SINIKKA LANGELAND
Wind and Sun
ECM records 2776
2023
Dall’area e dal nucleo etnico, definiti come latori di “vecchi canti runici preservanti una meravigliosa poesia con radici in un’antica cultura sciamanica della foresta”, Langeland ha tratto ampie e strutturate fonti ispirative, catalizzate dal tradizionale salterio kantele (cui si è devoluta per oltre quattro decadi) e dalla vocalità, persistendo con pazienza nell’edificazione di un repertorio attento alla materia tradizionale ma in cerca anche di una propria miscela, immettendosi entro una forte e personale corrente etno-jazz svelata nell’originale “Starflowers” (2007, prima uscita ECM), già sorprendente per la disinvolta e spericolata lezione di stile, finora coerentemente coltivato, salvo digressioni di più tradizionale carattere, fino all’album in oggetto.
Se nelle prime esperienze discografiche Sinikka celebrava la poetica minimale e “naturale” del poeta-boscaiolo Hans Børli, nella presente occasione palesa un indubbio valore aggiunto ponendo in musica le meditazioni dello scrittore e drammaturgo Jon Fosse, di complessa personalità e peculiare misticismo, oltre all’originale stile scrittorio (peraltro insignito del premio Nobel per la letteratura appena pochi giorni dopo l’uscita dell’album, “per le sue opere innovative e la sua prosa che danno voce all’indicibile”).
Le non poche ambizioni filosofiche di Fosse sembrano trovare un fertile terreno d’incontro entro la poetica già fluviale ed argomentata di Langeland, che rilancia senza eccessi ma sempre con originalità di firma un nuovo programma, avvalorato anche dal corredo di immagini del fotografo Dag Alveng, ospite in più occasioni dei progetti di Sinikka, che trova l’arte di costui “in una combinazione particolarmente buona con le poesie di Fosse, poiché sono entrambe così semplici pur di carattere forte”.
Si riconferma l’abituale soundscape, di vibrante spirito naturalistico e non di rado metafisico, già dalle prime battute dell’introduttiva Row my Ocean, solenne e luminosa declamazione prontamente vivacizzata dai metallici inserti dei fiati solisti e naturalmente dalle cristalline timbriche del cordofono kantele, svettante sulla fluida traccia melodica.
Di più criptico mood l’eponima Wind and Sun, aprente con acustiche nebulose e crepuscolari, quindi fissandosi di contemplativo spirito free; s’incorpora quindi un incedere da aria di settecentesca grazia e contemporanea assertività in It walks and walks, in cui la serena autorevolezza del cantato contrappunta con le volute d’ancia di Frode Haltli (il partner probabilmente più interessante nell’intera operazione), di struggente sensibilità.
Spazio per luminosa sensibilità infantile nella delicate e toccante When the Heart is a Moon, percorsa da brezze della memoria, le cui liriche fanno riferimento al passaggio di angeli recanti messaggi dall’oltretomba; di nuovo la magia del kantele apre al mondo dell’infanzia, come dal titolo A Child who Exists, dal cui canto emerge uno spirito femmineo e materno, profondo ed universalistico.
Emotività remota ed ambienze serotine e chiaroscurali nella composita A Window Tells, cui gli stilemi jazzy e blues sembrano apportare alla sintesi di Langeland più lo spirito lirico che le meccaniche stilistiche; inattesa fisonomia e cadenza chitarristica del nordico strumento in apertura di The Love, innervata dalla solida e calda linea di basso e dal palpitante duettare dei fiati, entro una surreale ed ondulante pulsazione, all’insegna comunque di temperate luci e languida comunicativa.
Attraversando alcune variazioni sulle precedenti tracks, l’epilogo giunge su You Hear my Heart Come, affidante ancora ai fiati una libera loquela jazz, definendo in spirito cantautoriale un’ulteriore esempio della microingegneria fusion della titolare.
Stilemi trans-temporali e grande libertà formale alla base della peculiare progettazione di sound, con cui Langeland rilancia in termini di solidità, e stabilizza la line-up (che nel passato ha visto anche militare Arve Henriksen, Anders Jormin e Markku Ounaskari) con gli intoccabili talenti del momento, tali l’impagabile ancia di Trygve Seim, di prosodia orientaleggiante e spesso tangente il sortilegio, l’ottone chiaroscurale ed estroso di Mathias Eick, il vibrante istinto scultoreo di Mats Eilertsen e la cangiante materia ritmica del polivalente Thomas Strønen, non disconoscendo il protagonismo mai invasivo ma determinante della leader, dalla vocalità ieratica e a tratti fuori dal tempo.
Come una singolarità riesce (così è ipotizzato) a piegare lo spazio-tempo, si può ritenere che il già duttile jazz si pieghi (nel senso dell’omaggio) alla singolarità dell’arte (o delle arti) di Sinikka: palesando nobiltà di retaggio e ben amministrato senso del melting, “Wind and Sun” esita in un ennesimo saggio, piuttosto personale, di mistica naturale insolitamente abile a coniugare sapienza e meraviglia.
Musicisti:
Sinikka Langeland, voce, kantele
Trygve Seim, sax tenore e soprano
Mathias Eick, tromba
Mats Eilertsen, contrabbasso
Thomas Strønen, batteria
Tracklist:
01. Row My Ocean (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 7:08
02. Wind And Sun (instrumental) (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 2:56
03. It Walks And Walks (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 6:49
04. When The Heart Is A Moon (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 5:14
05. Hands That Held (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 4:06
06. A Child Who Exists (Jon Fosse, Geirr Tveitt, Sinikka Langeland) 4:44
07. A Window Tells (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 6:38
08. The Love (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 4:48
09. Wind Song (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 3:15
10. A Child Who Exists (var.) (Jon Fosse, Geirr Tveitt, Sinikka Langeland) 4:33
11. Wind And Sun (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 6:59
12. You Hear My Heart Come (Jon Fosse, Sinikka Langeland) 8:46
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