Felice Del Gaudio
Lucania
Borgatti Edizioni Musicali
2009
Un trio, protagonista il basso – e come potrebbe essere altrimenti quando il band leader e’ Felice Del Gaudio? – una formazione minimale, ma “arricchita” dalla presenza del pianoforte, oltre che della batteria. Un disco, Lucania – una tra le regioni italiane tra le piu’ strette nella morsa di un isolamento, dovuto forse a motivi geografici, vinto solo negli ultimi tempi – registrato in Lucania da tre musicisti Lucani, oltre che dallo stesso Del Gaudio, dal pianista Stefano De Bonis, e dal batterista Alfredo Laviano. Uniti da comuni radici, da un comune sentire, dalla caparbieta’ e dalla determinazione propria del popolo lucano, ma distinti da esperienze e percorsi artistici diversi; circondati dalla natura in una casa di campagna della loro stessa terra, fanno il punto delle proprie esperienze e le accomunano nella produzione del disco, formato quasi del tutto da composizioni originali dello stesso Del Gaudio.
Gia’ dall’ascolto del primo brano, Oblivion, colpiscono la luminosita’ e la solarita’ delle composizioni di Del Gaudio, i toni maggiori, la ritmica latina del jazz-samba – che vedremo spesso ricorrere nello sviluppo del Cd – e le immagini che si delineano sono le stesse che i musicisti avevano negli occhi durante la recording-session del disco, paesaggi assolati di una campagna fresca ed incontaminata, come sospesa nel tempo. Fortemente coadiuvata dal pianismo scandito e fluido di De Bonis e dalla formazione stessa della band – lo ricordiamo, basso piano e batteria – la composizione ricorda molto da vicino lo stile espressivo e la forza comunicativa del grande Michel Petrucciani dei tempi migliori, quando si accompagnava con Anthony Jackson e Steve Gadd. Il tema si sviluppa con le dita di Felice Del Gaudio che danzano sulle corde grosse…
Poi iniziano gli omaggi; nel primo, Lucania Song, si ritrovano, assieme a tematiche piu’ introspettive, gli scrosci d’acqua dei freschi torrenti e dei limpidi ruscelli lucani; qui e’ il basso a farla da protagonista con frequenti parti da solista.
Altro omaggio, Lagus Niger, evidentemente a Lagonegro, citta’ natale di Felice Del Gaudio. Ma nel percorso globale di Felice, Lagonegro diventa Rio De Janeiro, e cosi’ lui la immagina e la realizza vestita di samba e bossa. Amaratea, invece, e’ avvolta dalle atmosfere sognanti e dai toni ipnotici di un basso solo. Anche Agri e Sinni si dipana tra le corde del basso ed un tessuto ritmico che richiama forme di stile estremo-orientali. Molto interessanti anche lo sviluppo melodico ed il piano armonico di Mae e Pai.
Unici brani non originali del Cd sono Sun Shower e Beatriz.
Sun Shower, di Ron Carter, riporta verso la bossa e tornano le forme petruccianiane poi, a seguire, un susseguirsi di momenti di poesia, di versi declamati con la forza delle note scaturite dal profondo dell’anima, con corde che vibrano assieme allo spirito profondo della terra, con i colpi dei legni e delle pelli tese sui tamburi ancestrali.
Vero e proprio inno all’amore, Beatriz, di Edu Lobo, e’ un classico della musica brasiliana che non e’ forse tra i piu’ noti e frequentati ma che merita di essere ascoltato e valorizzato con grande attenzione per scoprirne, tra le profonde caratterizzazioni, un lirismo musicale tra i piu’ elevati.
Il trio, nel suo insieme, racconta una terra, fatta di luci, colori, sapori e profumi, un carosello di stati d’animo e di sensazioni, e rivela ancora una volta, in Felice del Gaudio, la “felice” dualita’ di musicista completo e compositore sensibile e raffinato.
Musicisti:
Felice del Gaudio – basso e contrabbasso
Stefano de Bonis – piano
Alfredo Laviano – batteria e percussioni
Brani:
01 – Oblivion (Del Gaudio)
02 – Lucania Song (Del Gaudio)
03 – Sun Shower (Ron Carter)
04 – Banfield Family (Del Gaudio)
05 – Canto Per Te (Del Gaudio)
06 – Lagus Niger (Del Gaudio)
07 – Beatriz (Edu Lobo)
08 – Mae e Pai (Del Gaudio)
09 – Amaratea (Del Gaudio)
10 – Agri e Sinni (Del Gaudio)
Info:
www.felicedelgaudio.it
www.myspace/felicedelgaudio
L’intervista di Sound Contest a Felice Del Gaudio
Il Video di OBLIVION dall’album Lucania