Il Bluestone di Via Alabardieri ci offre ancora, nella sua programmazione, grande musica jazz. Questa volta a salire sul palco sono i D. E. A., acronimo che sottintende il bassista Daniele Sorrentino, il batterista Elio Coppola, il pianista Andrea Rea, un trio già noto al pubblico partenopeo per la loro partecipazione alla kermesse più attesa delle notti dell’estate campana, il Pomigliano Jazz. Accompagnati dal tenorsassofonista romano Max Ionata, vincitore del premio “Massimo Urbani” nel 2000, Baronissi 2000 e ancora del Tramplin Jazz D’Avignon in Francia e dal trombettista più richiesto del momento nel panorama musicale non solo italiano ma anche internazionale, Fabrizio Bosso.
Un’entusiasmante versione di “The jody grind” apre la serata e mostra subito le intenzioni dei musicisti in scena: proporre dei cult del jazz, in un continuo e fluido e scorrevole dialogo tra il sax tenore e la tromba, incalzante, dissonante, scherzoso, un contrappunto continuo fatto di sovrapposizioni e urla e grida e soffi minuti e gracchianti, ironici e tanto sussurrati come in “I love you” di Porter, fraseggi vigorosi lasciati all’improvvisazione misurata di strumentisti del calibro di Max Iodata e della sensibilità di Bosso.
Non si cade mai nella monotonia, sono capaci di strapparci sorrisi misti a incredulità e puro divertimento, per le contaminazioni e le sperimentazioni, sotto l’occhio vigile di Bosso che dirige magistralmente il quartetto.
Quando la tecnica si unisce alla libertà d’esecuzione si riesce a proporre davvero tutto, da “In a sentimental mood” in una versione esuberante passando per i classici italiani anni ’50 come “Domenica” o addirittura ’40 con una rivisitazione ormai “modaiola” di “Estate” di Bruno Martino che chiude la serata.
Non pensiamo di dover aggiungere troppe parole, così come nessun commento è stato fatto dai musicisti sul palco.
L’atmosfera del live rimane dentro, così come gli applausi per le geniali soluzioni di Bosso.
Bluestone, Napoli
19 maggio 2009