Disco che si proietta dentro derive decisamente interessanti: ritroviamo la psichedelia e il rock internazionale degli anni ’70, ritroviamo i Floyd, Gabriel, i Dire Straits, ritroviamo la pulizia di una Gibson e quel sax che sospende ogni intenzione. Un disco come “I. N. T. L. LIVE” firma l’esordio di Paolo Mancini, in arte Paul Man, disco che ci regala ad ora soltanto in una versione live che possiamo anche rintraccia in video su YouTube. Fragile nel suo inglese, didascalico nel suono e nelle intenzioni. Fermo dentro dentro una precisa direzione di vita e di stile. Un disco che dal punto di vista di produzione, nasce proprio al contrario… e nasce proprio bene.
Parliamo di produzione: un disco che sembra ripreso dal vivo, come vediamo. È quella la registrazione del disco?
Si, praticamente esiste una pseudo versione studio registrata in piena pandemia e lockdown con sistemi veramente home, forse la definizione corretta è “provino”.
In studio che lavoro hai fatto oc he tipo di lavoro farai?
Andremo a breve in studio a registrare gli inediti che abbiamo eseguito nell’ultimo concerto.
Il mastering del disco com’è stato lavorato? Hai pensato a direzioni internazionali in tal senso?
Veramente lo considero decisamente un lavoro artigianale, considerando il concerto di esordio registrato nel piccolo teatro del mio paese Piancastagnaio, penso che il Fonico Diego Caratelli abbia fatto decisamente un buon lavoro, mastering compreso.
E su tutto svetta un certo rock psichedelico inglese. Non so se sei d’accordo. Ma in generale, secondo te perché? Solo per una questione di ascolti pregressi oppure ci sono ragioni sociali più strette?
Sono assolutamente d’accordo ed è solo questione di ascolti, niente di più!
Come ti vedi dunque nei panni di un cantautore rock psichedelico? Soprattutto come ti ci vedi oggi che non è più (purtroppo) il tempo per certa musica…?
Eh! una gran fatica andare controcorrente e soprattutto trovare spazi sui palchi calcati legittimamente da giovani interpreti della musica di tendenza, un po’ meno legittimamente da troppe, troppe, troppe tribute band!