Nuove partecipazioni al Festival DROMOS tra fine luglio e metà agosto

Nuovi appuntamenti in cartellone per la ventitreesima edizione di Dromos: in concerto tra fine luglio e metà agosto nell'Oristanese e a Ortueri (Nu) Omar Sosa, Leyla McCalla, Paolo Fresu, Shabaka Hutchings con i Sons of Kemet, Paolo Angeli, Carmen Souza, Luca Aquino, Rosario Giuliani, Danilo Rea, Ares Tavolazzi e Roberto Gatto, oltre ai già annunciati Niccolò Fabi e Noa.

Si va completando il programma del festival Dromos, appuntamento tra i più attesi dell’estate musicale in Sardegna, che tra fine luglio e metà agosto vivrà la sua ventitreesima edizione snodandosi, come sempre, in varie tappe nel territorio Oristanese: BauladuCabrasFordongianusNeoneliNureci e San Vero Milis i Comuni fin qui confermati insieme al capoluogo Oristano, più l’ormai consueto “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.
 
Dopo i concerti già annunciati di Noa (attesa a Oristano il 3 agosto) e di Niccolò Fabi (a Fordongianus l’8 agosto), il cartellone si arricchisce di altre date e nomi di spicco della scena musicale nazionale e internazionale, con il jazz (e i suoi immediati dintorni) a dettare la linea. Ecco dunque in arrivo tra gli italiani Paolo Fresu in trio con il suo progetto “Tempo di Chet” (il 31 luglio a Ortueri), Paolo Angeli con la sua chitarra sarda “preparata” (il 7 agosto a Bauladu), il sassofonista Rosario Giuliani (il 4 agosto a Oristano), il trombettista Luca Aquino (il 6 agosto a Bauladu) e un super trio formato da Danilo Rea al pianoforte, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria, protagonisti di un omaggio a Fabrizio De André; ed ecco planare dall’estero sui palchi di Dromos il pianista cubano Omar Sosa (1 agosto a Ortueri), la cantante portoghese Carmen Souza (il 10 agosto a Donigala Fenughedu), dagli Stati Uniti l’eclettica Leyla McCalla (di scena il 30 luglio a Ortueri) e dall’altra sponda della Manica uno dei più interessanti talenti del jazz britannico degli ultimi anni, il sassofonista Shabaka Hutchings con il suo progetto Sons of Kemet (il 7 agosto a Bauladu). Presente a più riprese sui diversi palchi del festival la cantante e performer oristanese Marta Loddo, in arte mumucs, che oltre a introdurre anche quest’anno le serate accompagnandosi con la sua loopstation, si esibirà in varie occasioni con il trio Pororoca. Altra voce isolana, quella della cantautrice Ilaria Porceddu, che aprirà il concerto di Niccolò Fabi, l’8 agosto a Fordongianus.
 
I biglietti per i concerti di Noa e Niccolò Fabi si possono acquistare sia online che nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna (www.boxofficesardegna.it; tel. 070657428); per tutti gli altri spettacoli, invece, direttamente dal sito www.dromosfestival.it e nella sede di Dromos a Oristano. Il prezzo varia a seconda delle serate. Per informazioni, la segreteria di Dromos risponde al numero di telefono 0783310490, al numero whatsapp 3348022237 e all’indirizzo di posta elettronica info@dromosfestival.it. Notizie e aggiornamenti sono disponibili sul sito www.dromosfestival.it e nelle pagine Facebook e Instagram della manifestazione.
 
