STEFANO D’ORAZIO: Il mio Zorro un eroe moderno


Prosegue il fortunato tour del musical “W Zorro”. Dopo lo strepitoso esordio di ottobre al Sistina di Roma, lo spettacolo, nato da un’idea dell’ex Pooh Stefano D’Orazio e musicato da Roby Facchinetti, sta facendo tappa nelle principali citta’ italiane, guadagnandosi ovunque il pieno consenso del pubblico.


Ad interpretare Zorro, il misterioso e abile spadaccino dalla parte dei peones, e’ l’attore italo-francese Michel Altieri (gia’ protagonista della prima edizione del Musical Disney “La Bella e La Bestia” e a New York star del Musical “Dracula” accanto alla leggenda di Broadway George Hearn). Insieme a lui, la coprotagonista Alberta Izzo (Cecilia), Roberto Rossetti (Don Juan De Salvatierra), Jacqueline Ferry (Consuelo), Maurizio Semeraro (Henriquez Diego Pinto Garci’a), Fabrizio Checcacci (William Lamport e Fra Jose’ de La Cruz) e un ensemble di 6 danzatrici e 6 danzatori/acrobati (Bianca Balido, Gianluca Bessi, Federica Capra, Filippo Grande, Danilo Grano, Sara Marinaccio, Emiliano Palmieri, Carlo Pucci, Federica Rosati, Daniele Sibilli, Sara Telch, Gioia Vicari).


L’intero cast e’ diretto da Fabrizio Angelini in collaborazione con Gianfranco Vergoni, sotto la direzione artistica di Lello Abate, che con Barbara Rendano ne cura anche la produzione per conto di Medina Produzioni.


Dal 21 al 30 dicembre (esclusi il 24 ed il 25 dicembre) “W Zorro” andra’ in scena a Milano a Teatro della Luna; la tourne’e continuera’ poi fino alla prossima primavera cavalcando le scene dei piu’ prestigiosi teatri italiani: da Bologna a Firenze, da Palermo a Bergamo passando per molte altre citta’ (info e date del tour su www.vivazorro.it).





 


Stefano D’Orazio svela in un’intervista i particolari, le curiosita’ ed i retroscena del musical piu’ acclamato del momento:



 


S.C.: Stefano, come e’ nata l’idea per un progetto come “W Zorro”?


S.D’O.: Da bambino Zorro era il mio eroe, coraggioso, forte e intraprendente, ma forse me lo ero un pò dimenticato. A settembre, complice un ennesimo trasloco, ho ritrovato in un baule il costume che aveva accompagnato i carnevali della mia infanzia. Quel piccolo Zorro mi e’ saltato addosso quasi riconoscendomi e mi e’ subito venuta voglia di costruire, intorno a quella sorpresa una nuova avventura.



 


Poi cos’e’ successo?


Zorro ha cominciato a muoversi tra i tasti del mio computer, come sempre accade ai miei personaggi, decidendo da solo dove andare e cosa fare,  rispondendo a tono agli altri protagonisti che a loro volta, si muovevano nella storia diventando simpatici o antipatici, buoni o cattivi, a loro insindacabile giudizio, io dovevo solo raccogliere le loro mosse, lasciandoli pascolare tra le mie fantasie, permettendogli di meravigliarmi.


Lentamente quelle fantasie, sono diventate concrete, quei fogli messi nelle mani di chi sa trasformare racconti in cose da vedere, hanno preso vita, i miei personaggi da sdraiati sulle pagine del copione, si sono alzati in piedi e hanno cominciato a vivere e a diventare veri. Ne e’ uscita una storia articolata, tenera e divertente.



