MAFALDA ARNAUTH presenta FLOR DE FADO – Roma, 10 novembre 2009

Roma, Martedì 10 novembre, ore 12.00
La Feltrinelli, Viale Libia, 186

Dal Portogallo la rivoluzionaria interprete del nuovo Fado
MAFALDA ARNAUTH
presenta il suo ultimo album
FLOR DE FADO
(cd + dvd Universal Music Portugal – distribuzione in Italia Egea Music,
in uscita il 2 novembre 2009)


Flor de Fado è il quinto disco della giovane Mafalda Arnauth, le cui canzoni sono divenute inni per le giovani generazioni di portoghesi, che vedono in lei un simbolo dell’emancipazione dal passato. Come dice la stessa interprete, Flor de Fado “parla di amore puro, fraterno, universale, interiore. Non c’è la solita attitudine fatalista: c’è fado, ma senza ovvietà”, un’attitudine che rompe i vecchi canoni e porta al grande pubblico la canzone tradizionale portoghese.
Flor de Fado è il quinto disco della giovane fadista Mafalda Arnauth. Un disco che, come dice la stessa interprete, “parla di amore puro, fraterno, universale, interiore. L’album precedente era più spirituale, mentre questo è più terreno, costruito come se le canzoni provenissero da una casa le cui porte sono sempre aperte. Non c’è la solita attitudine fatalista: c’è fado ma senza ovvietà”. La Arnauth, in pratica, non scrive di fantasia, si attiene rigorosamente alla realtà poichè crede che vi sia un universo ricco di esperienze vere e vissute di cui parlare. Parla di se stessa e delle cose che vede e che la colpiscono.Questa l’elegante essenzialità con cui si presenta la cantante portoghese, nata a Lisbona con una passione per la musica visibile fin da molto giovane. Senza mai aver voluto essere artista, si trova da subito trasportata nel mondo dello spettacolo, dei viaggi, delle prove, delle case di fado, dove molto velocemente si lascia trascinare dall’entusiasmo di essere coperta di applausi, dall’apprezzamento del pubblico e così si scopre attraverso il canto. Con la freschezza caratteristica di una voce giovane e pulita, cattura il pubblico prima con la sua spontaneità, poi con i ricordi sempre presenti nelle voci che nascono con dei repertori di vecchi successi e, finalmente, dalla propria natura, dalle proprie composizioni, dalla sua personalità, rivelandosi in una forma più personale. Dopo il primo disco omonimo, il secondo Esta Voz que me atravessa già aveva raggiunto un pubblico internazionale. Nel successivo lavoro Incantamento il fado della Arnauth abbandona quasi completamente la fatalità, la cattiva sorte e l’ombra: la tristezza le serve come nutrimento per la speranza; le sofferenze come ispirazione; le difficoltà come forza e respiro.  Diario, il quarto album, è invece probabilmente il più intimo e personale tra i dischi finora realizzati, visto che raccoglie ad ampio raggio le ispirazioni e relazioni della cantante (di amicizia, amore; allegre, tristi, separazioni, delusioni, nuove speranze…); la magia d’incontri speciali, dei suoi riferimenti artistici (Amàlia Rodrigues, Maria Beth