Area Mediterranea – Produzioni e Promozioni Musicali
presenta
ERASMO PETRINGA
Il nuovo album
“SABIR”
Distribuito da
EDEL
Una lingua remota. Lingua franca dei popoli del mediterraneo, usata come antico esperanto che univa idiomi e dialetti affini ma diversi: questo è il Sabir. Dai gerghi italiani fino allo spagnolo, il greco, le lingue turche e arabe; tutto in un unico legame lessicale. Sabir diventa così un nome che richiama l’antico mito della Torre di Babele. Erasmo Petringa sceglie Babilonia come luogo ideale della propria tessitura musicale.
Con il suo album Sabir, Petringa crea un’analogia tra la fusione linguistica e la fusione musicale. Sperimenta l’applicazione della tecnica occidentale su strumenti e armonie tipicamente arabe, ottenendo impasti sonori che fondono e confondono i sapori del Sud Italia con i colori del Nord Africa. Inevitabile l’incontro con il jazz che attraverso l’improvvisazione libera lo strumento e lo stesso autore da vincoli stilistici e condizionamenti culturali.
Da qui parte un indimenticabile viaggio che valica luoghi fisici, confini e generi. La cifra stilistica di Sabir è nel melting pot più estremo, capace di ricollegare un file rouge di retaggi culturali intrecciandolo con il continente che ha fatto dell’unione della musica nera con quella bianca la propria storia: gli USA. La musica di Petringa è infatti imbevuta di jazz, per mentalità timbriche e spirito free. Le proporzioni di questo cocktail stilistico possono essere così sintetizzate: 33% musica araba, 33% jazz e 33% tradizione partenopea. Perchè è bene precisare che il punto di partenza del viaggio è proprio quella Napoli a cui Petringa è da sempre legato. Dopo essere stato per anni a contatto con il mondo arabo, dopo aver diretto orchestre algerine, dopo aver acquisito la tecnica di strumenti caratteristici come l’Oud, Petringa ha riscoperto le radici stesse della musica napoletana. Un ritorno alle origini che gli ha permesso di personalizzare i principi della musica araba secondo la prassi musicale occidentale.
I colori di Sabir sono fatti di scale arabe, ondeggianti e sinuose melodie ipnotiche come una danza del ventre, o come la nenia di un incantatore di serpenti. Ma l’intelaiatura è quella di un quartetto free-jazz capace di legare il verbo musicale di un Coltrane, fino a territori anni 70 che rimano con nomi come i Traffic di Steve Windwood.
Nel disco Erasmo Petringa suona l’Oud, Violoncello, Chitarra battente e Contrabbasso. Inoltre ci sono collaborazioni eccellenti: Pietro Tonolo (sax), Bebo Ferra (chitarra), Gabriele Mirabassi (clarinetto), Enzo Zirilli (batteria), Angelo Cioffi (fender piano), Emidio Petringa (tamburelli, tamburi a cornice).