Esce venerdì 19 gennaio 2024 su tutte le piattaforme digitali un nuovo album di Pezzopane dal titolo “Sembra ieri“. Un nuovo e definitivo capitolo fuori per ALTI Records e Visory Records (e in distribuzione Believe Music Italy) che ci racconta l’inguaribile sindrome da Peter Pan del cantautore, e dove convivono le storie intrecciate di cinque anni passati a Milano, proprio in quel monolocale che aveva ispirato il primo disco di Pezzopane dal titolo “Storie da monolocale“, ma anche il romanticismo di una relazione di quelle semplici, passate sotto le coperte acciambellati come gatti.
Uscito dal monolocale milanese in cui sono nate le storie del suo primo disco, Pezzopane ritorna quindi all’aria aperta con un album di 10 brani dal sapore pop fuorimoda che racchiude una retrospettiva di ricordi ed esperienze – personali e non – filtrate attraverso la solita dissacrante e malinconica ironia che lo caratterizza. La pandemia del 2020 è stata per Pezzopane l’occasione per riflettere sul proprio vissuto e rendersi conto di quanto il tempo passi in fretta e come il proprio passato non sembra mai troppo distante, soprattutto quando le vicende vissute lasciano il segno.
Il disco pesca a piene mani nel bagaglio musicale del cantautore tra rock, synth-pop, cantautorato anni ‘70, pop patinato degli anni ’80 e leggerezza dei ’90.
Le produzioni, affidate a Etrusko (Luigi Tarquini) assieme a Phonez (Federico Fontana) e L’Ode (Camillo Cecere), viaggiano da un continente all’altro, da un decennio all’altro e spesso contrastano volutamente il disincanto dei testi per creare una amalgama agrodolce tra melodia e armonia che rimane in testa a lungo.
In che modo hai capito che ALTI Records e Visory sono state importanti per te? Quali sono i vantaggi dell’avere delle realtà alle spalle che ti guidino? Sei mai stato limitato in qualcosa?
ALTI Records è l’etichetta che mi ha “scelto” dopo che uno dei produttori, Etrusko, mi ha ascoltato dal vivo e si è interessato alle mie canzoni con grande cura e professionalità. Visory è un nome in ascesa nel panorama italiano delle produzioni musicali e probabilmente ci ha sentito del potenziale. Non posso che essere grato per avermi prodotto e distribuito facendomi fare un piccolo grande salto di qualità, da indipendente che sono sempre stato. Nessuno mi ha mai limitato nelle scelte artistiche, anzi mi hanno dato delle opportunità che da solo non avrei mai avuto.
Che cosa ti fa dire “Sembra ieri”?
Quella costante sensazione di dejavù che provo ovunque. Sono un tipo molto nostalgico, non dimentico niente, tutto mi rimane in testa pronto a far capolino quando meno me l’aspetto per dimostrarmi che nessuna emozione, nessuna sensazione è davvero così lontana nel tempo se la si è vissuta fino in fondo.
Perchè ti consideri un Peter Pan? Lo consideri un difetto?
In realtà non mi considero tale, me lo dice sempre mia zia perché secondo lei sembra che non voglia mai diventare adulto. Penso sia una bella cosa, anche se involontaria.
Ci racconti la copertina di questo disco? Cosa rappresenta?
La foto cover del disco è stata scattata dal mio amico fotografo Valerio Giuliani sulla piana di Campo Felice, vicino L’Aquila. Un posto senza tempo, un’altra dimensione. Un freddo boia, peraltro, quel giorno. Lì si trova questo campo da calcio dismesso del quale sopravvivono solo le porte in ferro arrugginito. Mi piaceva l’idea di una situazione estemporanea, io che gioco a calcio nel nulla, come magari avranno fatto decine di ragazzi proprio lì prima di me, a simboleggiare il concetto del tempo slegato dalla realtà.
Come sarà Pezzopane tra cinque anni?
Come oggi, ma con 5 anni di più. E se ne sentirà certamente 5 di meno.