SLIVOVITZ e REVENAZ Quartet in concerto in un doppio live d’eccezione – Napoli, 8 settembre 2011

Giovedì 8.9.2011 nel Cortile del Maschio Angioino
(piazza Municipio – Napoli), nell’ambito della rassegna “Napoli Città Viva
*Estate 2011 – L’energia della cultura“,
voluta dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
Ingresso 5,00 €. (www.comune.napoli.it).

 

 

Si
terrà giovedì 8 settembre,
anzichè come previsto sabato 10, la performance dal vivo degli SLIVOVITZ, che
presentano il loro ultimo lavoro “Bani Ahead”, e che durante la serata divideranno
il palco della monumentale corte del Maschio Angioino con un’altra band
partenopea, il REVENAZ Quartet.

 

SLIVOVITZ, La Formazione: Domenico Angarano al basso; Salvatore
Rainone alla batteria; Derek Di Perri all’armonica; Marcello Giannini alla chitarra;
Pietro Santangelo al sassofono; Riccardo Villari al violino; Ciro Riccardi alla
tromba.

 

Il
loro nome proviene da un’acquavite dei Balcani ottenuta dalla fermentazione di
prugne e vari altri prodotti naturali; la loro musica, invece, nasce da sporadiche
jam di 6 strumentisti, uniti dalla comune passione per la world musica e la
sperimentazione artistica, volta alla fusione di differenti influenze e
tradizioni del bacino del Mediterraneo.

Nati
nel settembre del 2001, la loro ricerca musicale non si è mai fermata, ruotando
introno al nucleo originario di un jazz-rock dai toni etnici. L’attività
performativa della band, fitta e continua, è caratterizzata da un forte impatto
live, che svela un chiaro ascendente rock sulla sezione ritmica, mitigato dalle
innate capacità improvvisative dei solisti. Il tutto fuso in strutture
complesse che rimandano al jazz-rock dei primi anni ’70, ma con risonanze
etniche dal mediterraneo all’area balcanica. Il mix di sonorità che gli
Slivovitz propongono è originale ed equilibrato, basato sull’interazione tra
ascendenze funk, jazz, indie, di musica araba ed etnica in generale. La loro sintassi musicale è tesa alla scoperta di nuovi
linguaggi diversamente codificati e liberi dai canoni del mainstream.

Dopo l’entusiasmo degli esordi e sempre
naturalmente tesi alla scoperta di un nuovo sound, infatti, a partire da
Napoli, dove nel 2003 aprono il concerto dell’artista internazionale reggae
Buju Banton, hanno suonato in tutt’Italia, hanno toccato l’Ungheria (Budapest Sziget Festival, Debrecem,
Veszprem, Ocs
…), la Spagna (Barcellona),
la Serbia (Nisville Jazz Festival,
Belgrado
), l’Austria (Mumyuha
Festival Hochneukirchen
).

La loro prima fatica discografica, “SLIVOVITZ”, è
registrata tra il 2004 e il 2005 presso gli MD Studios di Bagnoli, pubblicata
dall’Ethnoworld di Milano. Seguono, poi, tour internazionali, premi e
riconoscimenti nell’ambito della musica etnica.

Rispetto alla formazione originaria, il gruppo in
seguito si arricchisce della splendida voce di Ludovica Manzo e, anche grazie a
ciò, nasce, nell’estate del 2007, il successivo parto artistico: “HUBRIS”,
registrato presso gli studi napoletani Megaride, e in cui spicca l’utilizzo
strumentale della voce.

Il nuovo lavoro degli Slivovitz “Bani Ahead”,
invece, che vede la presenza di Salvatore Rainone alla batteria e Ciro
Ricciardi alla tromba, è una teoria di 8 tracce, più compatte e omogenee nel
loro insieme, con un carattere evidentemente rock e con sonorità analogiche,
sempre segnate da influenze folk. L’album, registrato per intero dal vivo
presso lo Zork Studio da Daniele Chiariello e missato da Peppe De Angelis, ha
un nitido sapore vintage, con numerosi momenti di improvvisazione collettiva e forti
virate verso il jazz più contemporaneo. Come il precedente “Hubris”, anche “Bani
Ahead” sarà distribuito in tutto il mondo dall’etichetta Americana “MoonJune”, proprio
a partire dall’estate del 2011.

 

REVENAZ QUARTET, La Formazione: Luca Iavarone (synth); Paolo Petrella (basso); Roberto Porzio
(tastiere); Andrea De Fazio (batteria); Simone Petrella (visual arts); Peppe
Pace (fonico).

 

I Revenaz più che seguire un
preciso percorso musicale, fanno una riflessione sulla comunicazione di massa.
Attraverso lo “zapping” (espressione con cui s’intende non solo il cambio
compulsivo di canale, ma anche lo sfegatato amore per Frank Zappa), rinnovano
la tecnica del ready made dadaista, così come l’attitudine postmoderna e
iperrealista al riciclaggio di materiale, in un gioco estremamente coinvolgente
di fusione tra alto e basso, cultura e sottocultura, serio e faceto. Schegge di
cultura pop vengono riassemblate in maniera inedita da questo collettivo di
artisti napoletani. I live Revenaz sono una mistura esplosiva di musica, teatro
e video arte, dove a fare gli onori di casa è sempre un’imprescindibile dose di
autoironia. Lo spettatore viene travolto da una miriade di icone missate e
sovrapposte che, svuotate del loro significato comune, si prestano a nuove
analogie o addirittura riacquistano dignità di puri significanti. Revenaz è
come Dada: trova nella contraddizione la sua identità. Nella contraddizione
come nella contaminazione; e se contaminazione è la parola d’ordine, per
statuto l’ordine sarà già sovvertito. In tal senso Revenaz è tutto e il
contrario di tutto. È soprattutto l’affrancamento da qualsiasi definizione ed
etichetta cristallizzate. Sperimentazione, ricerca, sempre giocate sul doppio
canale visivo e sonoro, anche grazie all’ausilio di mezzi multimediali, per un
costante impatto live di forte intensità. Perciò, in una tale ottica, anche il
sound del Revenaz Quartet non può non sconfinare in differenti territori:
jazz-rock, electro glitch, il prog degli Area, la canzone neomelodica rivissuta
in chiave ironica, citando e attingendo anche a repertori del samba, free-jazz,
drum ‘n bass. Il tutto in un impasto sonoro e secondo una declinazione musicale
libera da schemi, originale, divertente e trascinante.