Titolo ambizioso e sicuramente gonfio anche di una certa nostalgia di un giornalismo della vecchia generazione. Eppure volevamo certamente correre parallelamente all’ambizione che ritroviamo dentro un disco come “Il Coraggio”, primo vero ed ufficiale lavoro per la musicista Italo-Francese Miranda Cortes che con la RadiciMusic Records ci restituisce un disco decisamente impegnativo e fuori dai ogni canone, utili riferimenti all’ascolto e all’orientamento per ognuno di noi. La sua fisarmonica la fa da padrona, ma è la forma canzone che cessa di esistere (quasi sempre almeno) lasciando spazio a derive di altro tipo. Un disco pregno di teatro, se mi si concede il lusso di questa visione. Teatro nel concepire il suono, così come nel modo di portarlo in scena (si veda poi il video di “Cortango” con la splendida Eleonora Fuser). “Il coraggio” è sicuramente un lavoro che farà stridere il politicamente corretto e forse non avrebbe tanto da perdere di fronte a titoli così gonfi di scena o a parole ampiamente usurpate come “avanguardia”. Di certo ci si leva le maschere e si vive una libertà compositiva che piano piano sta affiorando dentro tantissime nuove scritture italiane della scena indie.

 

 

Un lavoro impegnativo anche dal punto di vista sonoro. Parliamo della produzione. Come l’hai realizzata e vissuta in questo tempo di pandemia?

Il lavoro di produzione è stato un inusuale “adagio”. Da fine agosto 2020 a marzo 2021 sono accadute numerose peripezie legate alle restrizioni insensate che si succedevano di mese in mese, alle quali ho dato un senso grazie al mio estro creativo e alla mia capacità di adattamento all’inaspettato, forte di avere la direzione artistica di tutto il lavoro.

 

Che poi molto di questo suono, immagino, debba nascere dal vivo o comunque da una ripresa in diretta o sbaglio?

In questo caso no, desideravo lavorare sul suono perché questo lavoro è nato sulla ricerca del suono, vedi Cortango, in cui la seconda parte è pura sperimentazione, oppure l’intreccio degli assoli tra la chitarra e la fisarmonica in Il Treno; la prima e l’ultima composizione, Sempre e La Terre et le Ciel, rappresentano rispettivamente la presentazione di quello che accadrà nell’album e l’inizio di quello che accadrà in futuro. Pertanto il lavoro in studio sul suono è stato fondamentale.

 

Parlaci dell’elettronica del disco: come l’hai scelta e come l’hai utilizzata?

L’incontro con il compositore Simone Faliva è stato determinante per realizzare questa parte del lavoro discografico. Ho da subito apprezzato la sua produzione musicale, fortemente incentrata sulla musica elettronica, e non potevo non proporgli di realizzare un brano insieme. Inoltre, ho affidato a lui la cura del suono e le fasi di lavoro per la realizzazione dell’album presso il suo studio di registrazione “Oscillazioni”

 

Tanta sperimentazione, molti parlano anche di psichedelia… tu come ti rapporti a queste direzioni? Ti senti un’artista psichedelica?

In generale evito le definizioni… personalmente mi sento un Artigiano dei Suoni e lavoro nel mio laboratorio con meticolosità e tanta voglia di fare ricerca. Tuttavia in Cortango, La Terre et le Ciel, Valse Lunaire, Sempre e Il Treno sono presenti dei momenti in cui ho sperimentato, anche in modo folle, i colori della gamma sonora e i diversi timbri strumentali. Non rinnego l’influenza della musica contemporanea nella mia scrittura in particolare lo studio di Sofja Gubaidulina, che ha probabilmente inciso sulla mia concezione sonora nelle virate compositive presenti nell’album.

E quando parliamo di “pop” molti storcono il naso. Sono forme consuete e io le ho ritrovate anche dentro questo disco. Tu cosa ne pensi?

La scrittura pop degli ultimi anni è, fatta eccezione rari casi, uno standard frutto di calcoli fatti a tavolino e, in quanto tali, facilmente riconoscibili e replicabili. Direi che nel mio lavoro è presente una “pillola” pop in Le Tarn, che fa riferimento al secondo Novecento, periodo in cui questo genere di musica si caratterizzava da arrangiamenti di qualità, che hanno lasciato un segno nell’immaginario collettivo. Non a caso ho volutamente deciso di fare un omaggio all’insuperabile cantautore francese Jacques Brel, la cui musica era densa di arrangiamenti davvero straordinari.

 

Un altro video in arrivo? Come ti rapporti a queste forme tutt’altro che coraggiose di espressione? Forme ormai doverosamente omologate in questo tempo… 

Ad oggi ho realizzato un solo video, “Cortango”, e in effetti dovrei recuperare il tempo perduto e dedicarmi a girarne di nuovi, quindi non disdegno la possibilità di utilizzare questa forma artistica, considerando che la teatralità fa parte del mio stare nella musica da sempre.

In ogni caso il video integrale di “Cortango” (da non confondere con il teaser) ha visto la speciale partecipazione di un’attrice istrionica, Eleonora Fuser, Maestro della Commedia dell’Arte veneziana e della Maschera, che in questa occasione indossa la maschera della Strega, trasformando “Cortango” nel Tango della Maschera.