LYDIA LUNCH & CYPRESS GROVE
Rustblade Recordings
2014
Del blues Lydia Lunch è stata la profetessa e gran sacerdotessa in chiave no wave sin dalla fine degli anni Settanta, proseguendo a flirtarci e ad esserne abusata nella stagione post-punk degli anni Ottanta per poi frequentarlo, in un’altalenante catena di brevi separazioni e improvvisi ricongiungimenti, negli ultimi vent’anni. Il chitarrista e polistrumentista Cypress Grove, alias Tony Chmelik, è stato invece l’ultimo compagno di viaggio del grande Jeffrey Lee Pierce, “outlaw” e icona del rock underground tormentato dalla febbre del blues e del voodoo in tutto il breve, ma intenso, corso della sua esistenza. A Groove si devono i tre seminali volumi intestati al The Jeffrey Lee Pierce Sessions Project (l’ultimo, “Axels & Sockets” è uscito, sempre su Glitterhouse, giusto la scorsa primavera di quest’anno), collettivo, imperniato sulle dodici battute, sul ricordo e sul prezioso lascito del leader dei Gun Club, che nel tempo ha visto partecipare e collaborare nomi del calibro di Nick Cave, Mark Lanegan, Debbie Harry, Steve Wynn, Iggy Pop, Johnny Dowd, David Eugene Edwards, Mick Harvey, Tex Perkins, Thalia Zedek, Dave Alvin e, appunto, Lydia Lunch.
L’album si compone di dodici brani altamente suggestivi e tensioattivi, espressi in chiave sia acustica che elettroacustica. Tra essi nove sono originali scritti a quattro mani, mentre St Marks Place, Revolver e TB Sheets sono cover estratte rispettivamente dal canzoniere di Jeffrey Lee Pierce, Mark Lanegan e Van Morrison. Della partita sono ottimi solisti e musicisti ma anche fidati collaboratori di lungo e medio corso della Lunch, vale a dire Philippe Petit e James Johnston, quest’ultimo leader dei britannici Gallon Drunk. Una doverosa citazione a parte la merita, tuttavia, una strepitosa Carla Bozulich, il cui duetto al fianco della Lunch nella spiritata e inquietante atmosfera acida di End Of My Rope è di quelli che trafiggono e impressionano al primo ascolto.
Tutto il resto è marchiato a fuoco dalla voce grave e rotta al vizio della consumata cantante newyorkese, spesso incline a macerarsi in uno “spoken words” che a tratti sembra il riflesso e l’equivalente di un Lou Reed al femminile. Vertice del disco è anche il suo erotico e sensualissimo registro, dispiegato nel peccaminoso mood “soul-rhythm and blues” di TB Sheets mentre impolverati accordi di steel guitar e ardenti timbri ispanici sottolineano in modo viscerale le confessioni di dannazione, solitudine e frustrazione snocciolate con pathos crudo e allucinato in superlative desert blues ballad quali Sandpit, When You’re Better, I’ll Be Damned e Beautiful Liar. Procuratevi subito questo disco e ascoltatelo con la devozione che merita, perché se non è il capolavoro dell’ultima Lydia Lunch poco ci manca.
Voto: 8/10
Genere: Alternative Blues / Songwriting / Roots Rock
Musicisti:
Lydia Lunch – vocals, guitar
Cypress Grove – bass, percussion, e-bow, acoustic guitar, electric guitar, keyboards, piano, vocals
Carla Bozulich – vocals
Helen Cox – backing vocals
Mick Cozens – field recordings, guitar, mandolin
Walter Daniels – harmonica, saxophone
James Johnston – bass, drums, guitar
Philippe Petit – keyboards
Brani:
01. Sandpit
02. When You’re Better
03. Devil Winds
04. Revolver
05. Beautiful Liar
06. I’ll Be Damned
07. St. Marks Place
08. Jericho
09. Tuscaloosa
10. Summer Of My Disconnect
11. End Of My Rope [feat. Carla Bozulich)
12. TB Sheets
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