Beppe Caschetto e
Rai Cinema
presentano
PER LUCIO
un film documentario di Pietro Marcello
Per Lucio
Presentato in prima mondiale nella sezione Berlinale Special della 71ª edizione del
Festival Internazionale del Cinema di Berlino
Cosa vuol dire raccontare Lucio Dalla? Perché Lucio Dalla è inafferrabile, imprendibile.
Troppo veloce, la sua figura polimorfa sfugge ad ogni flash, ad ogni definizione: istrione, clown, jazzista, viandante, eroe, poeta, cantore, profeta, trasformista, provocatore.
Forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di raccontare Dalla: l’eccezionalità della sua storia dovrebbe bastare. Eppure siamo qui ancora a farci questa domanda. Qualcosa manca, qualcosa è sfuggito.
Una cosa è certa: Lucio Dalla ha toccato la vita con mani frementi e l’ha guardata con occhi vivi di bambino e abbracciando la sua epoca.
Ecco, questo è Per Lucio: non un film su Lucio Dalla, ma una sinfonia visiva e sonora del mondo immaginato e cantato da Dalla: le piazze, i bar, le puttane, i barboni.
Sinossi
Per Lucio è un viaggio visivo e sonoro nell’immaginario poetico e irriverente del cantautore bolognese Lucio Dalla. Una narrazione inedita del suo mondo condotta attraverso le parole del suo fidato manager Tobia e del suo amico d’infanzia Stefano Bonaga. Il film unisce biografia e storia, realtà e immaginario, dando vita a un ritratto che attinge dall’infinito bacino dei repertori pubblici e privati, storici e amatoriali.
Liriche e musiche dipingono un’Italia sotterranea e sfumata, immergendo lo spettatore in una libera narrazione del Paese attraverso i tragici eventi del periodo e il boom economico.
Questa è l’Italia degli ultimi e degli emarginati, questa è l’Italia di Lucio.
Note di regia
Raccontare Lucio Dalla è un desiderio antico, un progetto maturato nel tempo. Già da bambino ascoltavo e riascoltavo le sue canzoni sul giradischi di mio padre. Nacque una grande passione per la sua musica, il suo mondo e le sue parole che hanno abbracciato un’epoca entrando a far parte dell’immaginario pubblico e privato degli italiani, amate dai potenti e dai nullatenenti, dagli uomini e dalle donne.
Un amore rinnovato nel corso degli anni che mi ha portato ad incontrarlo personalmente in occasione della presentazione de La bocca del lupo a Bologna.
Già prima della sua morte mi ero ripromesso di realizzare un film che, attraverso le sue canzoni e la sua vicenda umana e artistica, raccontasse la storia di Italia. Da questa promessa lungamente custodita nasce Per Lucio.
Il mio obiettivo nel realizzare questo film, scritto a quattro mani con Marcello Anselmo, non è stato quello di restituire un ritratto puntuale del cantante e nemmeno di celebrarlo. Ho scelto di rievocare la carriera cangiante, la personalità anarchica e il geniale talento attraverso la voce del suo impresario Tobia e del filosofo Stefano Bonaga, suo amico di infanzia. Persone che l’hanno conosciuto prima di tutto come uomo e poi come artista e che dunque ce ne offrono un ritratto più intimo e quotidiano.
Le loro testimonianze si muovono all’interno di uno scenario costituito dalle immagini di archivi pubblici, privati e amatoriali che riportano alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: dal faticoso esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, alla fortunata collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino alla fase più matura, avvenuta dopo l’allontanamento da Roversi, nella quale Lucio si consacra come autore colto e popolare. Per dare corpo alla canzone Il parco della luna ho utilizzato anche materiali inediti del mio film La bocca del lupo, seguendo la pratica a me cara del riuso delle immagini.
Nella narrazione ho assegnato un ruolo centrale ad alcuni capolavori nati dal sodalizio tra Dalla e Roversi. Ho sempre nutrito una profonda ammirazione per Roversi, intellettuale rigoroso e originalissimo, figura di riferimento imprescindibile nel panorama culturale italiano. L’incontro con Dalla ha offerto al grande poeta bolognese la possibilità di comunicare e portare la propria poesia a un pubblico più ampio e popolare, smarcandosi dalle regole della grande industria culturale. Grazie a Roversi, Dalla scopre una nuova profondità nell’utilizzo della parola, soddisfa il proprio bisogno di stare dentro alle cose della politica e del mondo e canta per la prima volta di emigrazione, di inquinamento, di guerra.
