MARArTEA, IL MARE NEL MITO – Maratea (PZ), 24-26 luglio 2009

MARArTEA, IL MARE NEL MITO
All’ombra del Cristo di Maratea, un festival di arte contemporanea en plein air
24 – 25 – 26 luglio 2009



Il 24 luglio si apre a Maratea (Potenza) la prima edizione di MarARTEa, il mare nel mito. Si tratta di un percorso d’arte contemporanea permanente che coinvolge tutta l’area del porto di Maratea, dove saranno collocate sculture, installazioni, murales, mosaici, fotografie, creando così una passeggiata artistica en plein air dotata di grande fascino per il visitatore.
I lavori realizzati dagli artisti, ad evento concluso, verranno donati all’Associazione culturale MARartEA, per il nascente museo del territorio en plein air istituito nella magica location del porto di Maratea e denominato MARartEA OPEN MUSEION. Il progetto nasce da un’idea di Paolo Tommasini e Maria Antonietta Roselli con la collaborazione di Joanna Irena Wrobel, Mimmo Longobardi e Franco Leone.


PARTECIPANO


L’Isola di Santo Janni di Matteo Fraterno
La mattina del 4 marzo del 1861 (anno dell’unificazione d’Italia) L’Ercole, la nave a vapore che conduceva Ippolito Nievo da Palermo a Napoli, naufragò. Nessuno si salvò, nè furono segnalati relitti del natante dalle capitanerie di porto lungo la costa Tirrena. Stanislao Nievo, negli anni 70 del secolo scorso, per ben due volte con un sottomarino ha perlustrato i fondali alla ricerca della nave, senza risultati. “Il prato in fondo al mare” (1974, premio Campiello) è una sorta d’inchiesta romanzesca sulla fine misteriosa del prozio Ippolito. L’antenato portava con sè documenti fastidiosi per i vertici istituzionali dell’epoca e Stanislao vuole andare a fondo, nel senso che scende negli abissi del Mediterraneo per recuperare pezzi dell’Ercole che possano accertare la verità.


Nishmat Hashmal di Roberto Paci Dalò/Giardini Pensili
Nishmat Hashmal è una performance live in tutte le sue componenti (idea, musica, immagini, clarinetti e elettronica di Roberto Paci Dalò, live video mixing e immagini di Giacomo De Luca e Ambra Galassi), tutto ciò che avviene è creato in tempo reale attraverso tecnologie digitali e analogiche. I materiali visivi principali sono costituiti dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico che con la loro forma richiamano stanze e architetture; queste lettere sono proiettate sulle case del porto di Maratea creando una singolare sovrapposizione tra architetture reali e immaginarie. Nishmat Hashmal è un viaggio attraverso elettronica innovativa, dubstep, noise, klezmer. Nella performance sono utilizzati materiali basati su melodie appartenenti alla tradizione del hasidismo. La musica chassidica proviene dal cuore degli ebrei che ardentemente desiderano fare esperienza del divino ed è una delle primarie espressioni spirituali del movimento hasidico, nato nell’Europa centro-orientale nella seconda metà del 18  secolo in parte come reazione a certe forme di intellettualismo ebraico; fin dall’inizio il movimento mise enfasi particolare sulla canzone e la musica come modalità primarie della preghiera.
Nishmat Hashmal attraverso il tessuto e la composizione acustica e visiva esplora il ritmo come territorio del rituale e riflette su una pratica della trance e della preghiera attraverso il suono, l’immagine, la compartecipazione del pubblico. Una prima versione dell’opera è stata presentata al Parma Teatro Festival.


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