Paesaggi sonori visionari e ambientazioni enigmatiche che si avviluppano attorno a una cervellotica ricerca tesa all’imprevedibilità. “Zero Brane”, la nuova creazione discografica dello stravagante chitarrista e compositore Matteo Tundo, si fonda su elementi che ammiccano manifestamente all’innovazione jazzistica. Piero Bittolo Bon (sax alto e clarinetto), Emanuele Parrini (violino e viola), Simone Graziano (Fender Rhodes), Matteo Giglioni (batteria) e Alessio Riccio (elettronica) sono i suoi preziosi compagni d’avventura. All’interno del cd figurano otto brani, di cui sette sono composizioni originali a cura del leader, mentre Twelve Tone Tune Two è un brano autografato dal leggendario Bill Evans. Moonog è una composizione dal mood inquietante. Parrini intesse linee lancinanti, sfruttando magistralmente il registro sovracuto. L’eloquio sassofonistico di Bittolo Bon è di chiara derivazione free, sostenuto dalla pulsazione ritmica policroma, organica e decisamente efficace di Giglioni. In Idea Piero Bittolo Bon ed Emanuele Parrini dialogano serratamente esprimendosi con veemenza. “Zero Brane” è pura espressione di iconoclastia jazzistica, in cui la banalità è tassativamente bandita.
Non si legga come una critica negativa l’affermazione che questo HBPM, di Andrea Zacchia col suo Hammond Trio, suona un po’ “retrò”, come uno sguardo all’indietro, un originale revival che richiama suoni e gusti d’altri tempi, tutt’oggi gradevoli ed indimenticabili.
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