Quello che mi ha sempre colpito dei testi e delle musiche di Dalla è la loro forza cinematografica e lo sguardo lucido e ironico sull’Italia che si trasforma; la capacità di anticipare le dinamiche di un paese che diventa moderno attraversando le inevitabili contraddizioni. Una visione artistica che parte dalla consapevolezza dell’esclusione, dall’empatia con coloro che si muovono nel quotidiano e portano avanti la storia senza saperlo.
Ed è per questo che per ricostruire, ma anche espandere, l’immaginario sociale e storico della narrazione di Dalla, alle immagini che rievocano la vita del cantante ho innestato materiale di repertorio che ripercorre la storia del Paese dal dopoguerra alla caduta del muro di Berlino. Seguendo il tessuto narrativo delle liriche di Lucio Dalla ho tentato di scoprire e dissotterrare l’Italia controversa, caotica e passionale a cavallo tra la guerra, lasciatasi definitivamente alle spalle un paio di decenni prima, il boom economico e il cambiamento, e il trambusto e vitalità degli anni ‘60 e ‘70. E poi il futuro, la velocità, il cambiamento che si compie nell’ultimo decennio del Secolo Breve. Ho lasciato che riaffiorassero da pellicole dimenticate le storie degli emarginati che tanto stanno a cuore a Dalla, alternate a quelle più leggere e ironiche che tanto bene rispecchiano l’animo profondo del nostro Paese, tra tragico e comico.
Pietro Marcello
Lucio Dalla
Lucio Dalla era un avventuriero, non solo della musica. Ha cominciato suonando il clarinetto in qualche orchestra jazz, attraversando il beat italiano e diventando uno dei personaggi più estrosi degli anni Sessanta: a Sanremo, in tv, sullo sfondo di una Bologna che è sempre stata il centro della sua vita, non solo artistica.
Al Festival ligure (nel 1971) porta anche 4/3/1943, una canzone scritta per lui da Paola Pallottino, censurata nel testo perché possa essere trasmessa, cucita su misura, malinconica e vicina al neorealismo di Ciao Amore Ciao di Luigi Tenco. Inizia così una nuova carriera, sempre più legata all’Italia che le gira intorno, che culmina nell’incontro con Roberto Roversi, di nuovo a Bologna.
Roversi, poeta, libraio, ma soprattutto uomo libero, fornisce a Lucio Dalla tutti gli strumenti per un nuovo viaggio, lo fa arrivare con le canzoni dove non era mai stato prima. È la cosiddetta trilogia (Il giorno aveva cinque teste, 1973, Anidride Solforosa, 1975, Automobili, 1976), tre album dove nascono pezzi come L’operaio Gerolamo, Nuvolari, Mille Miglia, dettagli di un Paese lacerato, malinconico, da ricostruire o anche da detestare. Un’ambivalenza che porterà poi Lucio ad un’altra trilogia (quella di Come è profondo il mare, 1977, di Lucio Dalla, 1979, di Dalla,1980), dove è autore, per la prima volta, dei testi di tutti gli album. Qui il suo modo di scrivere si definisce una volta per tutte: non è un cantautore, Lucio Dalla, nel senso più puro e pedante del termine. In Come è profondo il mare, Il parco della Luna, Anna e Marco, Futura oltrepassa regole e convenzioni, costruendo immagini e suggestioni che devono molto al cinema, al sogno o alla pura immaginazione. È come se le parole si trasfigurassero in fotogrammi e i suoni attingessero dal pop per andare chissà dove.
Da questi LP parte la storia più popolare e visibile di Lucio, fatta di continue incursioni televisive, di brani pop magari meno memorabili ma famosissimi, di riservatezza e favoleggiati eccessi, fino alla fine, come direbbe lui, “proprio come le star”.
