LUCA MANNUTZA
The Uneven Shorter
Birdbox Records
2021
In E.S.P. l’eloquio del pianista è tensivo, pregno di pregevoli intarsi armonici e adornato da un fraseggio fluente, brillantemente sostenuto dall’incalzante comping architettato dal tandem Sorrentino-Tucci. Recchia si esprime cesellando un discorso improvvisativo raffinato, intriso di nobile musicalità e ornato da alcuni improvvisi e sguscianti sprint cromatici. La versione di Speak No Evil si apre con il maliardo riff di Sorrentino. L’incedere di Luca Mannutza offre mille spunti estremamente interessanti, soprattutto dal punto di vista armonico, per via di alcuni preziosismi e ricami degni di lode. Il playing di Paolo Recchia è tensivo, a tratti volutamente sghimbescio, arricchito da illuminate e illuminanti frasi inside-outside. Footprints, nell’arrangiamento di Luca Mannutza, è una composizione resa ancor più moderna dell’originale specialmente per alcune intriganti sostituzioni armoniche concepite proprio dal pianista. Il solo del contrabbassista è carico di nerbo, denso di veracità comunicativa, così come il sassofonista che dà vita a un’elocuzione torrenziale, tumultuosa. Mentre il pianismo di Luca Mannutza, ancor più marcatamente in alcuni frangenti, è energico, di chiara matrice postboppistica.
“The Uneven Shorter” è un album in cui la musica di Wayne Shorter non viene completamente stravolta, almeno dal punto di vista melodico e armonico, bensì il lavoro principale è svolto sul piano ritmico, anche grazie a un sapiente utilizzo delle metriche dispari che donano un tocco sopraffino di freschezza a brani immortali, dall’estasiante bellezza.
Genere: Jazz
Musicisti:
Paolo Recchia, alto sax
Luca Mannutza, piano
Daniele Sorrentino, double bass
Lorenzo Tucci, drums
Tracklist:
01. Yes or No
02. Fall
03. Juju
04. E.S.P.
05. Iris
06. Speak No Evil
07. Infant Eyes
08. Black Nile
09. Nefertiti
10. Footprints
Link: