Scritte prima e durante la pandemia che ha colpito il mondo intero, molte tra le quattordici tracce si interrogano su un possibile “dopo” e sulle conseguenze di azioni di piccoli e grandi uomini
“Prima, durante e… Dopo?” è il titolo del primo album di Rejecto, artista che ha deciso di di rimanere in anonimato. Quattordici brani in quattro quarti con l’attitudine ad un hip hop, che gira alla ricerca dell’underground e del mainstream più pop.
Nato prima e durante la pandemia globale, i brani toccano ognuno uno specifico tema del cambiamento globale a cui tutti stiamo assistendo. Una trasformazione epocale e repentina e che genera naturalmente dubbi e frustrazioni oltre alla necessità di ritrovare risposte. Questo album nasce soprattutto dal bisogno imprescindibile di comunicare questo evento travolgente, che ha colpito direttamente lo stesso autore: il padre di Rejecto, infatti, è stata una delle prime vittime del Covid19, quando ancora l’OMS lo definiva un’epidemia (per quale motivo? È una delle domande). Rejecto non nasconde la sua profonda perplessità sui fatti accaduti e si chiede quale verità si nasconda dietro a tutto ciò.
Altri brani sono legati al mondo dell’hip hop e alla musica in generale, passando per lo show-biz e i curiosi personaggi che lo popolano.
Un album questo di Rejecto che, oltre ad essere pop e easy, offre anche bassi a 20 hertz, snare in sedicesimi, rampe in stile drone music, registrazioni di noise come la drill inglese, rap sgangherati, messaggi taglienti, nomi e cognomi, “santi e padroni”. Lo stesso Rejecto lo definisce: «Un album autentico e spontaneo, senza featuring, né studi di registrazione… solo un homeboy e la sua creatività».
TRACK BY TRACK
Liberate Assange
Il brano che fa da intro all’album è una piccola preghiera gospel ed è dedicato al giornalista Julian Assange, proposto per il premio Nobel per la pace e cofondatore di Wikileaks. Al momento è ancora in prigione a Londra dopo aver chiesto ed ottenuto asilo politico all’ambasciata dell’Ecuador.
Fastfood
Sonorità taglienti e ritmo incalzante in uno stile che prende in prestito sonorità della deep house. Il testo invece denuncia la mercificazione della musica e del mondo ad essa collegato che ha trovato, a detta di Rejecto, nel genere hip hop uno dei suoi massimi esponenti: «Neoliberisti, sessisti, omofobi ed edonisti sono facilmente rintracciabili e veicolati in modo magistrale dai social media». Ma naturalmente sono anche molti quelli che invece stima.
Vecchi amici nuovi nemici
Suoni Old school hip hop per questa terza traccia. Rejecto racconta con ironia il proprio conflitto con le persone che negli anni gli sono state vicine. Rapporti interpersonali ed eventi perversi, che hanno logorato il concetto stesso di amicizia.
Rejecto
Basse frequenze di un dope realizzato con una sola nota che si risolve in ritornello dove una voce femminile e un cambio armonico di una tastiera anni’80 realizzano una base ipnotica su cui Rejecto si racconta: la lotta di classe, il disprezzo per lo sfarzo e per l’uso della droga come biglietto da visita degli artisti hip hop. L’ostentare trascorsi in prigione e gli insopportabili cliché. L’odio per le lobby grandi e piccole.
Too skinny
Too Skinny, in italiano “troppo magro”. Ambienti scuri e profondi, bassi che ruggiscono a pochissimi hertz, overdubbing e poche note di un piano acustico sono l’impalcatura di questa canzone. Il testo racconta della diseguaglianza sociale ed economica che diviene sempre più profonda. Milioni di persone si muovono da un continente all’altro fuggendo da guerre e carestie. Esiste una cura per i milioni di bambini che muoiono di fame: si chiama cibo, ma non interessa a nessun capitalista.
Blow
Assieme a Too Skinny questa sesta traccia posta al centro dell’album è sicuramente la meno pop. Scritta prima della pandemia, presenta una base onirica, minimale e rarefatta. Blow racconta quanto il business della musica moderna può diventare alienante.
Pretty vacant
Pretty vacant è il titolo di una canzone dei Sex Pistols. La traduzione è “Belli e vuoti”. Questa di Rejecto, che è forse la song hip hop più convenzionale dell’album, vuole prendere in giro la modalità che hanno alcuni rapper di canzonarsi a vicenda, pratica che si chiama dissing e che talvolta in USA finisce con la morte di qualcuno, mentre in Italia è solo un inutile e imbarazzante parodia.
