Talvolta risulta estremamente complicato dar vita a una summa perfetta di sound, groove, energia comunicativa, apollineo senso melodico, sceltezza armonica e sobrietà interpretativa, poiché in alcuni casi, purtroppo, questi sono elementi (apparentemente) antipodici. In “Stanic Boulevard”, invece, nuova creatura discografica firmata Stanic Boulevard, brillante quartetto costituito da Mirko Maria Matera (pianoforte, synth ed elettronica), Fabio Pignataro (chitarre), Vincenzo Maurogiovanni (basso) e Pierluigi Villani (batteria e percussioni), si ha fin da subito la netta sensazione di un inclito esempio di equilibrio fra tutte le peculiarità sopracitate. La tracklist consta di dieci brani originali scaturiti dal magmatico cerebro di Matera, Pignataro, Maurogiovanni e Villani. Il climax di The Lonely Axeman (Vincenzo Maurogiovanni) è magnetico. L’eloquio di Maurogiovanni è ispirato, cantabile, intriso di spirito narrativo. Matera dà alla luce un discorso improvvisativo vorticoso, locupletato da svariati intarsi armonici. L’incedere di Pignataro spicca per colta musicalità e intensa espressività, stimolato dal comping ricco e assai trascinante cesellato da Villani. In Svandea (Fabio Pignataro) il mood della composizione ammalia sin dalle primissime misure. Il verace playing del chitarrista è adornato da un suono caldo e ammantante, particolarmente causativo. Khamsin (Mirko Maria Matera) contagia l’ascoltatore all’istante per l’atmosfera (inizialmente) crepuscolare ed esotica, nonché per il devastante impatto sonoro. Qui il quartetto sprigiona tutta la sua vulcanica energia, attraverso una comunicatività travolgente. “Stanic Boulevard” è sinonimo di poliedricità stilistica, senso estetico, ma soprattutto ricerca artistica. In buona sostanza, caratteristiche imprescindibili per creare musica, quella buona e autentica, con la M maiuscola.
Genere: Contemporary Jazz / Contemporary Fusion
Musicisti:
Mirko Maria Matera, piano, synth and electronics
Fabio Pignataro, guitars
Vincenzo Maurogiovanni, bass
Pierluigi Villani, drums and percussion
Brani:
01. More Or Less
02. L’Inverno E Altre Storie
03. Impromptu #1
04. Escape For The Soul
05. Tomorrow We’Ll See
06. Impromptu #2
07. The Lonely Axeman
08. Svandea
09. Impromptu #3
10. Khamsin
Non si legga come una critica negativa l’affermazione che questo HBPM, di Andrea Zacchia col suo Hammond Trio, suona un po’ “retrò”, come uno sguardo all’indietro, un originale revival che richiama suoni e gusti d’altri tempi, tutt’oggi gradevoli ed indimenticabili.
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