Primo concerto ufficiale della Clockbeats Orchestra durante il Festival dell’Innovazione di Brescia

Una piattaforma digitale: Clockbeats.
Un’orchestra di giovani che si incontrano in rete.
Gli strumenti della grande tradizione classica, “aumentati” e potenzati dall’uso delle nuove tecnologie.
Sabato 1 ottobre all’Auditorium San Barbaba di Brescia un concerto che potrebbe cambiare la storia delle esecuzioni “classiche” dal vivo.

Clockbeats è una piattaforma digitale dedicata ai professionisti della musica. Il sito, nato nel 2014 dall’intuizione dei due fratelli Nicolò e Paolo Mantini (entrambi musicisti), esordisce come portale per la compravendita di brani musicali in esclusiva, per poi diventare a sua volta un incubatore di progetti e di idee. In questi due anni Clockbeats ha prodotto numerosi artisti, lanciando con grande successo una campagna Kickstarter nel 2016.
Ideata per supportare i professionisti della musica a svolgere al meglio il loro lavoro, la piattaforma sarà disponibile online in versione beta per utenti selezionati il 6 settembre, in versione visibile a tutti da ottobre 2016. Per festeggiare il raggiungimento di questo traguardo il team di Clockbeats ha deciso di organizzare il primo concerto della sua orchestra, la Clockbeats Orchestra appunto, che si terrà sabato 1 ottobre 2016 presso l’Auditorium San Barnaba di Brescia, durante il Festival dell’Innovazione. Concerto che è già soldout, a più di un mese dalla data di programmazione, e questo grazie alla forza della comunicazione in rete.

Ma perché dar vita a un’orchestra di questo tipo?
La domanda trova risposta nelle parole del manager della formazione, tenuto conto di una serie di interrogativi che sono a monte della creazione di una nuova formazione strumentale, soprattutto in un momento in cui il mondo musicale, almeno quello della “classica”, soffre per le difficoltà di un mercato saturo e comunque non sufficientemente supportato a livello economico. Necessaria anche una premessa: quando un gruppo di ragazzi, magari studenti o ex studenti di un conservatorio, si trova a casa e comincia a suonare insieme può decidere di creare un quartetto o fondare una band, ma quando una generazione di giovani musicisti si ritrova su internet può decidere di credere in un sogno. Che cos’è un’orchestra? Un insieme di strumenti, ma, prima di tutto, un insieme di persone. Ed è proprio dalle persone, alcune delle quali ora si ritrovano in orchestra, che nasce questo progetto. Chi da giovane musicista non ha mai sognato di creare un’orchestra con i propri colleghi di studi? Il manager della Clockbeats Orchestra, Gabriele Levi, descrive così l’idea: «Con Paolo Mantini, nelle nostre chiacchiere tra i corridoi del conservatorio, abbiamo sempre parlato di dar vita ad un’orchestra che partisse proprio dai musicisti stessi, quasi una necessità di evasione e creare qualcosa che venisse “dal basso”. Il giorno è poi arrivato!»

Il concerto di sabato 1 ottobre
Formata da 40 elementi, la Clockbeats Orchestra è nata grazie all’utilizzo di internet e dei social network, attraverso i quali è stata effettuata una chiamata aperta a tutti i musicisti che hanno inviato curriculum e video.
La guida della formazione è affidata a Vincenzo Milletarì, giovane promessa della direzione d’orchestra, che ora studia in Danimarca ed è stato il solo allievo italiano presso la prestigiosa Accademia del M° Riccardo Muti. Luigi Mazzocchi come secondo direttore.
Solista di questo primo concerto Giovanni Punzi, altro giovane talento, primo clarinetto dell’Orchestra Filarmonica di Copenhagen.
Si parte con l’Ouverture dell’opera Così fan tutte KV 588 di Wolfgang Amadeus Mozart; a seguire il Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore KV 622 dello stesso autore; in conclusione la Sinfonia n. 104 in re maggiore “London” di Franz Joseph Haydn.
Un programma del tutto classico quindi, durante l’esecuzione del quale si ascolterà tuttavia qualcosa di mai udito, molto oltre i canoni della “classica”. La Clockbeats Orchestra, nata per chiamata in rete, non può non essere strettamente legata al mondo delle nuove tecnologie, anche quando sale sul palco e passa al momento performativo: ogni strumento è amplificato in modo tale da poter utilizzare le potenzialità della musica elettronica, non per snaturare le caratteristiche dello strumento stesso, maper aumentarne le potenzianlità. Non solo, il concerto accompagnato da proiezioni visive, audio-reattive, promette un finale a sorpresa.