Simone Galassi: l’esordio rivelatore del cantautore livornese con ‘Viaggio senza fine’

Simone Galassi, cantautore livornese emergente, fa il suo debutto discografico con Viaggio senza fine, un album che segna l’inizio di un percorso artistico ricco di promesse. Con una fusione unica di influenze musicali e una sensibilità distintiva, Galassi esplora nuovi orizzonti sonori in questo lavoro di esordio. In questa intervista, il cantautore discute le sorprese e le scoperte durante la creazione del disco, il ruolo della musica come rifugio emotivo e il suo approccio autodidatta che ha plasmato il suo stile unico.

 

C’è qualcosa nella realizzazione/registrazione di “Viaggio senza fine” che ti ha sorpreso? Qualcosa che, magari, non era prevista ma poi ha trovato il suo spazio o la sua ragion d’essere?
Molto spesso, durante la realizzazione del disco io e Luca abbiamo accolto stranezze e bug del sistema operativo su cui lavoriamo mentre registravamo cose; abbiamo deciso di tenere quelle tracce disturbate, accorgendoci che stavano diventando un tratto caratteristico del suono. Li abbiamo chiamati gli aiuti dell’alieno “AX9339” che ogni tanto si intrometteva nelle nostre sessioni per dire la sua.  

Secondo te le canzoni rappresentano ancora una sorta di porto sicuro per permettere ad un artista di esprimersi e di esprimere la propria creatività?
L’artista rappresenta una sorta di garante dell’emotività collettiva, se fa bene il suo mestiere, riesce a creare un porto sicuro per sé e per gli altri. Per fare questo deve distruggere il suo ego e diventare parte di ciò che lo circonda. Bisogna innamorarsi delle proprie idee e in seguito metterle in discussione, per poi ascoltare il cuore, seguendo il sentiero che porta alla realizzazione dell’opera. Io trovo ancora nelle mie canzoni il mio porto sicuro, e come me tanti altri. C’è una parte di artisti che invece ha perso la rotta in mare aperto, perché troppo esaltati dal vento che li ha trascinati verso l’isola delle Hit. Una volta che si approda su quell’isola è difficile tornare al porto sicuro, ma non impossibile.  

Hai avuto una formazione musicale formale o sei autodidatta? Come pensi che questo abbia influenzato il tuo stile?
Sono autodidatta! Nel corso degli anni ho preso delle lezioni per cercare di “accademizzarmi” un po’, ma non ha mai funzionato! Credo che questo mi abbia aiutato ad approcciarmi agli strumenti con un’incosapevolezza che in qualche modo ho trasformato nel mio modo di suonare. Non so se sia giusto o sbagliato ma per me è andata così. 

Lungo il percorso, quali sono stati i tuoi artisti di riferimento?
A domande di questo genere tendo sempre a fare delle liste abbastanza lunghe perché ho voluto bene a tutti gli artisti che mi hanno formato, però questa volta voglio stringere il campo e nominare solo quelli che mi hanno trasformato spiritualmente: Leonard Cohen, Tom Waits, Nick Cave, Johnny Cash, David Bowie, Brian Eno, Lana del Rey.

Simone Galassi - Viaggio Senza Fine
Simone Galassi – Viaggio Senza Fine

Da buon cantautore immaginiamo tu preferisca la musica dal vivo e quelle situazioni che trasudano vita vera. C’è stato un concerto o una performance che ricordi con particolare affetto o che ha avuto un impatto significativo su di te?
Ci sono vari concerti che mi hanno cambiato la vita. Molto difficile pescarne uno fra i tanti però rimanendo sull’onda della sintesi come nella domanda precedente dirò che l’esibizione di Nick Cave and The Bad Seeds è stata forse la più significativa.  Ero sottopalco e riuscivo a percepire quest’energia quasi ipnotica che arrivava da una performance celebrativa, come una messa ma carica di poesia, cantautorato, rock’n roll e punk; inoltre, proprio come dei credenti a messa, il pubblico era attento, emotivo, dedito e aperto agli altri. Uno di quei concerti che lascia il segno.

Simone, noi ti ringraziamo per questo veloce scambio di battute. Chissà che non ci si senta tra un po’ per un nuovo singolo o disco.
Grazie a voi! Certo, ci sentiremo molto presto… stiamo cucinando nuove robe. In autunno arriva un nuovo singolo!