John Vignola
Roberto Roversi
Roberto Roversi nasce nel 1923 a Bologna. Aggregato dopo l’8 settembre 1943 nella divisione Monterosa, dopo l’addestramento in Germania rientra in Italia e diserta unendosi ai partigiani di Giustizia e Libertà in Piemonte. Nel dopoguerra apre la libreria antiquaria Palmaverde a Bologna nella quale lavorerà per sessanta anni. Tra il 1955 e il 1959 dirige insieme a Pier Paolo Pasolini la rivista letteraria “Officina”, un pilastro della cultura italiana del secondo dopoguerra. Serio e rigoroso poeta militante diventa un punto di riferimento per tutta la scena letteraria e politica del Paese. Nel 1973 il produttore musicale Renzo Cremonini, gli propone di scrivere i testi per Lucio.
Dal primo incontro segue la produzione di tre album Un’automobile targata To, Anidride solforosa e Automobili che rappresentano la svolta stilistica, poetica e contenutistica della carriera di Dalla. Il loro è un sodalizio alchemico: i testi di Roversi aggrediscono le trasformazioni e le contraddizioni dello sviluppo pubblico e privato degli italiani, la metrica delle sue parole viene potenziata, contrappuntata dalla musica e dalla voce di Lucio. Il risultato è un trittico di poesia in musica che rappresenta una
forma del tutto inedita nel panorama musicale italiano.
L’Italia di Lucio
Il film attraversa un pezzo della storia recente del paese intrecciata alle diverse sfaccettature della biografia e dell’opera di Lucio. È una sorta di mosaico in cui si incastrano tessere di Storia generale con tessere di Storia particolare. L’evolversi del paese a partire dalla fine della seconda guerra mondiale viene raccontato attraverso il racconto per immagini della ricostruzione, della rinascita industriale e culturale che ha segnato gli anni ’50 e ’60, per trasformarsi in un ritratto della grande mutazione
antropologica della società italiana segnata dallo sviluppo, mal temperato, delle città e dello spazio urbano; dalla grande migrazione operaia, dalla scomparsa dell’Italia contadina e l’affermazione di un paese operaio in cui l’automobile e le autostrade diventano oggetti principali del paesaggio. Così la Mille Miglia con le sue automobili sfreccianti e i suoi piloti/eroi, diventa lo specchio delle migliaia di operai ed operaie che sono diventati l’ossatura della grande fabbrica italiana della Fiat.
Le contraddizioni sociali emergono dai testi (prima di Roversi poi di Lucio) e trovano forma in immagini che riportano le asperità dello sviluppo sociale: il consumismo sfrenato e la rivolta degli esclusi, la classe dirigente e le trame eversive che segnano il paese con bombe ed attentati, stragi come quella del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.
È una storia dell’Italia non solo di archivio, ma una trama storica visionaria che sovrappone lo sguardo collettivo allo sguardo dell’artista e del poeta.
Le Canzoni
LUNEDÌ FILM – scritta e cantata da Lucio Dalla
4 MARZO 1943 – scritta da Dalla e Pallottino – Cantata da Lucio Dalla
IL FIUME E LA CITTÁ – scritta da Bardotti, Dalla e Franceschini – Cantata da Lucio Dalla
ITACA – scritta da Bardotti, Baldazzi e Dalla – Cantata da Lucio Dalla
…
È lì – scritta da Roberto Roversi e Lucio Dalla – Cantata da Lucio Dalla
LA CANZONE DI ORLANDO – scritta da Roversi e Dalla – Cantata da Lucio Dalla
L’OPERAIO GEROLAMO – scritta da Roberto Roversi e Lucio Dalla – cantata da Lucio Dalla
LA BORSA VALORI – scritta da Roberto Roversi e Lucio Dalla – Cantata da Lucio Dalla
MILLE MIGLIA – scritta da Roberto Roversi e Lucio Dalla – Cantata da Lucio Dalla
INTERVISTA CON L’AVVOCATO – scritta da Roversi e Dalla – Cantata da Lucio Dalla
I MURI DEL VENTUNO – scritta da Roberto Roversi e Lucio Dalla – Cantata da Lucio Dalla
…
QUALE ALLEGRIA – scritta e cantata da Lucio Dalla
COME è PROFONDO IL MARE – scritta e cantata da Lucio Dalla
MAMBO – scritta e cantata da Lucio Dalla
