Teano Jazz 2014 – Francesco Nastro Trio (Pietravairano), S. Bolognesi & A. Olivieri “Dialogo” e Gianluca Petrella (Piedimonte Matese)

FRANCESCO NASTRO TRIO

Francesco Nastro: piano
Marzio Langella: bass
Giuseppe La Pusata: drums

Classe 1967 e originario di Castellamare di Stabia, Francesco Nastro è riuscito a confermarsi come una delle voci più originali del piano jazz nazionale e internazionale, nonché come l’esponente di maggior spicco della nuova generazione di pianisti della scena campana e partenopea. Una solida formazione classica unita a una tecnica dinamica, precisa e spesso vertiginosa fanno di Nastro un musicista e un compositore completo e a tutto tondo, un rispettoso interprete della tradizione ma anche e soprattutto un curioso esploratore dei codici e dei linguaggi musicali più attuali e trasversali. A dimostrarlo ci sono le collaborazioni e le esperienze effettuate con alcuni dei più validi e affermati artisti nazionali e internazionali (Lester Bowie, Don Moye, Marvin Stamm, Bruce Forman, Bruno Tommaso, Roscoe Mitchell, Maurizio Giammarco, Pietro Condorelli, Fabrizio Bosso, Antonio Onorato, Max Ionata, Roberto Gatto, Furio Di Castri, Mariapia De Vito, Antonello Salis) ma anche gli album finora incisi, alcuni dei quali davvero notevoli e sopra la media. A incominciare dal disco di esordio “Trio Dialogues” (1998, rist. Itinera nel 2006) con il contrabbassista Gary Peacock e il batterista Peter Erskine, per continuare in tempi più recenti con lo splendido “Waiting For A New World” (Itinera, 2009) in quartetto con Giulio Martino, Tommaso Scannapieco e Madio De Paola (il cui merito principale è quello di conciliare in modo singolare e virtuosisticamente travolgente repertorio classico, standard jazz e libera improvvisazione), il superbo “Sea Inside” (Itinera, 2008, con Javier Girotto, Avishai Cohen e Roberto Gatto) e l’intenso “Passione” (Cam Jazz, 2012) il suo ultimo disco in duo che sancisce l’intesa formidabile con il viscerale sassofonista argentino Javier Girotto. Trio acustico tra i più apprezzati è anche quello che Nastro ha costituito con il contrabbassista Aldo Vigorito e il batterista La Pusata, mentre ormai storico è il progettto elettroacustico (sia in duo che in quartetto) condiviso con il noto chitarrista Pietro Condorelli. Il repertorio che Francesco Nastro presenterà sarà all’insegna della più completa sorpresa e imprevedibilità, espressione delle sue influenze più care e variegate, oscillante tra scrittura e libera improvvisazione, con bella alternanza di riletture di standard e brani originali. E qualche inedito che ritroveremo in un disco di prossima uscita.

 

GIANLUCA PETRELLA “IL BIDONE”

Gianluca Petrella: trombone, conduction
Giovanni Guidi: piano
John De Leo: voice
Beppe Scardino: baritone sax
Joe Rehmer: double bass
Cristiano Calcagnile: drums

Nato da una proposta che l’associazione I-Jazz ha fatto a Gianluca Petrella nel 2011, anno del centenario dalla nascita di Nino Rota, “Il bidone” prende vita dopo un lungo periodo fatto di ricerca, di ascolto, di trascrizione, di arrangiamenti pensati apposta per il settetto, di prove, di concerti e di molte ore di registrazione. Un lavoro intenso nel quale il trombonista barese, in modo meticoloso e con un’attenzione quasi maniacale, è riuscito a mettere la massima cura nel perfezionamento e nell’abbellimento del suono. Anche la scelta dei brani ha richiesto tempo e uno studio approfondito su una notevole quantità di materiali, in alcuni casi anche rarissimi, e, alla fine, è ricaduta sia sul Rota “felliniano”, cioè sui capolavori conosciuti dal grande pubblico, che sul compositore innovativo, con particolari tracce, meno note, ma di grande caratura artistica.

Il gruppo sarà in grado di strutturare atmosfere in variazione continua, capaci di sfumare tra il dolce e l’amaro, così come le tonalità, da solari e allegre a quelle più scure e profonde. Il disco, caratterizzato da una grande complessità sonora, è uscito a giugno del 2013 ed è stato prodotto dalla stessa etichetta di Gianluca Petrella: la Spacebone Records. Al fianco di Petrella sarà presente una band molto eclettica composta da musicisti scelti con grande attenzione, alcuni dei quali collaborano in maniera costante con il trombonista stesso, e provenienti da varie estrazioni musicali. Un omaggio a una delle più influenti personalità musicali del ‘900 nella sua totalità : il Rota portatore di un’italianità fatta di melodie specifiche e colore, ma anche il compositore contemporaneo all’avanguardia, che ha caratterizzato gran parte della musica del secolo scorso, più di quanto possiamo immaginare.

 

S. BOLOGNESI & A. OLIVIERI “DIALOGO”

Silvia Bolognesi: double bass
Angelo Olivieri: trumpet, pocket trumpet

Nato nel 2009, questo magnifico duo ha subito conquistato critica e pubblico esibendosi nei più accreditati festival e club sia italiani che internazionali. Silvia e Angelo condividono altri progetti insieme o separatamente, ma DIAOLOGO è di sicuro il “modo” più personale che questi due artisti e musicisti toscani applicano al duplice concetto di musica e improvvisazione. Silvia Bolognesi, contrabbassista, compositrice, arrangiatrice, band leader, talento femminile numero uno del jazz italiano (vincitrice del Top Jazz 2010). Angelo Olivieri, trombettista, compositore, arrangiatore, leader di formazioni diverse, tra gli interpreti più sensibili e personali della tromba contemporanea. Silvia ed Angelo si incontrano in “Dialogo”, spazio creativo pieno di sorprese, brillantemente documentato anche dall’omonimo album licenziato quest’anno dalla benemerita etichetta Terre Sommerse. Il format del duo permette ai musicisti di mantenere alto il confronto e lo scambio, la fantasia e la comunicazione, far emergere passioni, condivisione o contrasti su una certa idea musicale. Complesso banco di prova che nella ricerca degli equilibri, nel non prevaricare e facilitare il flusso creativo presuppone studio, prove, rispetto del compagno di viaggio come una profonda padronanza delle possibilità comunicative del proprio strumento. Nel duo nessuno è leader, entrambi lo sono. Silvia Bolognesi e Angelo Olivieri in “Dialogo” riescono a garantire un ricco flusso sonoro, percorso che fa i conti con il blues, con la classicità del jazz fino ai linguaggi più contemporanei dell’improvvisazione. Il tutto sostenuto da leggerezza, ironia, voglia di stare insieme creando musica senza tempo.