FABRIZIO BOSSO QUARTET | Successo a Le Corti dell’Arte di Cava de’ Tirreni

Le Corti Dell’Arte è una prestigiosa rassegna organizzata dall’Accademia Musicale “Jacopo Napoli” e va in scena, da trent’anni esatti, in alcuni prestigiosi cortili d’arte di Cava Dei Tirreni, preziosa cittadina della provincia di Salerno.

Il Festival è il corollario di una vincente e consolidata iniziativa culturale: giovani musicisti di tutta Italia e dal mondo convergono a Cava ogni anno per partecipare a seminari di altissima qualità, durante i quali possono affinare la propria tecnica, stando fianco a fianco a musicisti di enorme levatura, nazionale ed internazionale.

Il direttore artistico, Felice Cavaliere, ci illustra questo splendido progetto, che non solo mira a fornire occasione di formazione e di scambio tra i musicisti giovani ed i grandi nomi della scena musicale italiana e mondiale, ma offre anche l’opportunità, alla splendida cittadina di Cava dei Tirreni, di accogliere a livello turistico persone che arrivano anche dall’America o dal Sud Est asiatico.

I concerti sono tenuti sia dai più noti musicisti che tengono come mentori i corsi all’accademia, sia da alcuni giovani che frequentano le master Class. Il tutto avviene in contesti storico- monumentale di grande impatto visivo ed emotivo, un valore aggiunto di non trascurabile nota.

Il 23 agosto, va in scena il concerto del Fabrizio Bosso Quartet, originariamente previsto come quintetto con il trombonista Dino Piana, purtroppo nella realtà assente per ragioni di salute.

La location è davvero magica: si tratta del chiostro del Convento di Santa Maria del Rifugio, che da su Piazza San Francesco; suggestioni aggiunte e sonorità eccezionali, visto che il porticato a volte ‘suona’ che è una meraviglia!

Sul palco applaudiamo il fantasmagorico trombettista Fabrizio Bosso: inizia a suonare la tromba a cinque anni, a quindici è già diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino; collabora con numerosi musicisti della scena nazionale ed internazionale e pubblica, nel 2000, “Fast Flight”, il primo disco a suo nome. Suona con formazioni differenti quasi ogni sera ed il suo travolgente talento appassiona un pubblico sempre più folto di estimatori competenti.

Con lui sul palco il pianista Cavese Julian Oliver Mazzariello, di indiscussa bravura e dal tocco magico: nato in Gran Bretagna, inizia a studiare pianoforte a sette anni. Si esibisce in televisione per la prima volta a tredici anni e vince il premio Young Jazz Musician Of The Year del Daily Telegraph; si trasferisce a Cava a diciotto anni ed inizia a collaborare con i migliori jazzisti della zona, arricchendo poi la sua formazione ed esperienza con musicisti di fama internazionale.

Ed ancora il giovane e talentuoso contrabbassista Gabriele Evangelista, che si diploma in contrabbasso all’ Istituto Musicale P. Mascagni di Livorno con il massimo dei voti, l’ode e menzione d’onore; suona inizialmente in gruppi cameristici di musica classica per poi scoprire che il gusto dell’improvvisazione e la sua creatività potevano esprimersi al meglio nel jazz; è parte integrante del quintetto Enrico Rava Tribe e del progetto musicale L’Opera Va.

Non ultimo, l’eccellente batterista salernitano Amedeo Ariano, musicista autodidatta, che, a giusta ragione, è considerato da pubblico e critica uno dei miglior batteristi italiani di jazz. È consulente musicale di prestigiosi festival nazionali ed internazionali, suona con musicisti nostrani e d’oltre frontiera e dal 1998 è parte dell’ensemble che accompagna Sergio Cammariere in tour e nelle registrazioni discografiche in studio.

La magia del luogo ben presto si fonde con quella delle note, che scorrono fluide e ci fanno, sin da subito, apprezzare il grandissimo affiatamento e feeling di questo fantastico quartetto.

Meravigliosa la scaletta dei brani, alcuni più intimistici, altri più ritmati: What Is The Thing Called Love, dolcissima, non ci fa rimpiangere le splendide esecuzioni originali di Cole Porter o di Ella Fitzgerald.

Poesia pura e’ The Shadow Of Your Smile, che Fabrizio interpreta in maniera magistrale, emozionando il pubblico ai massimi livelli.

Ed ancora Body And Soul, direttamente dalla colonna sonora del film Anima e Corpo del 1947; e Bernie’s Tune, meraviglioso standard jazz del 1953, portato al successo da Gerry Mulligan al sax e da Chet Baker alla tromba.

I brani si susseguono: Bemsha Swing di Thelonious Monk, You Don’t Know What Love Is – interpretata, tra gli altri, da Chet Baker -, A Night In Tunisia di Dizzie Gillespie e Frank Paparelli, Mack The Knife ed In A Sentimental Mood di Duke Ellington.

Il silenzio e l’attenzione della platea in over-Booking sono massime durante le esecuzioni dei brani; al termine di ciascun pezzo si susseguono le ovazioni di apprezzamento e gli scroscianti applausi, che richiamano il quartetto sul palco per un ricco bis di tre brani, uno dei quali eseguito da Bosso che passeggia sotto gli archi del cortile e che si fa largo tra le sedie, suonando in mezzo a noi, regalandoci un ulteriore tocco di magia.

Le stelle brillano in cielo, salutando questo splendido quartetto, che ci ha regalato una serata davvero da sogno.