Abbiamo incontrato Sandy Muller, una ragazza simpatica e spontanea, dopo un concerto e lei ha accettato volentieri di scambiare quattro chiacchiere con noi.
Sound Contest: Il tuo cognome, “Muller”, fa subito pensare alla Germania, il tuo aspetto fisico, decisamente nordeuropeo, tende a confermare quest’ipotesi e sorprende poi scoprire che le tue origini sono brasiliane: raccontaci qualcosa in piu’ sulla tua vita e le tue origini.
Sandy Muller: Muller e’ il cognome di mia madre che appartiene ad una famiglia dalle lontane origini tedesche. I discendenti Europei sono infatti approdati in Brasile alla fine del 700… sono passate ormai diverse generazioni ma i tratti tedeschi connotano ancora oggi la mia famiglia materna. Mio padre e’ italo-brasiliano. Io sono nata a Roma, dove ho sempre vissuto, anche se, appena posso, vado a passare un pò di tempo con la mia famiglia divisa tra Rio de Janeiro e San Paolo.
SC: In un brano del tuo disco fai riferimento alla fortuna, vivendo a Roma, di non essere stata coinvolta nei disagi di una grande metropoli sudamericana come Rio. Quali sono secondo te i maggiori pregi e difetti del nostro modo di vivere e di quello di un paese come il Brasile?
S.M.: Il brano in questione si intitola “Nunca aconteceu comigo” (“A me non e’ capitato”). E’ un brano molto importante per me, con il quale ho vinto il premio della giuria popolare nel concerto “voci per la liberta’ 2004” indetto da Amnesty International. E’ un brano in cui, non solo denuncio la condizione di vita nelle persone nelle favelas, ma rifletto anche sul fatto che quel destino non e’ capitato a me, brasiliana “sui generis” perche’ cresciuta in Italia, solo per un volere del destino. Non possiamo, credo, disinteressarci della vita altrui quando pensiamo che solo per caso quel destino non e’ capitato a noi.
Per quanto riguarda i pregi ed i difetti dei due popoli, i brasiliani sono capaci di mettersi nei panni degli altri e quindi sono persone molto umane. Hanno forse il limite culturale di non avere chiaro il loro diritto allo sviluppo e all’indipendenza economica e culturale. Gli italiani sono certamente piu’ concreti, piu’ efficienti sebbene a volte siano troppo frenetici nel modo di vivere la loro vita.
SC: Essendo nata e vissuta a Roma, quali sono le fonti e gli strumenti attraverso i quali approfondisci la cultura brasiliana e la fai tua per esprimerla nella tua musica?
S.M. Anche quando non sono la’, il contatto con il Brasile e’ per me quotidiano. Attraverso la musica in primo luogo visto che ne ascolto quasi tutto il giorno! Poi attraverso la mia famiglia, attraverso internet dove posso ogni giorno leggere sui siti brasiliani le notizie di cronaca, politica di spettacolo. Ma anche attraverso gli appassionati di Brasile che in Italia sono tantissimi. Molti di loro mi scrivono sul sito raccontandomi la loro esperienza in Brasile. Ed ancora attraverso le numerose trasmissioni radio che trattano di cultura brasiliana prima tra tutte “Brasil” condotta da Max de Tomassi su radio rai 1. Max ha curato le versioni italiane di alcuni brani presenti nel mio cd “Sandy Muller” e mi ha invitato in trasmissione a presentare questo mio lavoro, permettendomi di avere un immediato contatto con il pubblico.
SC: In quali modi diversi hanno influenzato la tua musica Caetano Veloso, il tuo stretto collaboratore Claudio Pezzotta, e Marcelo Costa?
S.M. Caetano Veloso e’ un innovatore, uno sperimentatore. E’ un modello per tutti i musicisti di una certa sensibilita’… le sue piu’ vecchie composizioni ti stupiscono ancora oggi per la loro modernita’… gli ultimi lavori ti stupiscono per… la loro modernita’! E’ sempre attuale!
Claudio Pezzotta e’ un chitarrista, arrangiatore con il quale ho una grande affinita’ musicale. Stesso tipo di gusto, di sensibilita’ e stesso obbiettivo: creare della buona musica, onesta, spontanea che parli alla gente con semplicita’. E’ stato quindi naturale cominciare a scrivere insieme i brani del cd “Sandy Muller”.
Marcelo Costa ha fatto suo l’intento mio e di Claudio e si e’ unito a noi nella registrazione del cd, non solo contribuendo come batterista e percussionista, ma anche dandoci i preziosi consigli di chi e’ nel settore musicale da piu’ di venti anni e sa cosa significhi tradurre un “sogno” musicale in cd!
SC: Il successo che hai riscosso in radio e tv, considerando che questo e’ il tuo primo disco, e’ decisamente sorprendente. A parte la qualita’ della musica e dei musicisti, qual’e’ stato l’elemento della catena organizzativa che ha maggiormente influenzato la buona riuscita del prodotto?
S.M. Innanzitutto mi sono molto preparata prima di decidermi ad incidere un disco… Studio da molti anni, continuo a studiare tutti i giorni perche’ la musica e’ una materia sconfinata e non ci si puo’ mai considerare arrivati. Ad un certo punto ho capito di poter riuscire a dire quello che volevo dire attraverso la musica, ho quindi scelto collaboratori seri che condividono la mia impostazione del lavoro. I gia’ citati Claudio, Marcelo, Max… ma anche i musicisti con i quali suono, l’ufficio stampa e quello di booking fino ad Adriano Fabi, produttore di grande esperienza che “coordina” il lavoro di tutti. Avere un team serio ed affiatato e’ fondamentale.
SC: Per finire una domanda un pò “cattiva”: crescere velocemente puo’ talvolta rappresentare un boomerang nella carriera di un artista, molti che hanno avuto un rapido successo iniziale hanno poi incontrato difficolta’ del prosieguo perche’ il pubblico, si sa, si aspetta sempre di piu’: che progetti hai e cosa dobbiamo aspettarci per il tuo futuro?
S.M. Perche’ cattiva come domanda??!! Sai cosa penso? Penso di non essere cresciuta velocemente come artista… forse la notorieta’ di “N