 


Roby Facchinetti ha contribuito creando una colonna sonora degna del suo nome…


Roby e’ “il mio amico-per-sempre” e, anche in questa occasione, tale si e’ dimostrato. Non solo lui a dire il vero, ma anche gli altri miei colleghi con cui, per tanti anni, ho condiviso la straordinaria esperienza nei Pooh (Stefano D’Orazio si e’ allontanato dal gruppo nel 2009, ndr). Loro non hanno mai capito ne’ condiviso il mio desiderio, a sessant’anni compiuti, di andare ad esplorare quello che ci poteva essere al di fuori della nostra band, ma hanno sempre rispettato il mio pensiero e, laddove possibile, hanno fornito il loro prezioso contributo.



 


Zorro e’ una figura di stretta attualita’: e’ l’eroe che combatte le ingiustizie, i soprusi…


Sicuramente e’ il personaggio di cui tutti abbiamo bisogno per sperare in qualcosa di meglio; Zorro e’ la nostra voglia di cambiare nei secoli, perche’ non ha mai perso quel fascino che circonda le leggende che cavalcano la giustizia. Zorro e’ di attualita’ piu’ che mai in questo nostro tempo, pieno di tutto cio’ che il Cavaliere Nero ha sempre combattuto; credo che in fondo tutti stiamo sperando che arrivi uno Zorro a salvarci. Mi piace dire che qualcuno lo deve aver ben capito perche’, tra i nostri politici, di aspiranti Zorro, ce ne sono parecchi. La speranza e’ che si sia in grado di puntare sullo Zorro giusto.



 


Quindi Zorro come Beppe Grillo?


Assolutamente no. Io ho vissuto un’epoca formidabile, il ’68, andavo in manifestazione con gli striscioni, scappavo davanti alle Volanti. Avevamo grandi speranze, sognavamo un futuro. Le generazioni odierne non hanno piu’ un futuro e, per questa ragione, vogliono subito quello che possono.



 


Il musical vanta anche interpreti di tutto rispetto…


Nel ruolo di Zorro troviamo il bravissimo attore italo-francese Michel Altieri, appositamente rientrato da Brodway dove era impegnato con il musical “Dracula”. Infatti, scherzando, gli abbiamo chiesto di portarsi il mantello nero per farci risparmiare! Accanto a lui, la coprotagonista Alberta Izzo (Cecilia), Roberto Rossetti (Don Juan De Salvatierra), Jacqueline Ferry (Consuelo), Maurizio Semeraro (Henriquez Diego Pinto Garci’a), Fabrizio Checcacci (William Lamport e Fra Jose’ de La Cruz) e un ensemble di sei danzatrici e sei danzatori/acrobati. Il cast e’ stato selezionato tra oltre 1500 artisti che si sono presentati alle selezioni. La qualita’ artistica e’ decisamente elevata.



 


L’allestimento dello spettacolo, considerando la trama e la tipologia dei personaggi, non deve essere stato tra i piu’ semplici. Qualche dettaglio o curiosita’ in merito?


Posso dire che i protagonisti di “W Zorro” hanno imparato a tirare di scherma con un insegnante d’eccezione, il pluricampione del mondo di spada Stefano Pantano, mentre Rossana Casale e’ la vocal director dell’intero cast. Abbiamo inoltre ingaggiato Lia Ruscica, esperta danzatrice ed insegnante di flamenco, per alcuni numeri davvero particolari. La direzione musicale e’ affidata a Giovanni Maria Lori, le scenografie sono di Aldo De Lorenzo, i costumi di Zaira De Vincentiis e le luci di Umile Vainieri. La regia e’ curata da Fabrizio Angelini con spettacolari coreografie ed effetti speciali.



