Patti Smith sbarca all’Arenile di Bagnoli per la resurrezione del rock e di Citta’ della Scienza. A volte servono grandi tragedie per dar luogo a piccoli miracoli. Tra quelli di una solidarieta’ diffusa, attiva e partecipata c’e’ anche il ritorno a Napoli della mitica sacerdotessa e poetessa newyorkese nata a Chicago, a distanza di dieci anni dalla sua partecipazione insieme ai R.E.M. ad un’altra magica edizione del Neapolis Festival, quella appunto del 2003, in cui la si vide duettare spesso e volentieri con Michael Stipe e soci letteralmente persi nella sua voce. Nel contesto piu’ raccolto (e trendy) dell’Arenile Reload ci si ritrova in due-tre migliaia di persone, molte tra gli “anta” e oltre, a prevalere su frotte di piu’ giovani che di questa leggenda hanno soltanto letto o sentito parlare e ancora mai visto direttamente in faccia. Il concerto inizia puntuale, nove e trentacinque circa, quasi un orario da cena, e difatti di li’ a poco l’ospite di casa offrira’ ai convitati presenti un menu scelto e prelibato, ricco anche d’inattese ghiottonerie. Le luci si abbassano mentre la band di una vita guadagna il palco: Lenny Kaye (chitarra solista, voce), Jack Petruzzelli (chitarra ritmica, tastiere), Tony Shanahan (basso) e Jay Dee Daugherty (batteria) fanno quadrato intorno alla cantante, che appare elegantemente androgina e dimessa nel suo caratteristico look bohemien. I riflessi argentei dei capelli bianchi incorniciano un volto profondamente segnato dal tempo trascorso, ma la vitalita’ degli occhi, della voce e dei gesti sembrano immutati. Patti si agita ancora come una teenager e la si vedra’ spesso saltare e ballare insieme al pubblico. Il concerto parte di gran carriera con Ask The Angels, April Fool e Redondo Beach, il suono e’ elettricamente denso e serrato, infiammato dalla grinta vocale di Patti che avvia il suo cerimoniale comunicativo con la platea introducendo l’ode a Madre Natura di Fuji-San. Subito dopo il monito di denuncia e l’incitamento per la Citta’ della Scienza, parole piu’ ficcanti e sensate dei vacui discorsi di mille politicanti “Condividiamo con voi, con ciascuno di voi, il dolore per aver perso Citta’ della Scienza. Ma noi la ricostruiremo. Si’, la ricostruiremo. Perche’ i nostri ragazzi hanno bisogno di arte, cultura, matematica e scienza”. Sotto il palco e’ gia’ tripudio mentre si alzano le mistiche note e parole di Ghost Dance. Patti Smith e’ rapita dal calore degli applausi e dei cori, dall’affetto trascinante di chi non ha voluto mancare a questo appuntamento, cosi’ si lascia andare ad un’intima confessione “Napoli e’ stata la prima data live del mio tour, ero in treno per Napoli da Roma, cosi’ lontana da casa, domandandomi chi fosse venuto a Napoli. Poi sono salita sul palco, ho visto le vostre facce e ho pensato: merda, sono venuti a Napoli!”. Poi regala il solenne e lirico crescendo di My Blakean Year, calcando il registro vocale come solo lei sa fare, con toni sensuali e romantici, scalfiti da affondi ringhiosi e accenti perentori. A ruota la prima grande sorpresa del set, la cover dell’epocale Summertime Blues di Eddie Cochran, brano mai prima eseguito dal vivo in Italia, e ancora, Free Money, altro grande pezzo dal seminale album “Horses” del 1975 scritto a due mani con Lenny Kaye.
L’atmosfera e’ febbricitante, sulla spiaggia al lato del palco si danza e volteggia a piedi nudi sulla sabbia. Poi Patti lascia improvvisamente la scena e Lenny Kaye si avvicina al microfono urlando uno slogan che lascia i piu’ giovani perplessi “It’s a nugget if you dug it!”. Solo alcuni con molte primavere alle loro spalle presagiscono il significato di quelle parole, qualcosa di ancora piu’ unico e raro sta per accadere. Lenny Kaye, immenso archeologo e critico rock, assemblatore nel 1972 della doppia e immarcescibile antologia “Nuggets”, prende il comando della band ed estrapola dal quel sacro testamento del garage-punk americano anni Sessanta un medley-poker mozzafiato: Talk Talk dei Music Machine, Open Up Your Door di Richard And The Young Lions, Open My Eyes dei Nazz e dulcis in fundo l’anthemica Psychotic Reaction dei Count Five. La combustione rock e i motivi irresistibili di queste gemme leggendarie conquistano tutti, si balla e salta ovunque ma il concerto e’ solo all’inizio del suo secondo tempo. Si attendono gli hit, i piu’ popolari cavalli di battaglia di Patti. Lei ne e’ consapevole, rientra e travolge tutto e tutti con Dancing Barefoot, commuove con This Is The Girl (scritta e dedicata ad Amy Winehouse) e inaspettatamente, dopo Pissing In A River, rievoca gli epocali e controversi concerti italiani del 1979 a Bologna e Firenze. Delle quasi 150mila persone che vi assistettero alcune sono di nuovo qui, tra il pubblico di stasera. Tra queste anche una speciale, e’ Luigi Amodio, il direttore di Citta’ della Scienza e proprio a lui la Smith dedica e canta Because The Night. Il filo del discorso ritorna poi di nuovo a “Horses”, con i due brani piu’ rappresentativi di quel disco miliare: i tre movimenti di Land e la trascinante rendition di Gloria, proiettata al cielo stellato da cori euforici e liberatori. È una magia che non si vorrebbe mai interrompere ma la musica cessa e la band abbandona il palco. Richiamati a gran voce e con insistenza Patti e soci rientrano. La performance, favolosa e intensissima, e’ solo orfana di un finale appropriato. La sciamana sputa allora la rabbiosa e grottesca foga tribal-punk di Banga e conclude in apoteosi con People Have The Power. Sono appena le undici ma fuori e all’ingresso dell’Arenile Reload e’ gia’ tilt per la ressa di migliaia di adolescenti e ragazzi. Dopo l’ardente e consolatorio messaggio rock di Patti Smith la squallida voglia di stordimento e disimpegno dei discotecari di turno freme per avere di nuovo il suo sopravvento …
Neapolis Festival
Napoli 12 giugno 2013 – Arenile Reload, Bagnoli
Patti Smith And Her Band
Musicisti:
Patti Smith – vocals, guitar
Lenny Kaye – lead guitar, vocals
Jack Petruzzelli – guitar, keyboards
Tony Shanahan – bass
Jay Dee Daugherty – drums
Set List:
01. Ask The Angels
02. April Fool
03. Redondo Beach
04. Fuji-San
05. Ghost Dance
06. My Blakean Year
07. Summertime Blues
08. Free Money
09. Talk Talk/Open Up Your Door/Open My Eyes/Psychotic Reaction
10. Dancing Barefoot
11. This Is The Girl
12. Pissing In A River
13. Because The Night
14. Land (Horses / Land Of A Thousand Dances / La Mer(De)
(Encore):
15. Banga
16. People Have The Power