Tre mostri sacri nella notte piu’ bella. Richard Galliano, Paolo Fresu e Jan Lundgreen per una lezione di jazz nel cuore pulsante di piazza del Popolo a Berchidda. Stili e cuori diversi, ma un’unica grande passione. Un cameo di Red Ronnie (piu’ o meno apprezzato) la presentazione, poi la quarta serata del festival aperta dal teatro-danza di Giorgio Rossi entra nel vivo. Il trio che va in scena affonda le radici nei tre mari: quello sardo mediterraneo, quello francese cha bagna la Provenza e quello freddo del Nord. Il progetto da cui e’ stato ricavato un disco risale a due anni fa, ma adesso appare piu’ maturo che mai. Pianoforte, tromba e flicorno, accordeon, gli strumenti viaggiano: dentro ci sono la malinconia francese e la saudade brasiliana, piu’ un pizzico di folk nordico e il calore della Sardegna. Mescolanze come solo la musica oggi sa offrire. La coreografia lascia tutti a bocca aperta: balenotteri di pezza fluttuano “volando” sopra i musicisti mentre Marenostrum di Lundgreen apre le danze.
Poi e’ la volta di Principessa di Galliano e una serie di rivisitazioni: Eu nao exist Sem Voce di Jobim-De Moraes, Ma me’re l’oye di Ravel, il tradizionale svedese Varvindar Frisa. Il concerto continua con la fantastica composizione Chat Pitre di Galliano e una dedica, Il Valzer del ritorno che Paolo Fresu ha regalato alla moglie, descritta come una Penelope del Duemila, come tutte le mogli dei musicisti che pazientemente attendono l’arrivo dell’amato dopo l’ennesimo viaggio. È la chiosa del concerto, portato in alto da un vento di passione che galleggia tra il palco e il pubblico, sospinto dalle note di Galliano, dal soffio della tromba di Fresu e dal piano del Lundgreen piu’ ispirato degli ultimi anni.
Giovedi’ 13 agosto
Berchidda, Piazza del Popolo
Paolo Fresu, Richard Galliano eamp; Jan Lundgren “Mare Nostrum”