Tanta musica, dunque, ma non solo, come è tradizione a Dromos; il programma prevede infatti anche incontri letterari, proiezioni di filmconferenze e una mostra di arti visive sul tema che caratterizza e dà il titolo a questa edizione numero ventitré del festival: “Lucciole”. Lo spunto viene da un articolo del 1975 in cui Pier Paolo Pasolini affidava alle pagine del Corriere della Sera il suo “accorato canto funebre per la scomparsa delle lucciole”, come scrive Anna Rita Punzo, curatrice della sezione arti visive di Dromos e, insieme a Ivo Serafino Fenu, della mostra in programma a San Vero Milis dal 24 luglio al 31 agosto; lucciole “vittime dell’inquinamento e al contempo testimoni e simboli di un genocidio socio-culturale altrettanto efferato: la morte dei tratti più squisitamente virtuosi e preziosi dell’animo umano, annientati dalla feroce luce abbagliante del potere e dalle tenebre dell’industrializzazione neocapitalista che tutto muta, tutto trasforma, tutto omologa”. Mezzo secolo dopo, l’orizzonte apocalittico delineato da Pasolini appare oggi rischiarato dalla consapevolezza che le lucciole non sono morte, malgrado tutto esistono, malgrado tutto resistono, dimorano nei luoghi in cui la pressione antropica si allenta, in cui il silenzio invita alla meditazione, alla corrispondenza d’amorosi sensi con la natura”. Le lucciole per Dromos – evocate dall’opera del fotografo creativo Alberto Terrile, scelta per connotare visivamente questa edizione del festival – saranno allora “immagini polisemiche e metaforiche in cui confluiscono idee, virtù ed esistenze animate dal coraggio, dalla capacità di non arrendersi, di restare e perseverare nonostante tutto”.

I concerti

La musica al ventitreesimo festival Dromos prende il via con un trittico di serate in programma a Ortueri nell’ultimo weekend di luglio. Ad aprire la serie, venerdì 30 alla cantina Bingiateris (il biglietto, a 35 euro più prevendita, comprende una degustazione di vini e prodotti tipici locali), sarà Leyla McCalla, polistrumentista, interprete, arrangiatrice e cantautrice di sangue haitiano, ma nata e cresciuta negli Stati Uniti. Profondamente influenzata dalla musica tradizionale creola, cajun e haitiana, nonché dal jazz e dal folk americano, la sua musica è allo stesso tempo elegante e piena di sentimento, ma anche sorprendentemente fresca, accattivante e contemporanea. Ad affiancare la voce e il violoncello di Leyla McCalla nel concerto di Ortueri, un organico formato da Nahum Johnson Zdybel alla chitarra, Peter Olynciw al basso e Shawn Myers alla batteria. La serata celebra la terza edizione di “Lollore&Blues”, appuntamento nato per ricordare un amico dei vignaioli della cantina Bingiateris, alla cui memoria è intitolato anche un apprezzato vino rosso Mandrolisai doc (il Lollòre, appunto).
 
Microfoni e riflettori si trasferiscono la sera dopo – sabato 31 luglio – al Parco Mui Muscas dove, preceduto da un set di mumucs con il trio Pororoca (Tancredi Emmi al contrabbasso, Federico Fenu al trombone e Alessandro Cau alla batteria), è di scena Paolo Fresu con il trio che vede accanto alla sua tromba e al suo flicorno Marco Bardoscia al contrabbasso e Dino Rubino al pianoforte: un trio nato nel contesto di “Tempo di Chet – La versione di Chet Baker”, lo spettacolo teatrale prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano e dedicato a uno dei miti musicali più controversi e discussi del jazz, Chet Baker; uno spettacolo di successo che poi ha dato vita anche all’omonimo album, pubblicato due anni fa dall’etichetta fondata dallo stesso Paolo Fresu, la Tuk Music.
 
La tre giorni di Dromos a Ortueri si chiude domenica 1 agosto con un compagno di tante avventure musicali proprio del trombettista sardo, Omar Sosa, anche lui alla testa di un trio con Christophe “Disco” Minck al basso, synth ed effetti, e Steve Argüelles alla batteria. Il pianista cubano è un autentico poliglotta musicale, capace di abbattere le frontiere e celebrare la diverse anime della musica, coltivando sempre un’intima connessione con le sue radici afro-antillane. E proprio a Dromos Omar Sosa terrà a battesimo il tour di presentazione in Italia del suo ultimo album “An East African Journey” (pubblicato lo scorso marzo per OTA Records), basato sulle registrazioni sul campo effettuate strada facendo nel corso del tour con cui nel 2009 ha toccato diversi angoli dell’Africa orientale incontrando i musicisti locali; registrazioni che poi, una decina d’anni dopo, ha arrangiato con l’aggiunta discreta di pianoforte acustico, percussioni, basso e arpa e con il coinvolgimento degli stessi due musicisti che lo affiancheranno a Ortueri. Il risultato è una serie di splendidi brani che includono suoni tradizionali dei diversi Paesi che Omar Sosa ha visitato durante quel tour, combinati con il tocco sottile del jazz e della musica classica occidentale.
Il biglietto per il concerto di Omar Sosa costa 15 euro (più prevendita), ma a 25 euro (più diritti di prevendita) si potrà acquistare un mini abbonamento che comprende anche l’ingresso per il “Tempo di Chet” con Paolo Fresu.
 
