Dopo l’esplorazione di vari generi, tra cui il freestyle, la cui spontaneità permette di essere al 100% se stessi, Fabien, cantautore che ha sempre messo al primo posto l’espressività, ha sorvolato su vari ambienti musicali, per approdare poi, come tanti artisti hanno fatto lungo la loro carriera, ad una fusione che assembla vari linguaggi musicali, per crearne uno proprio di appartenenza. E’ questa la storia di Fabien e di chi come lui, riesce a cogliere i vari sguardi, per vedere le cose, con occhi diversi. Prospettive plurilaterali che si intrecciano e analisi interiori volte a scoprire il vero lato di sé: un’indagine accurata dentro l’inconscio e dove questo sfida tutti nostri presupposti e pregiudizi. E non si vuole andare soltanto OLTRE ai pregiudizi, alle supposizioni, ma guardare più in là dei dubbi, delle paure, in un flusso di coscienza che attenui anche la rabbia, il senso del rimorso. Alleggerire il nostro carico emotivo dimostrandosi sempre pronti a combattere e a sfidare le insidie quotidiane. “Nato nella tempesta,Tra i fuochi del cielo, Su di una barca di cartapesta ora quello che temo, È il cielo sereno”
La forza del pensiero delinea così bene il nostro stato d’animo, che l’abitudine, ci porta talvolta a stabilire criteri non corrispondenti alla realtà, dandoci di essa una visione distorta, accorpando anche tutte le sensazioni che ne derivano, ma com’è il brano intende comunicare e come lo stesso Fabien vuole affermare, possiamo uscire da questa coazione a ripetere, attraverso la conoscenza di noi stessi e il supermento dei propri limiti personali.
Il caos, la paura, la sensazione di non potercela fare e poi, finalmente, il risveglio, dopo il passaggio nel peggiore dei labirinti: se stessi. Un passaggio obbligato per fuoriuscire dalla coazione a ripetere e il cui percorso, Fabien ci ha illustrato in una recente intervista, dove ha spiegato come OLTRE, singolo uscito in tutti i digital store il 13 marzo, sia una canzone strutturata in due atti, tra cui c’è un cambiamento interiore, il quale riflette uno stato d’animo ma anche un momento di sconforto, di visioni distorte presso cui non si ha una vera aderenza con la proria identità. Ritrovarla, attraversare il proprio subconscio, il labirinto che intrappola emozioni e proiezioni di sé celate da tempo, è un cammino lungo e difficile, ma necessario per affrontare la vera realtà. “Non è per niente facile, perché può farti capire di essere diverso nella realtà rispetto a quello che credevi di essere nella tua testa– spiega Fabien – siamo passati per la nostra solitudine, la più rumorosa delle voci che assillano la nostra testa. “Siamo vittima di quello che non controlliamo, ovvero l’inconscio, e di tutto quello che vi si è depositato sopra” continua Fabien; del resto i nostri sogni, le nostre aspirazioni, la volontà di poter essere di più di quello che si è, è anche questo parte di noi, della nostra identità, soltanto che non lo realizziamo sul momento, ma ha qualche riflesso anche sul nostro modo di pensare e di agire.
Sonia Bellin