Beh dire che il country degli Spaghetti Jensen è un country rock made in Italy non è certo un errore. E ad ascoltarlo bene si capisce che le vere radici americane ci sono, ma spesso sembrano sbiadite. Forse nella pronuncia, forse nei suoni troppo industriali, forse in una inevitabile contaminazione del tempo che viviamo. Però questo nuovo Ep dal titolo “Right Notes” è sicuramente un lavoro pregevole se pensiamo che tutto quel che gira proviene dalla provincia modenese di questo 2017 in piena crisi di idee e di riferimenti culturali. I nostri cercano ispirazione nella Nashville del blues e del folk, traducendo il tutto in un country davvero rock da camice a quadri, pick-up di ferro e cappelli da cowboy. Ci troviamo sicuramente nella contea di Hazzard, ma quello che suona è del sano mood Americano made in Italy che ha fatto degli Spaghetti Jensen un riferimento italiano assai prezioso per il genere. In rete il video di lancio del singolo “Another Day”: un concentrato di stile. In questo brano e in questo video c’è tutto quello che serve per entrare nel mondo degli Spaghetti Jensen dalla porta principale. Play Loud.
Suonare l’America dall’Italia cosa significa? Evasione dalla realtà o invenzione di una realtà?
Né l’una né l’altra, semplicemente avvicinare e fondere sempre di più i due contesti sfruttando le vie di comunicazione che offre oggi il web (facebook, you tube…)
E come mai, ma soprattutto, come siete riusciti a riunire in una stessa città persone così amanti dello stesso genere musicale? Dovete ammettere che il country è cosa assai rara in Italia o sbaglio?
Non è stato facile infatti arrivare alla formazione attuale, nonostante si trovino tanti musicisti in giro; in realtà la musica country negli ultimi 15-20 anni ha preso piede parecchio nel nostro paese e in Europa in generale.
“Another Day” è la quotidianità nella vostra città. Non trovate sia poco coerente raccontarla in inglese e in chiave country? Che esperimento è stato?
Potrebbe sembrare, ma la musica country moderna (new-country) si è evoluta enormemente negli ultimi anni portando band famose e non a sperimentare praticamente di tutto e in tutte le salse; l’inglese resta comunque sempre una delle lingue più parlate.
Di solito a generi musicali come il vostro si restituisce solo un riconoscimento live dando invece poco risalto alla promozione discografica che invece siamo soliti vedere nel pop (tanto per capirci). Voi invece investite anche in questo: segno e conferma che questa musica significa anche scrittura d’autore, contenuti letterari di una certa importanza?
Più che contenuti letterari è il potersi distinguere, per una band come noi, da tutti quei gruppi che propongono da sempre soltanto cover. La nostra grande soddisfazione è infatti sempre stata quella di aver realizzato brani inediti.
E per chiudere diamo uno sguardo alla vostra carriera. Il tema ed il sound sono rimasti fedeli e invariati nel tempo. Come mai questa fedeltà di condotta? Mai pensato a qualche rivoluzione?
Siamo abbastanza soddisfatti di quello che abbiamo realizzato finora anche perché abbiamo sempre mescolato al country tanti generi differenti (blues, pop, rock, funky); bolle in pentola però un progetto nuovo, qualcosa che non abbiamo mai testato…ma non roviniamo la sorpresa…