Come già annunciato, Oristano ospiterà il 3 agosto uno dei concerti più attesi di Dromos edizione numero ventitré: protagonista Noa (biglietto a 30 euro più diritti di prevendita). Tra le figure più acclamate e rappresentative del suo Paese, la cantante israeliana di origine yemenita sarà di scena nella cornice di piazza Duomo insieme al chitarrista Gil Dor, con cui condivide una collaborazione ultratrentennale, per presentare il suo ultimo progetto discografico, il primo in chiave interamente jazz: “Afterallogy“, registrato durante i mesi di lockdown nello studio casalingo della cantante e pubblicato lo scorso 30 aprile. Ad accompagnare i due artisti israeliani in questa tappa sarda, una sezione ritmica formata da Ruslan Sirota al piano, Or Lubianiker al basso elettrico e Gadi Seri alle percussioni.
 
Un doppio impegno attende l’indomani – mercoledì 4 agosto – Rosario Giuliani all’Hospitalis Sancti Antoni di Oristano: una masterclass nel tardo pomeriggio, e poi, in serata, un concerto in compagnia del trio del batterista Alessandro Cau, con Tancredi Emmi al contrabbasso e Gianfranco Fedele al piano. Il sassofonista di Terracina impressiona per la facilità con cui sa trarre dai suoi sassofoni un fraseggio fluido, a tratti vorticoso, allacciandosi con naturalezza a grandi maestri dello strumento come Julian “Cannonball” Adderley, Art Pepper, John Coltrane. Tante e prestigiose le collaborazioni di Rosario Giuliani in ambito jazzistico con artisti come Charlie Haden, Gonzalo Rubalcaba, Martial Solal, Kenny Wheeler, Bob Mintzer, John Patitucci, Marc Johnson, Joey Baron e Richard Galliano. L’iscrizione alla masterclass costa 20 euro più prevendita, e comprende l’ingresso al concerto serale (biglietto a 10 euro, più prevendita).
 
Il grande jazz d’autore di casa nostra sarà protagonista il giorno dopo (giovedì 5) a San Giovanni di Sinis, tappa immancabile nel cammino di Dromos: sul palco un super trio composto da nomi di primissimo piano della scena nazionale, Danilo Rea al pianoforte, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria, protagonisti di un omaggio a Fabrizio De André (biglietto a 20 euro più prevendita), il grande cantautore genovese, scomparso nel 1999, al quale Rea ha dedicato nel 2010 un memorabile album, “A tribute to Fabrizio De André”, pubblicato dalla rinomata etichetta tedesca ACT.
 
Il primo weekend di agosto porta il festival a Bauladu per due intense serate. Venerdì 6 riflettori puntati in piazza Giovanni Maria Angioy su uno dei più talentuosi e originali trombettisti italiani, Luca Aquino, sul palco con il progetto “Three for Miles” (ingresso a dieci euro più prevendita), tributo sentimentale a Miles Davis a tre voci, che l’artista beneventano condivide con i colleghi dello strumento Mirko Rubegni e Alessandro Presti: una produzione originale firmata Dromos per rendere omaggio all’opera di Davis nel trentennale dalla sua morte, vero e proprio “pellegrinaggio” artistico mirato ad alcune delle tappe fondamentali nella storia del musicista originario dell’Illinois, da “Sketches of Spain” all’approdo pop dell’ultima fase, passando per il blues di “That’s What Happened”, fino al funky urbano di “One Phone Call/Street Scenes”, preziosi reperti incorniciati in un campo sonoro in forma di suite. Completano la formazione Fabio Giachino al pianoforte, Pierpaolo Ranieri al basso ed Evita Polidoro alla batteria.
 
