Sold out al Bluestone di Napoli per la presenza di due ospiti d’eccezione, due amiche, “2 woman 4 soul”, Simona e Sarah, che si incontrano per il piacere di divertirsi e fare musica, due voci diverse ma cosi’ maledettamente complementari colorano la notte del salotto chic di P.zza dei Martiri di suadenti tinte NU-JAZZ.
Accolte da un’intro strumentale, dalle voci energiche delle coriste Sheila Gasparri e Laura Napi e dai rombi del sintetizzatore di Alessandro Cristofari alle tastiere, entrano sul palco, in punta di piedi, Simona Bencini e Sarah Jane Morris.
A dispetto dei cavi difettosi che rendono vano il sound check e poco godibile il concerto nella parte iniziale, s’impongono l’una, Simona, per la freschezza della voce, che ne ha fatto per anni la front vocalist dei Dirotta Su Cuba e con i quali si era gia’ esibita il 21 Aprile nello stesso locale per una reunion della band fiorentina nel progetto “Back to the Roots Tour”; l’altra, Sarah, per la profondita’ della sua black voice e per l’incredibile capacita’ di portarci dagli abissi piu’ profondi e oscuri delle sonorita’ jazzy fino alle calde atmosfere del blues eamp; soul.
In una serata che definisce “speciale” Simona presenta Sarah Jane Morris, conosciuta nel 2005 e con la quale partecipa in duo alla 56 edizione del Festival di Sanremo.
Partono, quindi, le note del sax soprano di Luca Signorini ed e’ “Tempesta”, sottolineata dalla perfezione vocale di Simona e dalla grinta ignara del continuo malfunzionamento del microfono della Morris.
Sarah resta sola sul palco e dedica a tutti i presenti in sala il pezzo d’esordio “Me and Mrs Jones”, dal suo primo album solista del 1989 con la JIVE, e lo rinnova con la leggerezza che la contraddistingue, l’incredibile maestria di chi sconvolge dolcemente cambiando dal di dentro, con piccoli gesti, come l’incalzante controtempo del finale, dove passa dal suono graffiato alla Janis Joplin fino al sussurrato e poi addirittura al parlato senza accompagnamento strumentale.
Poi la voce diventa ancor piu’ nera, come si addice a “Never gonna give you up” di Berry White in versione anglo-italiana.
Anche la Bencini con “Questa Voce” ci offre un pezzo del suo esordio da solista scritto da Pacifico in versione originale con l’applaudito assolo del sax soprano di Luca Signorini, seguito da “Solo Baci” che ci riporta alle atmosfere funky dei Dirotta Su Cuba.
Attesissimo dal pubblico “Fragile” di Sting che Sarah ha re-inciso con Dominic Miller, chitarrista con il quale ha realizzato il nuovo lavoro discografico “What it Hurt” in anteprima in vendita al Bluestone e in uscita il 18 maggio.
Sax tenore e piano introducono al soul di “New York State of Minds” di Billy Joel.
Le “donne del soul” si cimentano in una versione anglo-napoletana di “Quanno Chiove”, omaggio al cantautore partenopeo Pino Daniele. Simona sbaglia, la Morris ride e corregge, le due lingue procedono sole, poi si mixano e si sovrappongono fino a lasciarci al sospiro finale parlato di Sarah.
Poi i pezzi CULT, prima per la cantante britannica con “Don’t leave me this way” e “Piece of my heart”, poi per la Bencini con la sua personale rilettura di “Gelosia” e la presentazione della band che vede la partecipazione di Gianluca Meconcelli alla batteria, di Guido Pietrella al basso e di Diego Perugini alla chitarra.
Ci lasciano sulle note di “Still havent found what I’m looking for” degli U2. Il pubblico sollecitato dalla Bencini abbandona le poltroncine rosse e si lascia travolgere dall’incredibile energia cantando sotto il palco.
La Bencini viene risucchiata dai fans, mentre Sarah si aggira elegantemente per la sala.
Bluestone, Napoli
12 maggio 2009