IL PARCO DELLA LUNA – scritta e cantata da Lucio Dalla
BALLA BALLA BALLERINO – scritta e cantata da Lucio Dalla
FUTURA – scritta e cantata da Lucio Dalla
Pietro Marcello
Pietro Marcello nasce a Caserta. Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. In questi anni realizza i suoi primi cortometraggi Carta e Scampia e il radiodocumentario Il tempo dei magliari. Nel 2004 realizza il documentario Il Cantiere con cui vince l’XI edizione del “Libero Bizzarri”. L’anno seguente realizza La Baracca. Con Il Passaggio della linea, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2007 – sezione Orizzonti – diviene noto a livello internazionale e ottiene numerosi riconoscimenti. Nel 2009 realizza il lungometraggio La bocca del lupo vincitore della 27° edizione del Torino Film Festival, del Premio Caligari e del Teddy Bear alla Berlinale. Nel 2011 gira Il silenzio di Pelešjan, presentato come evento speciale alla 68esima Mostra del cinema di Venezia. Nel 2015 realizza il film Bella e perduta,
presentato al Locarno Film Festival. Il film ha vinto il Bergman Award al Göteborg Film Festival, il Love&Change Competition Award al festival internazionale di Istanbul, il Nastro d’Argento come miglior Docu Film, ed è stato inoltre premiato al festival internazionale di La Roche-Sur-Yon. Nel 2019 realizza il suo primo lungometraggio di finzione Martin Eden, dall’omonimo romanzo di Jack London, Coppa Volpi al Festival di Venezia a Luca Marinelli, Platform Prize Toronto International Film Festival 2019, Golden Giraldillo Seville European Film Festival 2019, 11 candidature ai David di Donatello 2020 e vincitore del David di Donatello 2020 per la migliore sceneggiatura non originale. Martin Eden ha ricevuto le seguenti candidature agli EFA 2020: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior attore protagonista.
FILMOGRAFIA PRINCIPALE
MARTIN EDEN Italia/France/Germany 2019 (122’)
– COPPA VOLPI MIGLIOR ATTORE a Luca Marinelli Festival Internazionale di Vene
zia 2019
– PLATFORM PRIZE Toronto International Film Festival 2019
– GOLDEN GIRALDILLO Seville European Film Festival 2019
– DAVID DI DONATELLO 2020 per la Migliore sceneggiatura non originale
BELLA E PERDUTA Italia/Francia 2015 (87’)
– INGMAR BERGMAN INT. DEBUT AWARD Göteborg Film Festival 2015
L’UMILE ITALIA (9×10 NOVANTA) Italy 2014
IL SILENZIO DI PELEŠJAN Italia 2011 (52’)
LA BOCCA DEL LUPO Italia 2009 (68’)
– MIGLIOR FILM Torino Film Festival 2009
– FIPRESCI PRIZE Torino Film Festival 2009
– CALIGARI FILM AWARD
– NASTRO D’ARGENTO
– TEDDY AWARD Berlin International Film Festival 2010
– DAVID DI DONATELLO 2010 miglior documentario
IL PASSAGGIO DELLA LINEA –Italia 2007 (60’)
Cast e credits
Beppe Caschetto e Rai Cinema presentano una produzione IBC Movie con Rai Cinema
in collaborazione con Avventurosa con il sostegno della Regione Emilia-Romagna
In collaborazione con Istituto Luce Cinecittà – Fondazione Cineteca di Bologna
Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia
Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico
Fondazione CSC – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa (Ivrea)
un film documentario di Pietro Marcello
titolo PER LUCIO
con Umberto Righi (Tobia) e Stefano Bonaga
regia di Pietro Marcello
prodotto da Beppe Caschetto e Anastasia Michelagnoli
scritto da Pietro Marcello e Marcello Anselmo
montaggio Fabrizio Federico
fotografia Ilyà Sapeha
aiuto regia Tiziana Poli
correzione colore Andrea Maguolo
produttore esecutivo Francesca Andreoli per IBC e Giulia Moretti per
Avventurosa
montaggio del suono Marta Billingsley
montaggio Effetti Sonori Francesco Albertelli
supervisione Suono e mix Marcos Molina
effetti sonori aggiunti Marco Messina e Danilo Vigorito
consulente musicale John Vignola
vendite internazionali The Match Factory
durata 79’
Ufficio stampa
Benedetta Cappon
benedettacappon@gmail.com