Due concerti diversi in scaletta l’indomani – sabato 7 agosto – a Bauladu. Il primo vedrà di scena al Parco Zinnuri un altro talento fuori dagli schemi, Paolo Angeli (biglietto a 5 euro più prevendita), considerato tra i più importanti innovatori della scena internazionale. Il musicista sardo ha elaborato una sintesi originale tra musica tradizionale della sua terra e contemporaneità, tracciando un ponte ideale tra memoria e innovazione per approdare a una musica d’avanguardia mediterranea. Fulcro della sua attività da solista, la “chitarra sarda preparata” di sua invenzione è un ibrido a diciotto corde tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. In questa occasione l’artista di Palau proporrà le composizioni del suo ultimo disco, “Jar’a“, una suite in sei movimenti in cui la chitarra sarda preparata, senza alcuna sovra-incisione, raggiunge la gamma timbrica e la pressione sonora di un ensemble post-rock; un concept album in cui Angeli esprime un linguaggio contemporaneo innovativo e lo intarsia con una fragile vocalità che emoziona, muovendosi abilmente tra avanguardia e ritualità del canto tradizionale, evocando spazi aperti e coniugando mondi sommersi con la Sardegna ancestrale.
 
Cambio di scena per il secondo concerto del 7 agosto: in piazza Giovanni Maria Angioy, preceduto dall’opening di Alek Hidell, producer e musicista sardo trapiantato a Milano, tiene banco Shabaka Hutchings con i Sons of Kemet (ingresso a 20 euro compresa prevendita), una delle tre formazioni di cui il sassofonista e clarinettista è il fulcro principale (le altre sono Shabaka and the Ancestors e The Comet Is Coming). Nato a Londra nel 1984, cresciuto dai sei ai sedici anni nelle Barbados prima di fare rientro in Gran Bretagna, Shabaka Hutchings si è affermato negli ultimi anni come una figura centrale nella scena jazz londinese, che sta vivendo un grande rinascimento creativo. Talento ispirato e aperto, suona in tutta una serie di gruppi, oltre a quelli già ricordati, abbracciando influenze dai diversi suoni della culture club londinese, come l’house, il grime, la jungle e il dub. Con Sons of Kemet (“Kemet” è la pronuncia dell’antico nome dell’Egitto), il suo primo gruppo come bandleader, ha registrato fin qui quattro album: “Burn” del 2013, “Lest We Forget What We Came Here To Do” del 2015, “Your Queen Is a Reptile” del 2018 e il recentissimo “Black to the Future”, pubblicato lo scorso maggio; un disco politicamente toccante e musicalmente ricco, che inizia e finisce con potenti dichiarazioni liriche e musicali di rabbia e frustrazione, espresse sulla scia della morte di George Floyd e delle successive proteste del movimento Black Lives Matter.
 
Domenica 8 agosto Dromos fa tappa a Fordongianus per recuperare, nella preziosa ambientazione delle Antiche Terme Romane, uno degli appuntamenti più attesi della passata edizione del festival, il concerto di Niccolò Fabi rimandato l’anno scorso per le restrizioni legate alla pandemia: un concerto nel segno dell’ultimo album di inediti del cantautore romano, Tradizione e tradimento, pubblicato a ottobre 2019, tre anni dopo il successo di “Una somma di piccole cose” con cui ha vinto la Targa Tenco per il miglior disco in assoluto del 2016 (bissando così l’alloro ottenuto nel 2013 con l’album “Ecco“). Scritto e registrato tra Roma e Ibiza, “Tradizione e tradimento” è il risultato di un lavoro corale che vede alla produzione artistica Niccolò Fabi insieme ai suoi storici amici Roberto Angelini e Pier Cortese. I biglietti (a 25 euro in poltronissima e 20 in poltrona più diritti di prevendita), come per il concerto di Noa, sono in prevendita su Boxol.it, mentre restano validi quelli già acquistati per la data rinviata l’anno scorso. Il compito di aprire la serata sarà affidato alla raffinata cantautrice sarda Ilaria Porceddu, salita agli onori della critica per la conquista del secondo gradino del podio al Festival di Sanremo del 2013 (categoria Giovani), con all’attivo pubblicazioni per Sony Music e collaborazioni con artisti del calibro di Lucio Dalla e Max Gazzè.
 
