La vecchia scuola italiana dell’alternative rock si fonde a suoni psichedelici e alla seduzione graffiante del punk con l’intento di comunicare, attraverso un testo introspettivo e privo di fronzoli, il proprio disappunto verso l’individualismo umano.
“Blob” dei Rough Enough, duo siciliano dall’impronta alternative rock prodotto dalla TheKidsAreAlright Records (costola della Dcave Records), è un brano di protesta:
«Estinguere ed estinguersi sembra essere il nostro credo ma rifiutiamo di ammettere l’invasività della nostra specie: convinti della nostra superiorità ci approcciamo al pianeta con arroganza, manipoliamo ogni cosa a nostro piacimento senza lungimiranza, ci arroghiamo il diritto di essere creatori, protettori, distruttori. Un’umanità distopica con l’ossessione per l’individualità, per tutte le cose che crediamo pregne di significato e con le quali ci riempiamo la vita, per l’apparire ad ogni costo, per il denaro a discapito di tutto e di tutti. Siamo carnefici ed allo stesso tempo vittime di una visione delle cose a misura d’uomo. Siamo dei Blob, dei mostri che fagocitano qualunque cosa. Il nostro ego è ipertrofico ma la nostra specie non si evolve; siamo parte della natura ed in quanto tali abbiamo delle implicazioni: creiamo inquinamento e sottoponiamo tutti gli abitanti del pianeta alle irreparabili conseguenze». Rough Enough
Il pezzo è tratto da “Get Old And Die” che è essenzialmente un disco permeato di messaggi e di disappunto, un volersi schierare a gran voce contro tutto quello che l’umanità produce e subisce con indifferenza.
Un album quindi di canzoni, o meglio, di concetti concreti diventati canzoni. Ma è anche un disco melodico e rumoroso, pieno di ispirazioni musicali maturate ascoltando il blues, il noise, il punk, l’alternative rock e tanto altro. Potente e compulsivo, ma fatto di racconti reali.
I Rough Enough sono: Fabiano Gulisano – chitarra e voce, Gabriele Sinardi – batteria
Etichetta: The Kids Are Alright (Dcave Records)
Bio
Due elementi, due strumenti che si intrecciano, due modi di vivere la musica che si incontrano in modo del tutto inaspettato: nascono così i Rough Enough all’inizio del 2015.
Un incontro casuale, qualche chiacchiera, l’idea condivisa di non proporre il solito “power duo” e ci si ritrova su un palco appena due settimane dopo.
I testi introspettivi e diretti, l’esigenza di comunicare all’umanità tutta il proprio disappunto, si fondono ad un potente mix di suoni psichedelici che strizzano l’occhio alla tradizione rock. L’improvvisazione che diventa canzone è il punto focale della musica dei Rough Enough. Il suono disarmonico e deciso della chitarra viene rinforzato da una batteria “maleducata” e punk che crea un tappeto di suono tutt’altro che “sordo”. C’è di tutto nella loro musica fatta di contraddizioni: il blues delle origini, il punk sporco e viscerale, un piede nella vecchia scuola alternative rock italiana. La voce aspra che si fonde come uno strumento ai suoni brutali del rullante ed alle corde granitiche, divenendo canzone nel senso più tradizionale del termine. Il 2016 è l’anno della svolta, un album prodotto da Daniele Grasso (Diego Mancino, Cesare Basile, Afterhours, Greg Dulli, John Parish, NiggaRadio) nella storica cava, il The Cave Studio di Catania, che diventa l’apripista della nuova Label TheKidsAreAlright records, nata da una costola di Dcave records.
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