Alla canzone d’autore indie, che ormai propriamente sembra venga denominata ormai indie-pop e dalla quale arrivano venature di spensieratezza e di leggerezza testuale quanto melodica, risponde questo bellissimo disco dei RADIOLONDRA che si intitola “Slurp”: non fatevi ingannare dalla copertina – come dire – ecletticamente social, realizzata dall’influencer #Finnanofenno. Nella consuetudine digitale, questi 8 inediti sfornano una riflessione introspettiva, un velo di nebbia e di malinconia, pioggia sottile che mette in grigio la vita metropolitana. E lavando via il peso delle etichette che tutto devono omologare, ci piace davvero questo sapore agrodolce di semplicità adolescenziale – complice anche il timbro della voce che ci conduce per mano dentro melodie efficaci – mescolata a questi suoni spudoratamente anni ’80 come da copione, ma per niente estivi nella loro riuscita. Un disco di pomeriggio, un disco del dopo scuola, un disco della vita di ogni giorno. Belle sensazioni dai testi… con quel timbro di voce che disegna la canzone un po’ alla Tricarico e un po’ alla Bersani. Ops le etichette, ancora una volta…
Canzone d’autore oggi. Prima era di chitarra e vita politicizzata. Oggi secondo voi?
È più musica da cameretta, è vero. Ma i nostri nonni andavano al bar a parlare di politica, noi al bar neanche ci andiamo, perlopiù. Quindi è normale che le cose anche a livello musicale/autoriale siano cambiate. Oggi ci si interroga di più su se stessi, poi c’è modo e modo di farlo. Nel senso tante canzoni che si definiscono “indie” mi sembra siano poco interessanti, siano sempre molto simili fra loro, come prodotti sempre uguali. Invece c’è in giro gente che si fa delle belle domande, vedi Calcutta e altri, quella è la musica d’autore di oggi.
Anche il vostro disco come tutti, pecca forse di un’autoreferenzialità. Cioè sembra parlare di sé e non di noi. Cosa mi dite?
Dici? Sono d’accordo sul fatto che è un disco che parla “di sé”… ma l’originalità che cos’è se non parlare di se stessi? E dentro questo cercare di essere sinceri verso se stessi, l’ascoltatore può trovare qualcosa che lo riguarda, e allora nasce il “noi”.
Ascolto “Sulla luna”: ma se io vi facessi il nome di Samuele Bersani?
Ne siamo onorati.
Un antidoto all’odio… quale può essere secondo voi?
Scoprire che volere bene e donarsi totalmente a un’altra persona è la cosa che rende più felici, scoprire che gli altri sono una ricchezza e non un problema.
La musica oggi, voi che ne siete testimoni e protagonisti. Cultura, arricchimento, corollario o semplice intrattenimento?
Cultura e arricchimento! Però non è facile, i tempi sono cambiati, io una volta compravo un disco, mi mettevo sul divano e lo ascoltavo ad occhi chiusi. Oggi ascolti musica mentre fai altre cose, ma rimane una cosa decisiva nella vita dei ragazzi.