La cornice floreale del “Ros’e Mari”, in località Pauli Cannedu a Donigala Fenughedu (frazione di Oristano), accoglie il 10 agosto una delle voci più interessanti della scena world jazz internazionale, Carmen Souza (biglietto a 20 euro più prevendita), alla testa dei Silver Messengers, ovvero Theo Pascal al basso e al contrabbasso e Elias Kacomanolis alla batteria: una formazione che, come suggerisce il nome, rende omaggio al grande pianista e compositore statunitense Horace Silver, uno dei pilastri dell’hard bop. La cantante portoghese si è cucita intorno alla sua voce un personalissimo stile, che condensa le influenze della tradizione di Capo Verde, dove ha le sue radici, con elementi del jazz, spaziando sapientemente tra differenti generi musicali, come la morna, il batuke e il soul: una sintesi del tutto personale della verve di Billie Holiday, Nina Simone e Cesária Évora, tra melodie inusuali, umori esotici, africanismi, scat jazz, vibrati controllati e frasi dall’andamento imprevedibile.

AsuondiVerde e misure anti-Covid

Dromos riserva in ogni sua edizione grande attenzione al rispetto dell’ambiente, portando avanti il progetto asuondiVerde che, in stretta sinergia con i Comuni ospitanti e attraverso le buone pratiche ambientali promosse dal Protocollo di Kyoto, intende conseguire l’obiettivo primario della riduzione dei rifiuti, in termini non solo di risultati concreti e tangibili in occasione dei singoli eventi ma, soprattutto, in termini di educazione alla cittadinanza consapevole per l’adozione di comportamenti e stili di vita sostenibili. Come negli anni passati, Mattia Enna firmerà le scenografie modulari che caratterizzeranno gli spazi del festival, dove sarà presente il Bio Dromos Bar (grazie alla collaborazione con la SGfood di Stefano Marongiu), con la sua consueta proposta di prodotti bio e di qualità, che particolare attenzione dedica alla sostenibilità ambientale, selezionando materiali biodegradabili e compostabili, rinnovando la politica Plastic Free, volta all’abbattimento dell’utilizzo della plastica negli spazi del festival.
 
I concerti e tutti gli altri appuntamenti del festival si terranno naturalmente nel rigoroso rispetto delle misure anti-Covid. Misure che, per la protezione degli artisti e del personale tecnico, quest’anno potranno contare anche su un innovativo dispositivo di sanificazione di set e microfoni a tecnologia UV-C (la radiazione ultravioletta a onda corta, dall’alto potere germicida su batteri e virus), che farà il suo esordio proprio sui palchi di Dromos; si chiama Sanyphone e l’ha ideato e prodotto la Sanycar, l’azienda oristanese specializzata nelle soluzioni per la disinfezione profonda di aria e superfici con tecnologia proprietaria basata su UV germicidi (migliore startup italiana al Gitex 2020 – Future Stars, l’importante fiera internazionale dell’innovazione tecnologica dello scorso dicembre a Dubai), che si iscrive così nel novero degli sponsor che sostengono il festival: la Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato allo Spettacolo e Attività Culturali e Assessorato al Turismo), le amministrazioni dei Comuni interessati, la Fondazione di Sardegna, la Fondazione Oristano, la Cantina Bingiateris di Ortueri, Ros’e Mari Farm & Green di Donigala Fenughedu. Sono partner del festival il Saint Louis College of Music di Roma, la Consulta Giovani di Bauladu, la Curia Arcivescovile di Oristano, la Globe Music Academy di Oristano la Music Academy di Isili, l’ANIAD • Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici, il Bio Dromos BarMariposas de SardiniaViaggiemiraggi Onlus e Radio Popolare. Il festival Dromos fa parte dell’Associazione Sardinia Jazz Network, di Rete Sinis, Bes • Best Events Sardinia e JIP • Jazz Italian Platform.
 

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DROMOS – via Sebastiano Mele · 09170 ORISTANO
tel.: 0783 31 04 90 • 
E-mail: info@dromosfestival.it
Website: www.dromosfestival.it

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