MITELLI – EDWARDS – SANDERS
Three Tsuru Origami
WeInsist ! records
2022
Non vi sono estranee anche ragioni e considerazioni etiche di fondo, come suggerite da Mitelli nelle note introduttive: “Tutto ciò che è diverso, viene accolto con sospetto e tenuto a distanza; l’ispirazione e l’atto creativo vengono da lontano, da un mondo sconosciuto, e per arrivare a noi devono attraversare un lungo processo di migrazione e integrazione. Il trambusto del mondo appiattisce la curiosità di esplorare l’esperienza di ciò che viene dall’altrove e attiva meccanismi di distacco emotivo che portano a valutare l’impresa della migrazione come un meschino atto di conquista.
E se queste migrazioni si trasformassero da fatti di cronaca in leggende e atti eroici? La risposta non è contenuta nella mia musica, ma vi è dentro la speranza che le migrazioni, di ogni genere e creatura, possano essere scritte e raccontate come grandi epopee moderne, leggende contemporanee, nuove avventure popolari che infrangano la paura degli sbarchi per far posto all’arrivo del nostro eroe preferito”.
Insomma, consistenti disposizioni rappresentative per un programma aprente in New One, a firma di Sean Bergin e reinterpretata con una forma ‘tradizionalmente’ free, che sembra evocare gli spiriti (-guida?) di Ornette Coleman nelle dominanti frenesie e Don Cherry nel clima ebbro e spiritato.
I Nostri agguantano la griffe autoriale per quasi tutta la rimanente sequenza, transitando verso le onomatopee di The Eagle and the Hawk, il cui vivace spirito ‘animalista’ viene suggestivamente reso da brucianti elettroniche ed urticanti esternazioni a corde basse; trame serrate e cospirative suonano dominanti nella spedita Go Godwit Go, segnata dal timbro sornione ed ammiccante della cornetta e dall’istinto plastico degli strumenti (non strettamente) ritmici, mentre la dedicataria Fly Away (to Pier Combini) registra modulate invettive d’ottone, guizzi di contrabbasso e discreto lavorìo di scalpello percussivo, oltre ad inserti vocali di colore e misticismo africanista.
Karma sembra riproporre ingredienti espressivi del brano di partenza, compresi i relativi spiriti di riferimento, quindi l’eponima Three Tsuru Origami spicca per ariosità ed aperta destrutturazione, con chiara decantazione delle complessive tensioni, che catarticamente sembrano aggregarsi ed innervarsi verso il finale.
Di grandi suggestioni tematiche il titolo The Indian Geese and Himalaya, volo di grande altura tradotto nell’elaborazione di passo lento e nelle frenesie sottili del passaggio, quindi Green Lake, Black Bird, altro titolo naturalistico, è abitato da un sapido opificio elettronico-percussivo di libera e godibile dimensione ludica, segnando l’epilogo della performance in Ritual, Part 3 (ripresa del provocatorio brano elettroacustico della Fire! Orchestra) , invece pervaso da tese connotazioni metropolitane e di rivolta.
Riesce insomma piuttosto completa l’alternanza tematica così come tangibile la forma della terna in gioco, e non discorderemmo dalla presentazione, che riferisce di “tre improvvisatori che si divertono e riconoscono nel rischio: il classico trio jazz senza pianoforte reinventato miscelando melodie, suoni sporchi, rumori, tecniche estese e riferimenti alla tradizione con un approccio quasi-punk”, e così ci si congeda dal trio Mitelli-Edwards-Sanders, abili nel condensare con felice esito, come già si diceva, assortite argomentazioni creative ed allegoriche, oltre ad attuali istanze politiche.
Musicisti:
Gabriele Mitelli, tromba, sax soprano, elettroniche, voce
John Edwards, contrabbasso
Mark Sanders, batteria, oggetti
Tracklist:
01. New One 4:31
02. The Eagle and the Hawk 4:23
03. Go Godwit Go 3:30
04. Fly Away 4:35
05. Karma 3:46 6. Three Tsuru Origami 4:45
06. The Indian Geese and Himalaya 5:07
07. Green Lake, Black Bird 2:56
08. Ritual Part 3 6:22
Link: