Pubblicato il 16 febbraio 2024, “La spia che ti amava” (etichetta Long Playing Digital) è il nuovo album di Marco Ongaro.
Il cantautore originario di Verona, insignito della Targa Tenco nel 1987 per la migliore opera prima, torna a parlare d’amore, tema a lui caro, attraverso undici tracce di raffinata fattura.
Un’opera, disponibile anche in formato fisico (CD), che si distingue per il suo carattere pop-rock, abbracciando la visionaria e talvolta sarcastica sensibilità artistica di Ongaro, che con maestria autoriale riesce a esplorare i più profondi e intricati aspetti dell’amore.
A partire dalla traccia d’apertura, “La spia che ti amava”, che ne rappresenta l’incipit e il filo conduttore.
Una canzone che parla di fiducia, ma soprattutto di sospetti.
In un’epoca dominata dai social network e dalle intelligenze artificiali, in cui la nostra privacy è costantemente minacciata, il concetto di “spia” diviene un’immagine emblematica. Perché ognuno di noi è tentato di spiare il proprio partner, monitorandone gli spostamenti o controllandone il telefono, alla ricerca di conferme o tradimenti.
Come recita il testo: “L’amore è un’informazione che sfida l’algoritmo dell’iPhone”, sottolineando il fatto che quando siamo sopraffatti dal dubbio e dalle nostre insicurezze, restiamo vittime di un sentimento che non può restituirci certezze.
L’album prosegue con “Il gelsomino”, un brano delicato con un testo poetico che culmina nel vivace rock di “S.r.d.” (Società a Responsabilità Disperata), dove l’artista immagina l’amore come un’entità societaria, soggetta agli alti e bassi di una vera propria società per azioni.
“Lo sfondo”, invece, si rivela come una delle tracce più significative dal punto di vista lirico, ponendo al centro dell’attenzione l’essenza stessa della persona amata, come testimonia il frammento: “Tutto è sfondo dove non sei tu”. Perché quando si ama qualcuno, o lo si idealizza, il mondo perde di significato e si svuota, definendosi solo attraverso la presenza di chi amiamo.
Sferzante è, poi, “Concorsi di poesia senza poeti”. Un brano che rappresenta una critica alle molteplici manifestazioni culturali, spesso prive di autentico talento, e presenziate da pseudo “artisti” desiderosi di fama o in cerca di consenso a livello sociale. Ongaro denuncia così, con sagacia, l’effimera società contemporanea incapace di riconoscere e valorizzare i veri artisti o le persone più meritevoli.
E quale può essere una “Una via di fuga”?
Forse nel “tenere le distanze” da tutto, come suggerisce la sesta traccia dell’album, che riecheggia nell’inciso corale che procede con brio fino a “Ritratto di donna scomparsa”, dove la persona amata non esiste più. È assenza! Un’assenza descritta dal cantautore con una minuziosa dovizia di particolari.
“Ma tu sorridi” è un altro brano soft, dove si avverte discreto ma incisivo il clarinetto di Marco Pasetto.
È un “intreccio” tra passato, presente e futuro “Avevo un uomo”. Un brano dove la parola torna protagonista. Una donna vive nell’attesa di un uomo migliore che (forse) incontrerà, mentre un altro è già andato via senza lasciare traccia.
Arriviamo, quindi a “Pascoli Verdi”, una bella rivisitazione musicale di “Pastures of Plenty” di Woody Gutrie, in cui Ongaro abbandona l’asciutto folk della versione originale per abbracciare sonorità ben più rotonde e corpose.
Per giungere alla conclusione dell’album con “Quello che accadrà”, una dedica all’amico Vittorio de Scalzi dei New Trools. Un brano emozionante sostenuto dalle voci corali di Lucia Corona Piu e Jessica Grossule.
“La spia che ti amava” risulta, in conclusione, un’opera musicale ricca di profondità e originalità.
Un album ben strutturato e curato come si faceva un tempo, dove Marco Ongaro conferma le proprie doti di autore, capace di cogliere con raffinatezza gli aspetti più significativi della contemporaneità, attraverso una scrittura tagliente e incisiva.
TRACKLIST
1 La spia che ti amava
2 Il gelsomino
3 S.r.d.
4 Lo sfondo
5 Concorsi di poesia senza poeti
6 Una via di fuga
7 Ritratto di donna scomparsa
8 Ma tu sorridi*
9 Aveva un uomo
10 Pascoli verdi
11 Quello che accadrà**
Arrangiamenti di Pepe Gasparini
Lucia Corona Piu – Voce
Jessica Grossule – Voce
Pepe Gasparini – basso elettrico
Pietro Franzosi – Chitarre elettriche
Giovanni Franceschini – Batteria
*Marco Pasetto – Clarinetto
Luca Tacconi registrazione e missaggio
Registrato nella primavera del 2023 a Sotto il Mare Recording Studio, Lugagnano, Verona
**Dedicata a Vittorio De Scalzi
Testi e musiche di Marco Ongaro, tranne Pascoli Verdi: Pastures of plenty di Woody Guthrie, Copyright 1960 (renewed) 1963 by Woody Guthrie Publications, Inc. & TRO-Ludlow Music Inc. (BMI), tradotta e adattata da Marco Ongaro per colpa di Maurizio Bettelli.
Produzione artistica Gandalf Boschini per FT&M Music
LONG DIGITAL PLAYING SRLS EDIZIONI MUSICALI