo predominano in ben quattro titoli di cui Walter è stato sia autore (I Gotta Go) che valido interprete (Just Your Fool, Blue And Lonesome, e Hate To See You Go), facendo sì che Jagger riprendesse a divertirsi come accadeva da tempo anche con il supertascabile strumento blues per tradizione. Una dozzina di brani e standard che la band suona in modo melmoso, ruvido e tosto (a parte la viscerale e acidula lentezza instillata dalla slide guitar di sua signoria Clapton in Everybody Knows About My Good Thing e nella superclassica I Can’t Quit You Baby), azionando a regola d’arte il pilota automatico su un genere masticato tutta una vita, a un certo punto perfino rifondato nelle sua intima essenza eversiva col memorabile strike-poker discografico di “Beggars Banquet“, “Let It Bleed”, “Sticky Fingers” ed “Exile On Main St.”. Ok, suona davvero bene “Blue And Lonesome” e non vediamo l’ora di ascoltarlo anche dal vivo, però che miracolo d’album sarebbe stato se, come si rumoreggiava tempo fa, a suonarci e a metterci le mani ci fosse stato davvero il buon Jack White. Tutta un’altra storia che vi lascio immaginare e che forse è ancora lecito sognare.
Voto: 6,5/10
Genere: Electric Blues
Musicisti:
Mick Jagger – lead vocals, harp
Keith Richards – rhythm and lead guitar
Ronnie Wood – lead and rhythm guitar
Charlie Watts – drums
Eric Clapton – slide guitar #6, lead guitar #12
Darryl Jones – bass
Matt Clifford – keyboards
Chuck Leavell – keyboards
Jim Keltner – percussion #9
Brani:
01. Just Your Fool
02. Commit A Crime
03. Blue And Lonesome
04. All Of Your Love
05. I Gotta Go
06. Everybody Knows About My Good Thing
07. Ride ‘Em On Down
08. Hate To See You Go
09. Hoo Doo Blues
10. Little Rain
11. Just Like I Treat You
12. I Can’t Quit You Baby
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