ALBERT AYLER | Slugs’ Saloon May, 1 1966

Albert Ayler
Slugs’ Saloon May, 1 1966
ESP-Disk
2005

Gli amanti della musica afro-americana in genere non devono lasciarsi scappare Slugs’ Saloon una registrazione live di Albert Ayler realizzata il 1 maggio del 1966 allo Slugs’ Saloon e riprodotta ora anche in formato CD dall’etichetta americana ESP. In due CD sono contenuti cinque brani, pietre miliari, possiamo dire, della discografia del sassofonista americano. “Ghosts” e “Bells” non si possono definire altrimenti.
La storia della registrazione penetra linearmente in quella del sassofonista. Nella primavera del 1966 Albert Ayler era in un periodo di transizione della sua “meteoritica” carriera. Charles Tyler e Sunny Murray erano appena usciti dal gruppo e non vi avrebbero piu’ fatto ritorno. Il fratello Donald era rimasto ma bisognava cercare nuove energie. Trainato dalla forza del violinista Michel Samson – geniale quasi nelle sue intuizioni free – si aggiunse al quintetto il bassista Lewis Worrell e il batterista Ronald Shannon Jackson. Sono nell’aria Unit di Cecil Taylor, i prossimi progetti della The Decoding Society e le future registrazioni per la ImpulseAlbert Ayler in Greenwich Village e The Village Concerts. Aleggia anche la profezia di “The Father, Son, and Holy Ghost” – in Meditations di John Coltrane – di cui Albert Ayler diceva: “The father, son, and holy ghost. What Coltrane was talking about there, maybe it was a biblical term: he was the father, Pharaoh was the son, and I was the holy ghost. And only he could tell me things like that.” Albert Ayler trascorse buona parte dell’inizio del 1966 a sondare la scena del jazz sperimentale. A marzo si era unito al quartetto di Burton Greene (Greene al piano, Rashied Ali alla batteria, Steve Tintweiss al contrabbasso e Frank Smith al tenore) che era piuttosto controverso per via del fatto che, Rashied Ali a parte, erano tutti bianchi.
Alla registrazione dello Slugs’ Saloon si arriva quindi in un clima piuttosto ribollente, come lasciano intuire le parole dello stesso Ayler “The new jazz is neither resignation or evasion of relations with Whites. It is revolt and affirmation that we are black“.
La registrazione, fortunatamente immortalata dalla ESP, e’ un bootleg autorizzato, nel senso che si tratta di una lunghissima performance che contiene temi da “Truth is Marching In”, “Holy Ghost”, “Infinite Spirit”, “Bells”, “Our Prayer”, “Ghosts”, “Auld Lang Sye” (e da altri tre temi, senza titolo, che non appaiono in alcuna altra registrazione) che sono stati convenzionalmente suddivisi in due CD, precedentemente due LP. La qualita’ del suono non e’ ottima, anzi si puo’ dire il contrario, anche se il trasferimento in digitale ha pulito gli inevitabili sfruscii del vinile. I titoli dei brani sono inoltre fuorvianti e spesso errati. Detto questo, si tratta di una registrazione davvero essenziale perche’ e’ la sola testimonianza del lavoro di Ronald Shannon Jackson con Albert Ayler e rappresenta inoltre un prova di rara bellezza della poetica ayleriana. Due ore di musica che si svolge senza soluzione di continuita’, se non quella voluta dall’editore, che sonda in ogni possibile direzione le astrazioni di un idioma e di una poetica che Ayler andava ardentemente cercando. La musica snocciola temi e impennate solitarie. Di fondo un senso di penetrante spiritualita’, terrificante, piena di senso di morte, e di fremente ribellione. È un giorno di festa, e’ il primo maggio, e’ l’alba della rivoluzione, e’ l’Holy Ghost di coltraniana memoria…


Musicisti:
Albert Ayler – sassofono tenore
Donald Ayler – tromba
Michel Samson – violino
Lewis Worrell – contrabbasso
Ron Jackson – percussioni


Brani:
CD1
01. Truth Is Marching In – 10.10
02. Our Prayer – 12.19
03. Bells – 18.00
CD2
01. Ghosts – 23.08
02. Initiation – 16.32


Links:
ESP-Disk:
www.espdisk.com
“One day, everything will be, as it should be…”: www.ayler.org