The Black Heart Procession
Six
Temporary Residence Ltd. - distr. Goodfellas
2009
Trascorsi tre anni dal loro ultimo album The Spell, i Black Heart Procession di Palle Jenkins e Tobias Nathaniel hanno ridotto ulteriormente il gap che li separava da quel rock umoralmente notturno, gotico e decadente forgiato da nomi come Woven Hand e Gutter Twins. Six ha infatti molti punti di contatto con tali modelli pur preservando nei testi e nel mood la poeticità più cinica e disincantata di Leonard Cohen e il romanticismo tragico-sentimentale di Nick Cave. Tutttavia ciò non fa dei Black Heart Procession una band derivativa, anzi. Jenkins e soci hanno acquisito e trasmesso, album dopo album, una cifra espressiva unica e originale, veicolata attraverso uno sperimentalismo sonoro che usa dilatare sia armonie austere sia arrangiamenti un pelo più ricchi e sontuosi, pilotati da accordi d’organo, archi e frasi di piano. Qui c’è un lirismo torvo e claustrofobico, una seduzione che proviene dal fango e dal sottosuolo, da lande rurali, urbane e montanare dove sole e luce sembrano una chimera. La sorgente luminosa proviene piuttosto dal cuore e dall’anima di situazioni senti(mentali) struggenti, memorie e ricordi senza più futuro, dove peccato e perdizione hanno sempre la meglio su salvezza e redenzione. È dunque il “blues” la costante che permea lo spirito di ballad dal ritmo funereo e patibolare come Wasteland e Heaven And Hell, oppure avvolgenti e melanconiche torch song quali When You Finish Me, Liars In, Last Chance e Iri Sulu (resa più fantasmatica e spettrale dal suono del theremin) dove anche il “soul” gioca una parte importante. Sono canzoni bellissime con cui farete spesso i conti, provandone un’attrazione fatale. Così come sarete avvinti dalla voce ardente, sinistra e polverosa di Palle Jenkins, interprete sfavillante sotto tutti i punti di vista. Affascinante e graffiante anche quando procede su tempi medi e ritmi più spediti, il duo di San Diego (che a breve ritornerà in pista anche con la sigla madre dei Three Mile Pilot) ci offre la sua concezione “pop-rock” in pezzi sublimi che oscillano dalle atmosfere vagamente tex-mex di Forget My Heart e Back To The Underground (entrambe dotate di un bel groove à la Calexico) a quelle più waitsiane e cameristiche di All My Steps, attenuando la tenebrosa anima gospel di Rats con effetti, tastiere visionarie e rotondi accordi di piano, assecondando, al contrario, con Suicide un’indole rock più malata, cupa e raggelante. Album liquoroso, da assaporare e sorseggiare a luci basse, Six è uno spettacolo di maestosa eleganza notturna, tra timore e tremore.
Voto: 8/10
Genere: Indie Noir Rock
Musicisti:
Palle Jenkins – vocals, guitar, bass, organ, keyboards
Tobias Nathaniel – bass, piano, organ, tympani, guitar
Joe Plummer – drums, percussion
Matt Resovich – violin, wurlitzer, keyboards, lapsteel guitar
Jimmy LaValle – piano, bass, reverb tank, organ
Brani:
01. When You Finish Me
02. Wasteland
03. Witching Stone
04. Rats
05. Heaven And Hell
06. Drugs
07. All My Steps
08. Forget My Heart
09. Liar’s Ink
10. Suicide
11. Back To The Underground
12. Last Chance
13. Iri Sulu
Links:
The Black Heart Procession: www.myspace.com/theblackheartprocession
Temporary Residence Limited: www.temporaryresidence.com