MICROTUB | Sonic Drift





Insolito profilo progettuale per il trio devoluto alle profonde timbriche di tuba, e già pervenuto alla quinta fissazione discografica. Oltranzista realtà dell’esplorazione del grave strumento, mercé l’applicazione di sofisticate (e non immediate) regole compositive, Microtub è una terna post-accademica di strumentisti di stanza in Norvegia, la cui formazione si rinnova in parte con l’inclusione del solista Peder Simonsen ad avvicendare Kristoffer Lo, tra i fondatori insieme ai tuttora attivi Robin Hayward e Martin Taxt.

La specificità dell’approccio microtonale tra gli strumenti a fiato non è un’esclusiva della band, avendo riscontrato una tendenza caratteristica di varie figure dell’improvvisazione, segnatamente d’ambito avant-jazz, ma non soltanto; alla base del progetto l’intento di superare il tradizionale sistema di temperamento equabile, e secondo gli animatori “il sistema microtonale dovrebbe essere su ogni strumento in ottone, ed è la modalità esclusiva nelle nostre performance; può anche realizzare la scala temperata in modo più preciso su uno strumento microtonale”.

Palese il tecnicismo delle premesse (che peraltro non si esaurisce in ciò) non ostativo al dato che i tre, come in parte c’è da attendersi, parlano della comune estetica e musicalità in termini entusiasti e suggestivi, e non poco coraggiosi considerando la relativa unicità della loro arte e visione entro il panorama generale, essendo assai poche le esperienze assimilabili:  dovessimo rimanere in casa Sofa, riconsiderando le esternazioni del duo in purezza sax-tromba Streifenjunko vi si scorgerebbero maggiori concessioni all’emotività, ed a memoria tra le paragonabili ci torna l’avventura in solitaria dal solista belga di euphonium Niels van Heertum nell’ardito “+50​.​92509° +03​.​84800°” – tutto un programma già dal titolo, ed accomunato a questo lavoro anche dalle specifiche acustiche dell’ambiente.

Stando infatti alla traccia iniziale ed eponima, Sonic Drift, questa era in origine destinata al Festival presso l’antica grande torre d’acqua di Berlino (o Großer Wasserspeicher), il cui riverbero estremamente protratto ha ispirato “armonie neutre”, basate su specifiche armoniche e sub-armoniche insite nelle accordature microtonali della tuba: ancora dunque il tecnicismo di fondo, non antitetico al fascino del vibratorio bordone che alimenta la media estensione del passaggio a tre voci, avvicendato dall’analogo The Pederson Concerto, parimenti concentrato ma relativamente vivacizzato dagli interventi al Moog di Peder Simonsen, che conferisce una diversa (quantunque contenuta) dinamizzazione alla coralità degli strumenti.

Entriamo dunque in un mondo timbrico che si è lasciato alle spalle, distillandole, le prodezze dei grandi ottoni di New Orleans, e assai poco connesso perfino con i russanti omologhi wagneriani, semmai con non remote affinità con i barriti delle controparti dell’Asia himalayana. Analogamente a quegli arcani e incantatori richiami, e nella peculiarità idiomatica e timbrica la respirazione condivisa del trio sarà da esperire e vivere nelle sue più profonde costituenti vibratorie, quindi da espanderne l’ascolto verso l’indotta dimensione meditativa.

 

Musicisti:

Peder Simonsen, tuba microtonale , synth modulare
Robin Hayward, tuba microtonale
Martin Taxt , tuba microtonale

Tracklist:

1. Sonic Drift 13:50
2. The Pedersen Concerto 13:06

Link:

Sofa music