Mumbo jumbo
Il mumbo jumbo è una maniera di parlare per schernire alcuni modi di fare o vecchi credi religiosi. Questo brano, con un basso in slide e il rullante che schiaffeggia ogni quattro movimenti sembra essere altrettanto irriverente. Anche Rejecto spara a salve a destra e a manca, colpendo dai personaggi televisivi onnipresenti e arroganti, alle nuove star prodotte in televisione.
Spy
Un hip hop scarno e sincopato, pieno di noises e effetti da commedia e da vecchie comiche sono l’ossatura di questa sgangherata e picaresca nona song. Scritta prima dell’inizio della pandemia, Spy, è ispirata al controllo: telecamere in strada, algoritmi del web, app di tracciamento.
Lezioni di economia
A pandemia appena esplosa, il padre di Rejecto muore di una strana polmonite. Nella ricerca spasmodica di dare un senso a tutto quello che repentinamente accadeva, Rejecto indaga come può, dove può, più che può: quindi libri, film, documentari, interviste, saggi di storia… teorie che circolano sul web e non solo, con tutti i loro collegamenti più o meno visibili ai più. Banche centrali, Big Pharma, bond e provocazioni esposte in questa traccia, con voce a tratti sbeffeggiante, su una base con cassa dritta e liuto orientale.
Lockdown, odio casa mia!
Definire questo brano pop, sia per la forma canzone che per scelta di suoni e ritornello, non lo degrada o la allontana dal mondo hip hop. Il titolo è da leggersi come il rifiuto al modo con cui si è gestita la pandemia. Lo stato dei piccoli imprenditori, degli artisti e del turismo e degli altri mille mestieri è in ginocchio. Si arricchiscono solo i già ricchi. Mentre la coercizione, isola i bambini, distrugge le famiglie e il libero arbitrio.
I gotcha!
“…Ho capito”, “t’ho beccato”, più o meno queste le traduzioni del modo di dire. Hip Hop classic che nel ritornello con l’utilizzo della melodia realizzata da un synth monofonico richiama lo stile west coast. La canzone si riferisce chiaramente a ciò che ancora sta accadendo nel nostro Paese e nell’intero mondo. Rejecto si ripromette dopo la quarantena di darsi al sesso e ai party come un… bonobo.
I hate Bill Gates
Omen nomen. In questo brano, Rejecto manifesta tutto il suo odio verso un personaggio a cui molti imputano dichiarazioni non del tutto etiche. La base sembra presa da Gary Numan con la ritmica di un B Boy.
Baby che ti bevi baby
Chiude il primo album di Rejecto. Su una base rocky il testo si chiede, con ironia, quante notizie false dobbiamo ancora buttar giù. Ammaestrati dalle televisioni e dai giornali, mentre imprenditori acquistano testate e social media contribuendo alla corsa al controllo della popolazione.
Autoproduzione
Pubblicazione album: 15 gennaio 2021
BIO
Rejecto è un artista italiano che realizza e produce la propria arte in completo anonimato. In uscita nel 2021 il suo primo album alternative hip hop dal nome “Prima, durante e… dopo?“. La composizione del progetto discografico si è rivelata nel tempo molto travagliata. Il primo brano realizzato nel 2019 era dedicato a Julian Assange, il giornalista australiano fondatore di Wikileaks, detenuto a Londra nel carcere di Belmarsh, per il quale l’America aveva chiesto l’estradizione per sacrificarne la vita. Ma poi il lavoro sull’album ha rallentato la corsa a causa degli eventi che sono letteralmente esplosi intorno all’artista: prima la morte del padre, poi l’esplosione della pandemia. Costretto in casa dal lockdown Rejecto divora di tutto: documentari, libri, interviste, ogni testimonianza che potesse placare il suo dolore e il suo stupore, la sua necessità di far luce e di comprensione, trasformandola in musica. La sua vita, dopo due mesi, viene ulteriormente colpita dalla separazione dalla moglie, che porta via anche il figlio. Rejecto non si ferma, anche se il peso da sopportare, con l’assottigliarsi dei suoi amori è diventato un macigno. Lo salva la sua ironia, la sua musica, la sua voglia di comunicare, la speranza di un mondo migliore, più equo, canalizzando il proprio dolore, metabolizzando la sua catarsi ancora di più. Vede le ingiustizie sociali, le multinazionali arricchirsi, i piccoli imprenditori fallire, gli artisti morire, la democrazia sparire. Chiede aiuto e solidarietà, facendolo con leggerezza e ironia, rap e melodia. L’artista realizza infine circa trenta brani ma decide di pubblicarne solo 14, rispettando la cronologia degli eventi: da quello che era il mondo a novembre del 2019, fino a quello che è diventato nell’estate del 2020. Si chiede allora… che cosa succederà dopo?
“Prima, durante e… dopo?” è un album di “hip hop alternativo” scritto in solitaria da un unico artista, durante questa pandemia, che ci ha segnato per sempre.
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