Si intitola “SOLI” il nuovo disco di Maurizio Martini che, per i veterani del settore, suonerà familiare più con il nome di VJMAURY. Proprio lui, l’inventore del missaggio di videoclip. Lui che dagli anni ’70 e ’80 ha intrapreso una grande carriera in perenne equilibrio tra musica e teatro, tra collaborazioni in studio di grande livello a musical e dance music. Insomma un grande minestrone saporito che nel 1982 ha segnato i più importanti tratti di realizzazione di un disco che solo oggi vede la luce ufficialmente con la pubblicazione sugli store digitali. Un nuovo disco di bella e “antica” canzone pop leggera, rigorosamente italiana nei suoni come nelle melodie, nelle soluzioni come nel sapore. Quel gusto sottile che unisce il sintetizzatore avanguardista dell’epoca dall’arte di fare musica e di cantare come natura vuole. Un disco che parla d’amore, un viaggio in cui l’uomo e la sua anima energica è il vero fulcro di tutto.
Maurizio Martini esordisce in teatro negli anni ’70. Oggi cantautore pop italiano a più di 30 di distanza. La prima grande differenza?
Pesare il doppio (ed anche qualcosa in più) rispetto a quanto pesavo all’epoca… A parte gli scherzi, la grande differenza è senza dubbio una consapevolezza di tutto quello che è il vissuto di quei 30 anni scritti in una domanda. Vissuto che mi ha responsabilizzato e cresciuto principalmente umanamente e poi artisticamente. Il Maurizio che canta in “Soli” è anche quello di oggi ma più giovane, sfacciato, più attento all’istinto e all’emozione, a comunicare e ad esprimersi, quello di oggi è in qualche modo più maturo e introverso. Nonostante tutto gli interessi sono gli stessi, uguale è l’amore per la musica e l’arte in genere.
Dalle collaborazioni con Renato Zero o Alex Britti, poi la Dance fino al Pop di questo disco. Come si tiene assieme tutto questo mondo così eterogeneo?
Sono realmente un poliedrico versatile, potrei passare dalla radio alla tv, dal teatro ad un concerto live a recitare magari in un film!!… e perché no, anche ad una serata come VJ MAURY… pensi sia troppo??
Questo disco ci riporta indietro di almeno 30 anni. Come mai?
Tutto potrebbe essere stato realizzato dal 1982. Purtroppo in quei tempi (ma non solo in quei tempi… è una storia che si ripete puntualmente), in generale, ma sopratutto per un giovane artista, la strada non era certo facile da percorrere… impedimenti politici per la partecipazione anche alle più semplici e sconosciute manifestazioni musicali, disponibilità economiche non semplici da avere, hanno minato anche la volontà di andare avanti a produrre qualcosa di mio.
Vista la mia età e varie difficoltà e vicissitudini, era rimasto un lavoro fermo ed incompleto, registrato in un DAT e chiuso in un cassetto, sarebbe stato un vero peccato. Adesso era ora di recuperarlo, di far ascoltare le sonorità che oggi sono tornate di moda e copiate in tanti dischi di successo, ed esporlo con i suoi colori come un bel quadro finalmente completo.
Questo disco è una lavoro di più persone, un unione di sinergie di bravi musicisti che ho riunito e con i quali ho collaborato. Quello che ne è nato è sicuramente una creazione della quale sono molto soddisfatto e che rimane, anche materialmente come un quadro vintage, uno specchio dell’epoca.
L’uomo come energia e la musica come sua espressione. Pensi che oggi si sia perso tutto questo?
Assolutamente NO!… il vero musicista, o autore (nel mio caso), ce l’ha nell’anima, lo porta come una parte del suo DNA… non può perdersi, per quanto commerciale possa diventare questa espressione e questa comunicazione.
E’ pur sempre arte, speriamo resti sempre di un certo livello e qualità.
Se Maurizio Martini avesse prodotto oggi questo disco, secondo te cosa ne sarebbe venuto fuori?
Pino Daniele avrebbe detto che sarebbe stata “tutta n’ata storia”!