 


Stefano, due parole per ricordare, ce ne fosse bisogno, la storia del mitico Zorro e per capire come l’hai tradotta a livello teatrale.
Il musical e’ liberamente ispirato alle vicende di William Lamport, un avventuriero irlandese cattolico del XVII secolo che, in base a quanto affermato da almeno uno storico, divenne famoso con l’epiteto di Zorro, la Volpe, per le sue avventure in Messico. Con un testo assolutamente inedito ed una “leggerezza” tipica della commedia musicale italiana, lo spettacolo seguira’ la storia  di Diego (Zorro), che, dopo una lunga assenza, torna in Messico per la morte dell’anziano padre William, nobile idealista, da sempre dalla parte dei peones. La sua terra e’ oppressa dal regime dittatoriale; nella California messicana ormai il divario fra miseria e nobilta’ e’ incolmabile ed e’ imminente una nuova rivoluzione. Diego capira’ presto che il misterioso personaggio, conosciuto come El Zorro (la volpe), abile di spada e di parola, apparso spesso al fianco dei peones, era proprio il suo amato padre. Da ora in poi sara’ lui ad indossarne la maschera per portare avanti la causa del popolo oppresso e per dare giustizia alla bella Cecilia (adottata in tenera eta’ dal padre di Diego) che dai tiranni aveva avuto sterminata la famiglia.


Non c’e’ Zorro senza il suo cavallo. Il musical prevede anche l’ingresso in scena di un vero destriero?
Non sarei io a dover rivelare i particolari di scena. Ad ogni modo, visto che il musical e’ gia’ stato proposto in alcune citta’ italiane, posso escludere la presenza sul palco di animali. Abbiamo voluto metterci al riparo da eventuali comportamenti inconsulti e pericolosi derivanti dalla costrizione di un animale di grossa taglia in un luogo non particolarmente ampio come il teatro. Niente paura, pero’, perche’ il regista e coreografo Fabrizio Angelini ha abilmente sopperito con effetti di scena davvero sorprendenti.


Qual e’ la maggiore difficolta’ che hai incontrato nella realizzazione di “W Zorro”?
Come e’ noto ormai mi sono occupato dei testi e delle liriche del musical e ne ho poi coordinato la rappresentazione. Siccome sono un megalomane di natura, mi sono dovuto contenere con il budget, il che non e’ cosa facile, soprattutto quando si cerca il meglio. Voglio pero’ sottolineare che sono pienamente soddisfatto del risultato, che per certi aspetti supera le mie iniziali aspettative.


Stefano, la tua non e’ la prima esperienza nel mondo del musical. Ha gia’ prodotto spettacoli di successo come “Pinocchio” e “Aladin”. Come vedi questo genere di spettacolo in Italia?
Io sono sempre stato ispirato dal grande Saverio Marconi, colui che ha portato il musical nel nostro Paese. Essenziale, affinche’ questo genere possa continuare ad essere apprezzato dal nostro pubblico, e’ la qualita’. E’ quindi necessaria la creazione di scuole che formino dei professionisti in grado di recitare, cantare e ballare al contempo. Un esempio su tutti potrebbe essere Lorella Cuccarini. Se la proposta teatrale, invece, delude le aspettative, allora la gente perde entusiasmo e si disamora del genere. Oggi purtroppo, accanto ai grandi spettacoli internazionali della Stage, c’e’ anche chi approfitta del momento favorevole e mette in piedi uno show attirando il pubblico con un nome televisivo, magari ingaggiando un artista appena uscito da qualche reality. Non e’ cosi’ che funzionano le cose.


In definitiva “W Zorro” e’ adatto piu’ agli adulti o ai piu’ piccoli?
Credo di essere riuscito a raccontare una storia “catamarano”, una storia che si dipana mantenendo due chiavi di lettura diverse ed uguali, si’, proprio come un catamarano che nonostante abbia due scafi separati,  naviga nella stessa direzione. E’ un Musical che, con i duelli e le prodezze del nostro eroe, riesce ad affascinare i bambini, ma che non fa annoiare i piu’ grandi perche’ i sentimenti, i richiami al contemporaneo e l’ironia e i paradossi contenuti in certe situazioni, fanno da contrappeso all’ingenuita’ di una storia che, comunque la si voglia raccontare, tocca dei valori  importanti.